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Mercoledì 12 Novembre 2025 10:11

Oltre 6,4 milioni gli italiani all’estero. Record di 155mila partenze nel 2024



Il Rapporto Italiani nel mondo 2025 racconta un Paese che forma talenti ma non li trattiene. I nuovi migranti sono giovani e laureati, soprattutto dal Sud. L’Europa resta la meta principale

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Negli ultimi vent’anni, dal 2006 al 2024, sono andati a vivere all’estero 1.644.271 cittadini italiani. Un dato che conferma come la mobilità internazionale costituisca una componente strutturale della società italiana, che riguarda soprattutto i giovani. A fronte di questi, i rimpatri sono stati 826.785, con un saldo migratorio negativo pari a -817.486 unità, che difficilmente torneranno in Italia. Dopo la crisi del 2008, le partenze sono cresciute costantemente, toccando nel 2024 il record storico di 155.732. Sono invece oltre 6 milioni e 400.000 gli italiani che vivono all’estero, una comunità in costante crescita, pari quasi a 1 italiano su 9: l’“Italia fuori dell’Italia” è ormai la ventunesima regione. Nel 2025 il Rapporto Italiani nel mondo (Rim), curato dalla Fondazione Migrantes e presentato ieri, 11 novembre, a Roma, celebra vent’anni di analisi, testimonianze e dati sulla mobilità italiana. Un lavoro corale che ha restituito voce e volto a milioni di cittadini italiani che vivono, lavorano e si spostano oltre i confini nazionali. Cosa ci raccontano i numeri?

Gli italiani all’estero sono 6.412.752 (un milione in più degli stranieri in Italia). Secondo i dati Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero), nel 2025 la comunità italiana all’estero supera i 6.412.752 iscritti. Un numero che rappresenta circa il 10% della popolazione italiana (compresi i 5.422.426 residenti stranieri) e che continua a crescere anno dopo anno. Questi cittadini vivono in oltre 190 Paesi, con una forte concentrazione in Europa, America Latina, Nord America e Oceania. Il 53,8% degli iscritti all’Aire (oltre 3,4 milioni) vive in Europa, il 41% in America (oltre 2,6 milioni di cui solo 490.000 nell’America del Nord. Le comunità italiane più numerose sono in Argentina (990mila) e in Germania (849mila).

Attualmente il numero dei connazionali all’estero supera di 1 milione quello degli stranieri in Italia (5.422.426). Dal 2014 al 2024 due su cinque sono laureati, soprattutto dal Meridione. Ma partono anche giovani meno qualificati. Quest’anno c’è anche una novità burocratica: in seguito alla legge 74 del 23 maggio 2025 che ha introdotto l’articolo 3-bis nella legge 91/92 la trasmissione automatica della cittadinanza iure sanguinis si fermerà alla seconda generazione.

Dove vanno: l’Europa al centro della mobilità (76% dal 2006 al 2024). Il continente europeo è il principale polo di attrazione per gli italiani all’estero. Dal 2006 al 2024, circa il 76% degli espatri (1,25 milioni) ha avuto come destinazione l’Europa, mentre il 60% dei rimpatri (488 mila) proviene da lì. Il baricentro delle partenze rimane saldamente europeo: ai primi posti Regno Unito (289.000), Germania (248.000), Svizzera (166.000), Francia (162.000) e Spagna (106.000). Il saldo migratorio con l’Unione europea è il più squilibrato: -459 mila unità, pari al 56% del saldo totale. Fuori dall’Europa spiccano Stati Uniti (83mila) e Brasile (80.000).

Le provenienze regionali degli italiani: capofila la Sicilia. Il Rim 2025 evidenzia come l’emigrazione non sia distribuita in modo uniforme sul territorio nazionale. Le regioni del Sud Italia continuano a essere le principali aree di partenza. In particolare: la Sicilia si conferma la regione con la comunità di residenti all’estero più numerosa (844 mila), seguita da Lombardia (690.000) e Veneto (614.000). Anche alcune aree del Centro-Nord, come l’Abruzzo, le Marche e l’Emilia-Romagna, mostrano flussi significativi, soprattutto dai piccoli comuni e dalle zone interne. Questi territori soffrono di un duplice processo: spopolamento fisico e impoverimento umano. Le comunità locali si riducono, l’età media aumenta, i servizi scompaiono, le scuole chiudono.

Il Rapporto parla di «ingiustizia spaziale», una frattura tra territori che si svuotano e altri che attraggono. Oltre 155mila italiani partiti nel 2024. Dopo la crisi del 2008, le partenze sono cresciute costantemente, toccando nel 2024 il record storico di 155.732 (dati Istat). 123.376 sono iscritti all’Aire con la motivazione “espatrio”, con un aumento del 38%, in particolare giovani (+47,9% nella fascia 18%34) e giovani adulti.  Tra loro vi sono 15mila minori (12,3% del totale) e 13.433 adulti maturi (10,9%). Molti fanno infatti parte dell’universo dei nonni babysitter che raggiungono figli e nipoti all’estero. Il 73,7% è andato in Europa (quasi 91.000 italiani). Le regioni con il maggior numero di partenze nel 2024 sono la Sicilia, la Campania e la Lombardia.
I flussi più intensi provengono dai piccoli comuni del Mezzogiorno, dalle aree interne e dalle zone periferiche del Centro-Nord.

I percorsi dei “nuovi italiani”. Da ricordare che a partire verso l’estero sono anche gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana: oltre 1 milione e 576mila tra il 2014 e il 2023. Un espatriato su 5 è un nuovo italiano. Partono soprattutto emigrati italiani di origine brasiliana e bangladesi. Nel biennio 2022-2023 sono state quasi 501.000 le acquisizioni di cittadinanza italiana da parte di persone immigrate in Italia.

Le ragioni della partenza: tra fuga e ricerca. Il Rapporto sottolinea come l’emigrazione italiana contemporanea sia spesso una risposta a carenze sistemiche: «Mancanza di lavoro stabile, servizi insufficienti, scarsa valorizzazione del merito». Dietro a ogni partenza si cela una storia di esclusione o di speranza. E dietro a ogni provincia che si svuota, c’è una politica pubblica che non ha funzionato.

Italiani nel mondo: risorsa e identità. Gli italiani all’estero, ricorda il rapporto, sono portatori di cultura, lingua, tradizioni, ma anche attori economici e diplomatici. Le comunità italiane contribuiscono all’export, all’innovazione e alla cooperazione internazionale. Tuttavia, chiedono riconoscimento e dialogo, non solo assistenza.

Oltre la retorica della “fuga di cervelli”. Il Rapporto Italiani nel mondo 2025 conclude invitando a guardare oltre la retorica della “fuga di cervelli” che ha una connotazione negativa «associando al concetto di mobilità quello di perdita, strappo trauma. L’Italia – si legge nel report – appare come un Paese da cui si deve ancora fuggire, ma che, allo stesso tempo, è in grado di formare eccellenze riconosciute a livello internazionale».

Nello Speciale 2025 sono compresi 22 saggi che prendono in considerazione nel dettaglio 26 Paesi, per raccontare anche dati qualitativi e storie di vita. (Patrizia Caiffa)

12 novembre 2025

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