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Martedì 9 Dicembre 2025 12:12

Verso il Giubileo dei detenuti: le voci di cappellani e volontari

porta santa di Rebibbia, Papa Francesco, 26 dicembre 2024
porta santa di Rebibbia, Papa Francesco, 26 dicembre 2024
Da Regina Coeli, Casal del Marmo e Rebibbia l’impegno per infondere fiducia ai reclusi. Sant’Egidio: «Attesa che risponde alle aspettative di giustizia e dignità». Il Natale diffuso, con doni e cibo

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porta santa di Rebibbia, Papa Francesco, 26 dicembre 2024
porta santa di Rebibbia, Papa Francesco, 26 dicembre 2024
È stata la seconda Porta Santa a essere aperta. Era il 26 dicembre 2024 e, nella chiesa del carcere di Rebibbia, Papa Francesco aveva così voluto esprimere la propria vicinanza ai detenuti. Oggi, a un anno di distanza, uno degli ultimi eventi del Giubileo rimette al centro i penitenziari. Luoghi, questi, dove la speranza, a cui è dedicato l’Anno Santo, sembra non avere posto, travolta dal sovraffollamento, dal degrado e dalla carenza di organico. Problemi comuni alle carceri di tutta Italia, a cui purtroppo non fanno eccezione quelle romane. Su questi e altri temi si rifletterà dal 12 al 14 dicembre, nel corso degli eventi previsti nell’ambito del Giubileo dei detenuti, che si concluderà con la Messa presieduta da Papa Leone XIV in piazza San Pietro alla presenza di detenuti provenienti da tutta Italia, domenica 14.

«Speranza è sinonimo di futuro», afferma a Roma Sette don Niccolò Ceccolini, cappellano del carcere minorile di Casal del Marmo, ma queste sono parole difficili da vivere all’interno di una realtà come il penitenziario. Realtà in cui è importante costruire relazioni di fiducia, «camminare insieme per aprire cammini di speranza concreti». Perché spesso la vicinanza espressa dai sacerdoti nelle carceri o dai volontari «è la sola che i detenuti abbiano mai sentito», dice padre Vittorio Trani, cappellano a Regina Coeli. E allora la speranza nasce attraverso il recupero della dignità, afferma il sacerdote. E la dignità viene anche dal sentirsi utili.

Per questo è nato, ad esempio, il “Pastificio Futuro”, laboratorio artigianale che offre la possibilità di lavorare ai giovani detenuti di Casal del Marmo. Inaugurato due anni fa, a novembre le sue mura di cemento armato sono state abbellite da un murales dipinto dai ragazzi del penitenziario. Al centro dell’opera, l’abbraccio tra Papa Francesco e il predecessore di don Niccolò, padre Gaetano, affiancati da un simbolo potente, il chicco di grano che muore e diventa frutto di speranza. È qui il senso di un Giubileo vissuto in carcere: «Come nel dipingere il murales, ognuno di noi fa errori, ma se poi capisce lo sbaglio e viene aiutato a recuperare, anche la sbavatura può diventare un tocco di classe». Sono le parole di un ragazzo di Casal del Marmo, spiega don Ceccolini. In occasione della Messa di domenica 14, poi, i detenuti del carcere minorile doneranno al Papa una croce pettorale realizzata nel loro laboratorio di oreficeria: «Le braccia della croce sono come le sbarre del carcere, con al centro un cuore che, però, deve essere ancora liberato: anche qui ci sono dei cuori che battono, che vivono, che amano», conclude il sacerdote.

Il Giubileo dei detenuti si celebra in prossimità del Natale, la festa degli affetti, la più difficile da passare in carcere. «C’è un’attesa che risponde alle aspettative di giustizia e dignità di tanti detenuti che vivono in condizioni drammatiche», afferma Paolo Impagliazzo, segretario generale della Comunità di Sant’Egidio. «Per questo da anni proponiamo all’interno degli istituti un “Natale diffuso”, distribuendo, cella per cella, un regalo e un piatto “di festa”, la lasagna». È un modo per testimoniare quella vicinanza con i detenuti che i volontari di Sant’Egidio vivono ogni giorno, non solo il 25 dicembre. Così, allora, nelle parole di don Andrea Carosella (Rebibbia femminile), il Giubileo può davvero «aiutarci a infondere un messaggio di fiducia e di speranza a chi è nel buio della vita e del carcere, e rendere questo un luogo di rinascita e non un parcheggio dove rinchiudere chi ha sbagliato». (Gabriele Rizzi Bastiani)

9 dicembre 2025

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