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Venerdì 14 Novembre 2025 13:11

Il Papa: «Reciprocità e fraternità al centro della formazione»



Leone XIV ha aperto l'anno accademico della Pontificia Università Lateranense, indicando anche la strade della «scientificità» e del «bene comune». Il fine del processo educativo, «formare persone che possano costruire un mondo nuovo»

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Uno sguardo grato al passato, ma occhi e cuore puntati al futuro. Verso una formazione che non può prescindere dalla reciprocità e dalla fraternità, così come dalla scientificità e dal bene comune. Sono le tre dimensioni che Papa Leone XIV ha consegnato questa mattina, 14 novembre, alla Pontificia Università Lateranense, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. Un ateneo che, ha ricordato il Papa, «non ha un carisma del fondatore da custodire, approfondire e sviluppare, ma suo peculiare orientamento è il magistero del pontefice». Un «centro privilegiato in cui l’insegnamento della Chiesa universale viene elaborato, recepito, sviluppato e contestualizzato». E a cui anche la Curia romana «può fare riferimento per il suo quotidiano lavoro».

Al centro della formazione, ha indicato Leone, devono esserci innanzitutto la reciprocità e la fraternità. «Oggi purtroppo – ha spiegato – si usa spesso la parola “persona” come sinonimo di individuo, e il fascino dell’individualismo come chiave per una vita riuscita ha risvolti inquietanti in ogni ambito», con la moltiplicazione delle incomprensioni e i conflitti. Al contrario, secondo il pontefice, «la formazione accademica ci aiuta a uscire dall’autoreferenzialità e promuove una cultura della reciprocità, dell’alterità, del dialogo». La seconda dimensione che ha richiamato il Papa è la scientificità, «da promuovere, da difendere e da sviluppare», ha detto, sottolineando che il «servizio accademico spesso non gode del dovuto apprezzamento, anche a motivo di radicati pregiudizi che purtroppo aleggiano pure nella comunità ecclesiale». Per Leone XIV, si riscontra a volte l’idea che «la ricerca e lo studio non servano ai fini della vita reale, che ciò che conta nella Chiesa sia la pratica pastorale più che la preparazione teologica, biblica o giuridica». Il rischio è quello di «scivolare nella tentazione di semplificare le questioni complesse per evitare la fatica del pensiero, col pericolo che, anche nell’agire pastorale e nei suoi linguaggi, si scada nella banalità, nell’approssimazione o nella rigidità». L’indagine scientifica e la fatica della ricerca, ha rimarcato il Papa, «sono necessarie. Abbiamo bisogno di laici e preti preparati e competenti».

Infine, la terza dimensione, quella del bene comune. «Il fine del processo educativo e accademico – ha sottolineato il pontefice – dev’essere formare persone che, nella logica della gratuità e nella passione per la verità e la giustizia, possano essere costruttori di un mondo nuovo, solidale e fraterno. L’università può e deve diffondere questa cultura, diventando segno ed espressione di questo mondo nuovo e della ricerca del bene comune».

Ad accompagnare il Papa nell’Aula magna dell’ateneo, il Gran Cancelliere il cardinale Baldo Reina e il rettore magnifico l’arcivescovo Alfonso Vincenzo Amarante. Tra gli altri, presenti anche i cardinali Semeraro e De Donatis, insieme all’arcivescovo Fisichella, al vescovo vicegerente Tarantelli e al vescovo ausiliare Di Tolve. «Con grande gioia la accogliamo nella sua casa», ha detto Reina, che ha ricordato che l’ateneo è composto da 24 docenti, da 34 tra officiali e addetti alle mansioni di ufficio e da oltre mille studenti. «Come tutte le università pontificie – ha detto – anche la Lateranense risente del calo demografico e della crisi vocazionale ed economica. Fedele al magistero, conscia dei propri limiti e delle possibilità proprie indicate nelle sue finalità statutarie – ha aggiunto -, essa è sempre pronta a rispondere a portare avanti la missione che il successore di Pietro le indica di volta in volta». Reina ha quindi ringraziato il Papa «per le parole che vorrà rivolgerci e che – ha concluso – diverranno per la Pul vincolo certo del suo cammino futuro».

Un ateneo, che, come ha ricordato il Papa, «trova una sua differenziata applicazione nelle quattro facoltà e nei due Istituti, presenti in questa sede, e nei tre Istituti ad instar facultatis, con sedi esterne: il Pontificio istituto patristico Augustinianum, degli Agostiniani; la Pontificia Accademia Alfonsiana per gli studi di Teologia Morale, dei Redentoristi; il Pontificio Istituto Claretianum di Teologia della Vita Consacrata, dei Claretiani». A cui vanno aggiunti i 28 Istituti a vario titolo associati in tre continenti – Europa, Asia e America – sia alla facoltà di Teologia sia all’Institutum Utriusque Iuris.

Oggi, ha sottolineato ancora il Papa nel suo discorso, «abbiamo urgente bisogno di pensare la fede per poterla declinare negli scenari culturali e nelle sfide attuali, ma anche per contrastare il rischio del vuoto culturale che, nella nostra epoca, diventa sempre più pervasivo». In particolare, ha spiegato, «la facoltà di Teologia è chiamata a «innescare cambiamenti profetici rispetto ai drammi e alle povertà del nostro tempo e di incoraggiare la ricerca di Dio». Mentre lo studio della filosofia dev’essere volto alla ricerca della verità «per uno sviluppo integrale della persona umana in tutte le sue dimensioni». Un impegno importante, anche di fronte «alle emergenti forme di razionalità legate al trans-umanesimo e al post-umanesimo». Poi Leone XIV ha invitato le facoltà giuridiche «a considerare e studiare a fondo i processi amministrativi, urgente sfida per la Chiesa». E infine si è rivolto ai cicli di studio di Scienze della Pace ed Ecologia e Ambiente, le cui «tematiche che essi affrontano sono parte essenziale del recente Magistero della Chiesa». La pace, ha evidenziato il pontefice, «è certamente dono di Dio, ma richiede al contempo donne e uomini capaci di costruirla ogni giorno e di supportare a livello nazionale e internazionale i processi verso un’ecologia integrale». In questo senso ha esortato l’ateneo a «continuare a sviluppare e potenziare a livello inter- e trans-disciplinare questi due cicli di studio e, se necessario, di integrarli con altri percorsi».

Leone ha concluso il suo discorso citando il professore Marcello Bordoni e ha invitato a «continuare a sondare il mistero della fede cristiana con questa passione e di esercitarvi sempre alla palestra del dialogo con il mondo, con la società, con le domande e le sfide di oggi». L’Università Lateranense, ha aggiunto «occupa un posto speciale nel cuore del Papa e il Papa vi incoraggia a sognare in grande, a immaginare spazi possibili per il cristianesimo del futuro, a lavorare con gioia perché tutti possano scoprire Cristo e, in Lui, trovare la pienezza a cui aspirano». Un auspicio accolto dall’arcivescovo Amarante, che ha definito la presenza di Leone XIV «un motivo di gioia autentica e una fonte di speranza per guidare i nostri passi sul cammino della verità e della sapienza».

14 novembre 2025

 

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