Sabato 1 Novembre 2025 14:11
John Henry Newman, «ispirazione per giovani dal cuore assetato d’infinito»


Papa Leone ha presieduto la Messa in piazza San Pietro nella solennità di Tutti i Santi, proclamandolo dottore della Chiesa e copatrono di quanti partecipano al processo educativo. «Scuole e università siano soglie di una civiltà di dialogo e di pace»
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«Sanctum Ioannem Henricum Newman Ecclesiæ Universalis Doctorem declaramus». L’applauso dei fedeli presenti in piazza San Pietro ha accompagnato questa mattina, 1° novembre, la formula pronunciata da Papa Leone XIV con la quale san John Henry Newman è stato proclamato dottore della Chiesa universale e al contempo compatrono, con san Tommaso d’Aquino, di coloro che partecipano al processo educativo. La Messa nella solennità di Tutti i Santi presieduta dal vescovo di Roma – alla quale ha partecipato una delegazione della Chiesa d’Inghilterra guidata dall’arcivescovo di York Stephen Cottrell – conclude infatti le celebrazioni del Giubileo del mondo educativo, che ha visto a Roma la presenza di migliaia di docenti di scuole e università, «laboratori di profezia, dove la speranza viene vissuta e continuamente raccontata e riproposta», ha affermato il Papa concentrandosi sull’importanza dell’educazione cattolica come cammino per «scoprire la propria chiamata alla santità». Anche perché, ha riflettuto, «l’educazione, nella prospettiva cristiana, aiuta tutti a diventare santi. Niente di meno». La qualità evangelica della stessa dipende da quanto si riesce ad accogliere e a riconoscere la dignità di ogni uomo.
È inoltre opportunità per trasmettere speranza e aiutare «coloro che altrimenti potrebbero rimanere imprigionati dalle ombre particolarmente insidiose del pessimismo e della paura». Da qui l’esortazione a essere riflesso della «Luce gentile», dal titolo di una delle opere più note del nuovo dottore della Chiesa, a disarmare «le false ragioni della rassegnazione e dell’impotenza» per far «circolare nel mondo contemporaneo le grandi ragioni della speranza». Da Leone anche l’incitamento «a fare delle scuole, delle università e di ogni realtà educativa, anche informale e di strada, come le soglie di una civiltà di dialogo e di pace» per brillare in un mondo «oscurato da tante ingiustizie e incertezze».
Beatificato da Papa Benedetto XVI il 19 settembre 2010 e canonizzato da Papa Francesco il 13 ottobre 2019, Newman, ispiratore della filosofia dell’educazione, è il 38° santo a cui viene conferito il titolo di dottore della Chiesa, istituito da Bonifacio VIII nel 1295 e riservato a coloro la cui dottrina teologica e spirituale è ritenuta particolarmente rilevante e autorevole per tutta la Chiesa. Va ricordato infatti che, per l’impatto avuto dal suo pensiero teologico e filosofico, è considerato uno dei “padri assenti” del Concilio Vaticano II, i cui lavori furono aperti decenni dopo la sua morte.
«L’imponente statura culturale e spirituale di Newman – ha osservato il pontefice – servirà d’ispirazione a nuove generazioni dal cuore assetato d’infinito», pronte a intraprendere quel cammino che, per usare l’antica massima, conduce “attraverso le asperità sino alle stelle”. Newman, il cui volto è ritratto nel grande arazzo disteso dalla Loggia centrale della basilica, va ad aggiungersi a una lista che comprende, tra gli altri, sant’Agostino, al cui Ordine appartiene Papa Leone, e san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Anglicano inglese convertito al cattolicesimo che dal cielo deve accompagnare «il cammino dei cristiani verso la piena unità», ha detto Leone durante la recita dell’Angelus, san John Henry Newman trascorse tutta la vita cercando la verità. A tal proposito Prevost, citando la Lettera ai Filippesi e l’esortazione apostolica Dilexi te, ha invitato gli educatori e le istituzioni educative a risplendere «”come astri nel mondo”, grazie all’autenticità dell’impegno nella ricerca corale della verità, nella sua coerente e generosa condivisione, attraverso il servizio ai giovani, in particolare ai poveri, e nella quotidiana esperienza che “l’amore cristiano è profetico, compie miracoli”».
Il Papa torna quindi a rievocare l’immagine della «costellazione educativa» contenuta nella lettera apostolica “Disegnare nuove mappe di speranza” – pubblicata proprio in occasione del Giubileo del mondo educativo e a sessant’anni da Gravissimum Educationis -, rimarcando che «al centro dei percorsi educativi devono esserci non individui astratti ma le persone in carne ed ossa, specialmente coloro che sembrano non rendere, secondo i parametri di un’economia che esclude e uccide». In quest’ottica gli educatori sono «chiamati a formare persone, perché brillino come stelle nella loro piena dignità». La vita di ognuno, infatti, non si illumina in base alle ricchezze o al potere, ma quando ci si riconosce chiamati da Dio a svolgere una missione. «Compito delle comunità educative – ha osservato Leone – è quello di incoraggiare e valorizzare tale contributo».
Durante la liturgia è stato proclamato il Vangelo delle Beatitudini che offrono «una nuova interpretazione della realtà» dove ciò che sembra incomprensibile «nella grammatica del mondo» acquista significato e luce in vista del Regno di Dio. Le Beatitudini sono presentate da Leone come «l’insegnamento per eccellenza» e Gesù come «il Maestro, l’Educatore per eccellenza. Noi, suoi discepoli, – ha affermato – siamo alla sua scuola, imparando a scoprire nella sua vita, cioè nella via da Lui percorsa, un orizzonte di senso capace d’illuminare tutte le forme di conoscenza. Possano le nostre scuole e università essere sempre luoghi di ascolto e di pratica del Vangelo. Non permettiamo al pessimismo di sconfiggerci».
1° novembre 2025
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