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Martedì 4 Agosto 2020 08:08

Forse non tutti sanno che … A Sant’Angelo (VT) c’è 

“A mille ce n’è/nel mio cuore di fiabe da narrar/Venite con me/nel mio mondo fatato per sognar/Non serve l’ombrello/il cappottino 
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“A mille ce n’è/nel mio cuore di fiabe da narrar/Venite con me/nel mio mondo fatato per sognar/Non serve l’ombrello/il cappottino rosso o la cartella bella/per venire con me/Basta un po’ di fantasia e di bontà …”

 

 


La canzone “A mille ce n’è” (del compositore, pianista e cantante Vittorio Paltrinieri) delle “Fiabe Sonore Fratelli Fabbri” è stata la colonna sonora per un’intera generazione nata a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Pubblicate, per la prima volta, tra il 1966 e il 1970, le fiabe erano costituite da un disco a 45 giri con la favola recitata e da un libro di grande formato contenente la favola sceneggiata e illustrata da pittori come Pikka (lo scultore e pittore bergamasco Piero Cattaneo), Sergio (il milanese Romano Rizzato), Una (il fiorentino Ugo Fontana), tanto per citarne qualcuno. La casa editrice scelse di pubblicare le opere non solo dei principali favolisti europei (I Fratelli Grimm, Andersen, Perrault, Puskin) ma – persino – di autori poco noti al grande pubblico (per esempio, il tedesco Ludwig Bechstein, la francese Leprince de Beaumont, il napoletano Giambattista Basile) oltre al vastissimo repertorio orientale.


La rinascita del piccolo borgo Sant’Angelo di Roccalvecce – ormai famoso come “Il paese delle fiabe” – ricalca la trama di una piccola e nostrana favola andata a buon fine. C’era una volta un paese spopolato, lontano dalle principali arterie viarie, immerso nella campagna rurale della Teverina, da cui i pochi giovani rimasti andavano via in cerca di un futuro migliore. Una situazione di spopolamento e di abbandono – purtroppo – comune a tanti piccoli borghi italiani.

Poi, come un colpo di bacchetta magica, l’idea: trasformare Sant’Angelo in un museo delle fiabe a cielo aperto. Il primo murale ad inaugurare il ciclo è stato quello di “Alice nel paese delle meraviglie”: si trova nella piazza principale e il suo orologio segna le 11 e 27 minuti a simboleggiare l’inaugurazione avvenuta il 27 novembre 2017.


Da quel giorno è diventato, veramente, il paese delle meraviglie! Tramite l’associazione ACAS di Gianluca Chiovelli (ideatore del progetto di riqualifica, nella primissima fase, insieme alla sorella Paola e al cugino Alessandro) sono partiti i contatti con il mondo della “street art” (quasi tutto al femminile) per creare un “paese delle dame artiste”. I murales, autofinanziati con eventi, cene, manifestazioni e, spesso, con il contributo dei proprietari delle case su cui sarebbero stati realizzati hanno iniziato a prendere forma … Pinocchio, il Piccolo Principe, Peter Pan, Ali Babà, Don Chisciotte (e tanti altri che scoprirete con i vostri occhi, ndr) con il volto e le fattezze dei cittadini di Sant’Angelo.


Successivamente, intorno a questo progetto si è creata una sinergia d’intenti e, così, anche il comune di Celleno, la famiglia Costaguti di Roccalvecce, il comune di Civita di Bagnoregio e l’amministrazione comunale di Viterbo stanno interagendo per cambiare il volto di questa zona della Tuscia. Un “quadrilatero della cultura” che ha avuto l’audacia di credere ancora nelle favole, in un mondo dove, molto spesso, gli adulti hanno smesso di sognare.


Il fantastico, il mito, la leggenda, la favolistica qui rivivono e possono essere ammirati da tutti attraverso una coinvolgente iniziativa unica nel suo genere cui si sta affiancando, anche, il “Sentiero dei castelli e delle fiabe” (per ora, il cammino medievale tra Roccalvecce e Celleno).

 

“Finisce così/questa favola breve se ne va/il disco fa click/e vedrete fra un po’ si fermerà… /ma aspettate, e un altro ne avrete/”C’era una volta” il cantafiabe dirà e un’altra favola comincerà …”.

 

 

Civita di Bagnoregio, la città che muore; Celleno, il paese fantasma; “Villa Lante” a Bagnaia; Viterbo, la città dei Papi; “Il parco dei mostri” a Bomarzo; il Lago di Bolsena.

 

Brunella Bassetti

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