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Venerdì 14 Novembre 2025 15:11

Oggi giornata mondiale del diabete, in aumento i casi

Istituita per far crescere la consapevolezza e la conoscenza della malattia - Ne soffrono quasi 4 milioni di persone in Italia - 

#sanità e salute
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Il diabete rappresenta oggi una delle principali sfide per la salute pubblica, con poco meno del 5% degli italiani che ha riferito di aver avuto una diagnosi nell’ultimo biennio e una prevalenza stimata di quasi 4 milioni di persone, in progressivo aumento. Lo ricordano i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità in occasione della giornata mondiale dedicata alla malattia, che si celebra ogni 14 novembre dal 1991.

La ricorrenza fu istituita per volontà della Diabetes International Federation (IDF) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in risposta all’aumento delle diagnosi di diabete, con l’obiettivo di educare alla prevenzione e alla sua corretta gestione, così come le malattie ad esso correlate.

Il simbolo del diabete è il cerchio blu, che rappresenta l’unità globale nella lotta contro la malattia e viene utilizzato in tutto il mondo nel giorno della ricorrenza.

In occasione di questa giornata l’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso una nota nella quale descrive il suo ruolo per combattere la malattia e misura il tasso d’incidenza del diabete in Italia. In particolare, l’Istituto  è capofila di due progetti europei (Joint Action) dedicati alla prevenzione e alla gestione di questa patologia: Care4Diabetes, che ha sviluppato una piattaforma per aiutare ed educare i pazienti, e Jacardi (Joint Action on Cardiovascular Diseases and Diabetes), che tra le sue attività prevede anche lo screening pediatrico e la creazione del primo registro del diabete in Italia.

“La prevalenza del diabete cresce con l’età, e nelle persone tra i 50 e i 69 anni sfiora il 9%”  – sottolinea il presidente dell’Iss Rocco Bellantone. “Si tratta di un problema rilevante – aggiunge – per la salute pubblica nel nostro paese, su cui l’Istituto è fortemente impegnato in diversi settori, dall’epidemiologia alla gestione dei pazienti alla prevenzione”.

Secondo i dati della Sorveglianza Passi  (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia, che dal 2006 effettua  monitoraggi a 360 gradi sullo stato di salute della popolazione adulta italiana),coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, nel biennio 2023-2024 poco meno del 5% della popolazione adulta dai 18-69 anni ha avuto una diagnosi di diabete. “La prevalenza di diabetici – calcola l’Iss – cresce con l’età (è il 2% tra le persone con meno di 50 anni e sfiora il 9% fra quelle di 50-69 anni), è più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,2% contro 4,4%) e nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche e sfiora il 16% fra chi non ha alcun titolo di studio o al più la licenza elementare, e raggiunge il 10% fra le persone con molte difficoltà economiche”.

“Non c’è un ampio gradiente geografico – dice l’Iss – ma è statisticamente significativo a svantaggio dei residenti nel Meridione fra i quali la prevalenza di diabete è pari al 6% contro il 4% del Nord”. In generale la prevalenza dei diabetici è stabile dal 2008, ma nell’analisi stratificata per età, si può osservare una riduzione, statisticamente significativa, per la classe dei 50-69enni e un incremento, seppur contenuto, per le classi più giovani.

Purtroppo il diabete è una patologia fortemente associata ad altri fattori di rischio cardiovascolari, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, l’aumento di peso e la sedentarietà, che risultano più frequenti tra chi ha il diabete. Secondo i dati Iss:  il 50% riferisce una diagnosi di ipertensione, contro il  16% fra le persone senza diagnosi di diabete; il 40% riferisce una diagnosi di ipercolesterolemia, contro il 17% fra chi non ha il diabete;  il 70% riferisce di essere in eccesso ponderale  con un indice di massa corporea uguale o superiore a 25 (IMC ≥ 25), contro 42% fra le persone non ammalate e, di questi, solo il 46% sta seguendo una dieta per cercare di perdere peso.

Inoltre, sempre secondo i numeri riferiti dall’Iss,  il 48% delle persone con diabete è completamente sedentario, contro il 33% delle persone senza diagnosi di diabete; il 22% fuma, contro il 24% fra le persone senza diabete. Dall’indagine emerge anche che non tutti si curano correttamente o vanno dal medico: “circa un terzo dei pazienti diabetici riferisce di essere seguito esclusivamente dal centro diabetologico (32%), ancor meno solo dal proprio medico di medicina generale (26%) e poco più di un terzo da entrambi (36%). Pochi dichiarano di essere seguiti da altri specialisti (3%), mentre  2 su 100 riferiscono di non essere seguiti da nessuno”.

Relativamente alle analisi cruciali per la diagnosi del diabete o del prediabete emerge che “quasi il 69% di tutte le persone che dichiarano di avere il diabete ha effettuato il controllo dell’emoglobina glicata nei 12 mesi precedenti l’intervista, ma il dato non è molto rassicurante perché, solo il 36% riferisce di aver controllato l’emoglobina glicata nei 4 mesi precedenti l’intervista (dato in costante diminuzione); il 32% di averla controllata fra i 5 e i 12 mesi precedenti l’intervista e meno di 9% riferisce di aver fatto l’esame da oltre 12 mesi; si aggiunge una quota non trascurabile, pari al 16%,  di persone con diabete che non sa fornire una risposta a questa domanda poiché dichiara di non conoscere questo esame”.

Anche in Europa il diabete rappresenta una sfida crescente. Si stima che circa 66 milioni di adulti  tra i 20 e i 79 anni convivano con il diabete, con una prevalenza media del 9,8%,  e che circa un terzo delle persone affette non sia stato ancora diagnosticato. Anche le previsioni per la regione europea non sono buone: entro il 2045, una persona su dieci svilupperà il diabete. Il crescente impatto di questa malattia sulla salute pubblica  ha spinto l’Unione Europea alla promozione di azioni congiunte (Joint Action) finalizzate alla definizione di strategie e politiche sanitarie efficaci per la riduzione del carico della malattia diabetica e delle sue complicanze, scalabili e sostenibili nei vari Paesi della Comunità Europea. (Rita Lena)

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