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Giovedì 15 Ottobre 2020 07:10

Atac: I passeggeri accalcati come in un carro bestiame



Con la capienza dei bus ben oltre l' 80%, come previsto dalle attuali norme anticontagio, e senza nessun controllo. 

Un' emergenza in tempi di mascherine obbligatorie e distanziamento sociale. Ma la municipalizzata deve fare i conti anche con i mezzi a disposizione - poco più di 1.400- e il personale contagiato, ieri salito a 28 tra agenti e macchinisti. 

Con il rischio che a pagare il conto più salato saranno, pure questa volta, i romani. 

GLI AUTOBUS

Ancora ieri le vetture che servono il quadrante est della Capitale erano cariche di passeggeri. «È un carro bestiame, guardi», commenta Loredana, una pendolare, mentre scende alla fermata Arco di Travertino indicando il bus della linea 765. 

Che dalla stazione Laurentina e per le successive 28 fermate, ha caricato decine di passeggeri: «Ho paura certo - dice - ma devo andare a lavoro. Viaggiamo in queste condizioni e da mesi ci chiedono di rispettare il distanziamento: che senso ha?».

Con la lista delle linee affollate di Roma che si allunga ora dopo ora. La 30 tra l' Eur e piazzale Clodio, la 280 e la 23 tra l' Ostiense e il centro. Studenti e impiegati ammassati pure sulla 210, il servizio tra il quartiere Trionfale e la Cassia. 

«Da una settimana viaggiamo in queste condizioni, non capisco perchè non si possano aumentare i mezzi su questa linea» si domanda un alunno diretto al liceo di via Angelo Fava.

Lo stesso, sulla linea scolastica 765 che attraversa il quadrante sud, dall' Eur alla Laurentina. Ogni mattina e ogni pomeriggio, dalla riapertura delle scuole, il copione si ripete. Con decine di studenti dei diversi istituti del quartiere che si mischiano.

Anche qui: «Tutti indossiamo la mascherina, ma viaggiamo uno sopra all' altro» denunciano: «Se ci fossero più mezzi, questo non accadrebbe». Proprio sulla mancata programmazione dell' Atac, nelle ultime ore, si sono accese le polemiche dei sindacati.

LA METRO

«Un disastro annunciato» secondo L'Orsa, la sigla di categoria, perchè l' amministrazione avrebbe dovuto incrementare il personale da disporre per garantire più corse e più controlli che sono, di fatto, assenti. E proprio nelle zone più calde del trasporto capitolino. 

Cioè nei punti di raccordo delle stazioni delle metropolitane con i vagoni che scaricano centinaia di passeggeri all' ora. Come alla stazione Termini, dove per un ritardo, un guasto o una corsa saltata le gallerie e le banchine si ingolfano in pochissimi minuti.

È successo venerdì scorso quando per un guasto alla linea aerea il sistema è andato in tilt per tutta la mattinata bloccando per ore i passeggeri. 

Lo stesso sulla linea del ferro che collega il litorale alla città: la Roma Lido. Che segna il record negativo per corse cancellate. La media è di 20 al giorno. 

Il risultato? Pendolari costretti a viaggiare accalcati: «Lo chiamo il viaggio della speranza - commenta ironica Federica - vivo ad Acilia e lavoro a viale Marconi. Prima della pandemia facevamo i conti con i ritardi e i disagi.

Oggi pure con la paura anche di contagiarci». Negli ultimi due giorni l' allarme assembramento è scattato anche alla stazione del piazzale Flaminio dove si sono ritrovati ammassati gli utenti della linea ferroviaria Roma Nord, che collega la capitale a Viterbo. 

Con treni cancellati tra Montebello e Riano: «Ormai è un incubo: il viaggio in piedi perchè i posti a sedere sono sempre tutti occupati. 

E con il timore di ammalarsi» commenta, amara, l' ennesima pendolare arrivata a Roma.



da Il Messaggero





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