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Sabato 17 Ottobre 2020 23:10

Cinghiali uccisi a Roma, dopo gli spari i distinguo

A seguito di quanto accaduto nel parco Mario Moderni, in zona Aurelio, dove la Polizia Metropolitana (ex Provinciale) ha prima telenarcotizzato e poi ucciso una femmina di cinghiale con i suoi sei cuccioli, la Sindaca di Roma Virginia Raggi ha chiesto agli uffici capitolini la costituzione immediata di una commissione d’inchiesta amministrativa per fare luce […]

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A seguito di quanto accaduto nel parco Mario Moderni, in zona Aurelio, dove la Polizia Metropolitana (ex Provinciale) ha prima telenarcotizzato e poi ucciso una femmina di cinghiale con i suoi sei cuccioli, la Sindaca di Roma Virginia Raggi ha chiesto agli uffici capitolini la costituzione immediata di una commissione d’inchiesta amministrativa per fare luce sui fatti e valutare eventuali profili di responsabilità. Lo rende noto il Campidoglio.

Insomma, prima si spara e poi ci si chiede il perchè e il per come.

Lo racconta la presidente della Leidaa, Michela Vittoria Brambilla sulle pagine del Corriere della Sera. “E’ stata un’esecuzione a sangue freddo gratuita. Avevo dato la disponibilità a prendermi in carico la famiglia di cinghiali, ma con il dirigente del dipartimento Ambiente del Comune di Roma, Marcello Visca, non è stato possibile ragionare. Mi ha lanciato pesanti e irripetibili insulti sessisti davanti alla folla che lo ha registrato e per questo ho già dato mandato ai miei legali di denunciarlo per diffamazione e chiedo a Raggi come sindaca e come donna di rimuoverlo dal suo incarico per non avallare un simile comportamento ancor peggio nei confronti di un esponente delle istituzioni quale sono io”.

«Quando ho saputo che stava per succedere, ho chiamato il governatore Zingaretti che mi ha messa in contatto con l’assessora regionale all’Ambiente Enrica Onorati, spiegandomi che il parco è di competenza comunale, ma assicurandomi che non ci sarebbero stati problemi a prendermi in carico la famigliola di animali”. Brambilla ha quindi organizzato una conference call a tre con il presidente della commissione Ambiente del Campidoglio Daniele Diaco e l’assessora Onorati nella quale è stata formalizzata l’intenzione di prendere in carico gli animali e si è trovata la modalità tecnica per gestire la presa in carico dell’associazione Leida. “Ma nonostante le sue raccomandazioni, Diaco non ha fermato il dirigente del dipartimento Ambiente del Comune, Visca, che è giunto sul posto con gli agenti e ha dato l’ordine di sparare.la famiglia di cinghiali è stata massacrata senza motivo, a sangue freddo. Con Visca che gridava davanti al capannello di persone che assistevano basite all’esecuzione: “Spostatevi che voglio godermi lo spettacolo” e, per intimidirmi mentre il delegato Leida cercava di passargli il telefono per poterlo fermare, ha gridato “io non parlo con le succhia…”, aggiungendo altre offese registrate dai miei collaboratori”.

Tre gli attori sul palco della commedia “cinghiali in libertà nel territorio urbano della capitale”: La Regione Lazio presieduta da Nicola Zingaretti, la Città Metropolitana (ex Provincia di Roma) guidata da Virginia Raggi, il Comune di Roma anch’esso a guida Raggi. Lo scorso anno i tre hanno sottoscritto un protocollo nel quale ognuno si prendeva delle responsabilità.

Oggi, dopo l’uccisione dei cinghiali avvenuta sotto gli occhi di cittadini increduli  e di decine di attivisti che hanno cercato in tutti i modi di evitare l’abbattimento ognuno dei tre prende le distanze dall’altro.

A prendere le difese del Campidoglio è l’assessore Laura Fiorini che su Facebook ritiene “necessario fare alcune precisazioni” sostenendo che la decisione di abbattere mamma e cuccioli “è stata presa dal Tavolo Tecnico composto da Asl, Regione Lazio, Roma Natura e nel quale Roma Capitale ha solo il compito di convocazione, coordinamento e supporto logistico negli interventi” derubricando il ruolo del Campidoglio a mero segretario operativo.

