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Martedì 9 Dicembre 2025 13:12

Inaugurato l’87° anno accademico della Lumsa



La prolusione del rettore Bonini e l'intervento di De Donatis, presidente del Cda: «Educare è sempre un atto di speranza». La relazione del presidente Cnel Brunetta. Circa 9mila gli studenti

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«Non bisogna limitarsi a conservare ma occorre rilanciare una nuova stagione educativa che parli al cuore delle nuove generazioni con responsabilità, fede, innovazione e alleanza tra tutti i settori della società a favore di un’educazione che orienti il mondo verso una fratellanza comunitaria».  Lo ha detto il cardinale Angelo De Donatis, al suo primo evento come presidente del Consiglio di amministrazione, intervenendo questa mattina, 9 dicembre, all’inaugurazione del nuovo anno accademico della Lumsa, nell’Aula magna “Santa Caterina da Siena”, a borgo Sant’Angelo. «Un momento all’insegna della condivisione e della riflessione», lo ha definito, citando la Lettera apostolica di Leone XIV “Disegnare nuove mappe di Speranza”. Le priorità di un ateneo, dunque, devono essere «il discernimento e il dialogo dei giovani con la fede, la formazione alle nuove tecnologie e all’AI, mettendo la persona prima dell’algoritmo, e la pace “disarmata e disarmante” a cui vanno educati proprio i giovani». Educare, per De Donatis «è sempre un atto di speranza, come ci insegna il Giubileo, e dobbiamo tendere a questo».

Nell’aprire ufficialmente l’87° anno accademico dell’ateneo, il rettore Francesco Bonini ha letto ai presenti il telegramma a firma del cardinale segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin, «con il paterno saluto» di Papa Leone XIV, il quale ha augurato alla Lumsa «di proseguire nel cammino di formazione integrale dei giovani». Nella sua prolusione, Bonini ha messo l’accento sul ruolo, sul cammino e sul futuro del mondo delle università non statali. «Se si tratta di innovare – ha spiegato – siamo in prima linea ma è bene farlo quando si è in movimento, senza auto-contemplarsi e la Lumsa sta andando e vuole andare in questa strada, per essere sempre più attrattivi nei confronti dei giovani».

Gli obiettivi di quella che è l’università non statale di medie dimensioni con la più ampia offerta formativa «sono affrontare le sfide di compattare, ma non tagliare, l’offerta attuale e allo stesso tempo allargarsi sempre di più alle materie STEAM, andando incontro a quello che è il long life learning, ovvero l’apprendimento continuo e costante nel corso della vita di ognuno», ha continuato il rettore. La Lumsa, infatti, può ad oggi vantare la presenza di circa 9mila studenti tra le sedi di Roma e Palermo, 49 docenti associati, 29 ricercatori a tempo determinato, 464 docenti a contratto e 73 tutor disciplinari. Anche il rettore, inoltre, ha citato Papa Leone XIV nel ricordare l’importanza di affermare una cultura di pace «”disarmata e disarmante” all’interno dei luoghi accademici ,che devono produrre una cultura critica e libera».

Intervenuto anche il presidente del Cnel Renato Brunetta. Rivolgendosi agli studenti, ha sottolineato che «quelli universitari sono gli anni più belli e più importanti dove si può e si deve sognare, progettare il futuro, anche soffrendo. L’università – ha continuato – è l’ascensore sociale più bello e importante che ci sia, perché allo studio si accompagnano le relazioni sociali, l’umanità e la volontà, oltre che la possibilità, di iniziare a dare il proprio contributo a costruire un mondo migliore». Portando la sua esperienza da accademico – in particolare nel mondo economico – Brunetta ha sottolineato il valore della comunità, della società civile, dell’inclusione, della fraternità. «È la storia di tutti noi, della comunità accademica centenaria italiana, della nostra terra», quella stessa storia che partendo dai filosofi e dagli economisti italiani e passando per il Codice di Camaldoli «ha poi portato alla nostra Costituzione italiana», ha concluso Brunetta, che ha anche citato un accordo di collaborazione tra Lumsa e Cnel, sul tema delle carceri, che ha portato i due enti a produrre il «più grande rapporto nazionale e internazionale sull’obiettivo di “recidiva zero” delle carceri», dunque su come «rendere civili e umani i luoghi di detenzione».

La prolusione finale è stata affidata a Piero Polidoro, professore ordinario di Filosofia e teoria dei linguaggi della Lumsa, che ha proposto una riflessione sul tema dell’intelligenza artificiale. Parafrasando il celebre assioma “Non si può non comunicare”, ha spiegato che oggi non si può non parlare di intelligenza artificiale e della svolta rappresentata dai Large Language Model. Polidoro ha criticato l’immagine dell’AI come “scatola nera” e ha descritto i LLM come sistemi complessi ma comprensibili, basati su reti neurali e modelli probabilistici del linguaggio. Proprio perché «le parole sono importanti», ha proposto di distinguere tra sistemi proprietari e open source e ha richiamato il ruolo dell’Explainable AI per renderne trasparenti i meccanismi.

Sul piano del significato, il docente ha osservato che, anche se in parte siamo anche noi dei «pappagalli», dunque che tendiamo a ripetere ciò a cui ci accostiamo, in realtà poi ciò che ci distingue è la capacità di legare alle catene di parole un senso incarnato, radicato nel rapporto tra mente, corpo e ambiente. In chiusura ha invitato a «non temere l’AI» ma a considerarla uno strumento che potenzia il lavoro umano, chiedendo meno allarmismo e più progettazione sociale, culturale ed economica su «come usarla per migliorare le nostre vite e il bene comune», dunque sempre con un riferimento per arrivare alla pace.

9 dicembre 2025

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