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Mercoledì 12 Novembre 2025 16:11

Il fascino ignorato di McGough



Poeta e scrittore anche per l'infanzia, conduttore radiofonico e animatore di festival, ha collaborato coi Beatles nella sceneggiatura del film Yellow Submarine

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Roger McGough, uno dei poeti inglesi più rappresentativi della letteratura contemporanea, ha appena compiuto ottantott’anni, essendo nato a Litherland, nel Lancashire, il 9 novembre 1937. Personaggio poliedrico e affascinante, noto non soltanto in patria per essere stato un membro del trio musicale cabarettistico The scaffold e aver a suo tempo collaborato coi Beatles, soprattutto nella sceneggiatura del film Yellow Submarine, questo scrittore anche per l’infanzia, conduttore radiofonico e animatore di festival, non è stato finora seguito in Italia con la dovuta attenzione; luminosa eccezione l’editore Medusa che nel 2003 pubblicò il libro per bambini La magica pallina da tennis, l’anno successivo l’antologia poetica Eclissi quotidiana. Poesie scelte 1967-2002 e nel 2021 un’altra importante miscellanea, La resa dei conti, i due ultimi volumi tradotti e curati da Franco Nasi.

Per McGough il riferimento base resta Philip Larkin, non solo in quanto quest’ultimo grande autore operò all’università di Hull, la stessa in cui egli studiò, ma perché la sua pronuncia lirica, tesa a imbastire un rapporto fra la sfera quotidiana e quella metafisica ne rappresenta un possibile esito: meno radicale nei risultati, rispetto al modello, più nostalgico e confidente, tuttavia ugualmente memorabile, specie quando attraversa, con pungente ironia britannica, il tema della senilità.

Riprendiamo dalla poesia intitolata Alla tentazione, composta all’età di 72 anni: «Di tanto in tanto ti fai ancora viva, / ma meno spesso di prima. Da ragazzo ( In my teens, nell’originale) / eravamo inseparabili. Dalle spalle / mi spingevi a rischiare, ad essere più audace. / La vita è troppo breve, dicevi, prendine quanto più puoi». A un certo punto compariva sempre una “coscienza guastafeste” che lo imbrigliava. Negli anni “Capitan Prudenza” aveva avuto la meglio. Eppure la battaglia era sempre in corso. Saltiamo di qualche stagione e andiamo a Grandi abbracci, là dove il poeta, chiedendosi chi chiamerà al proprio capezzale prima dell’estremo congedo, fa l’appello dei famigliari, delle mogli, degli amici, delle fidanzate, dei luoghi amati e perduti («Come posso dare un abbraccio a Liverpool? / Dare il cinque al Liver Bird? Edimburgo / ogni festival un giocoso spintone? Università di Hull / una pacca sulla spalla?», prima di ammettere, seppur a malincuore, che con ogni probabilità sarà lui ad essere abbracciato a morte da “qualcosa di scuro” (“ Something dark closes”).

Basterebbero queste citazioni per lasciar intuire lo spessore di McGough, il quale, in un’altra poesia rimasta famosa trovò l’impagabile impertinenza di ritoccare da par suo la preghiera dell’eterno riposo, dedicata ai nostri cari defunti, formulando all’Altissimo un’umanissima quanto improbabile richiesta: «E allora, Signore, sia fatta la tua volontà. / Alza il volume, abbassa la Luce Perpetua, / e lasciali divertire. Amen».

12 novembre 2025

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