“Voglio chiarire che la scelta privilegiata è la cattura con apposite gabbie – spiega Fiorini – ma poiché Regione Lazio e RomaNatura non le hanno predisposte, il tavolo tecnico ha ritenuto che, essendo impossibile ricorrere alla prima modalità, fosse necessario procedere con la teleanestesia. Ma è chiaro che la necessità deve essere oggettiva e non può consistere nella semplice indisponibilità delle gabbie o altre semplici difficoltà superabili. Prendiamo atto, infine, del fatto che il Protocollo sui Cinghiali, da noi sottoscritto insieme alla Regione, non è stato attuato dall’Ente competente, Regione Lazio. Ne trarremo le conseguenze poiché l’irresponsabilità dei comportamenti non può ricadere su chi li subisce ma su chi ne è artefice”.

Poteva restare inascoltata questa chiamata di correo? E infatti, a nome della Regione Lazio, a rispondere poco dopo è l’assessore Enrica Onorati sostenendo che le dichiarazioni dell’assessore capitolino “sono quanto mai surreali”.

“La decisione della telenarcosi e della eutanasia, previste dalla legge nazionale a salvaguardia della tutela e incolumità pubblica, che spetta, è bene ricordarlo, al sindaco della città è stata assunta all’unanimità al tavolo tecnico, nato da un protocollo di intesa voluto dal prefetto di Roma per sopperire alle inefficienze dell’amministrazione competente. Decisione, tra l’altro, comunicata dal direttore del Comune di Roma, Marcello Visca, nella nota del 16 ottobre in cui, tra l’altro si dà mandato alla polizia locale di Roma Capitale di predisporre gli atti amministrativi e all’Ufficio Operativo della Direzione Mercati all’Ingrosso di predisporre il mezzo idoneo al trasporto”.

“Nonostante ciò – incalza Enrica Onorati – grazie alla messa a disposizione da parte dell’onorevole Brambilla della sua associazione Leeda durante una telefonata intercorsa tra lei, Diaco e me come Regione abbiamo manifestato la nostra disponibilità a dare in comodato d’uso le gabbie dei Parchi del Lazio al Comune di Roma per permettere il prelievo degli animali. Cosa che comportava un lasso di tempo necessario alla messa a disposizione, poiché le gabbie di RomaNatura, che siede al tavolo, erano impegnate nel contenimento della fauna selvatica nella riserva naturale, come previsto dalla legge. La telefonata si è conclusa con l’impegno di Diaco di avvertire Visca per predisporre il tutto. Da lì, abbiamo appreso tristemente dagli organi di stampa, sia io che l’onorevole Brambilla, dell’avvenuta operazione”.

Fra i due litiganti, a metter pace, si fa per dire, arriva La Città Metropolitana rappresentata dalla vice sindaca Teresa Zotta che in estrema sintesi dice: la Polizia metropolitana opera a valle del processo decisionale che è in capo a Regione e Comune. Insomma, una cosa è chi ordina e una cosa è chi obbedisce.

“Stigmatizziamo con forza quanto accaduto in via Gregorio VII: la Polizia Metropolitana opera a valle del processo decisionale, in capo a Regione e Comune, ed è tenuta esclusivamente alle operazioni materiali di cattura dei cinghiali, o con le gabbie o con la teleanestesia, utilizzando dardi sparati con carabina il cui quantitativo del narcotico è stabilito dai veterinari presenti, in ragione della stazza dell’animale, al fine di consentirne la sola sedazione, per il successivo prelievo dell’animale in sicurezza. Appena avuto notizia dal comandante della Polizia provinciale dell’operazione in atto – spiega Zotta – ho raccomandato la massima cautela e attenzione affinchè tutto fosse condotto nel rispetto massimo del protocollo e con la professionalità che contraddistingue gli agenti”.

“Chi opera all’interno di un quadro condiviso, svolgendo unicamente i propri doveri istituzionali, con l’obiettivo primario di garantire la pubblica sicurezza ai cittadini, non può essere aggredito – conclude – né essere ritenuto diretto responsabile”.

E allora, chi è il responsabile di quanto accaduto?

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