Martedì 20 Ottobre 2020 14:10
Abitare le periferie
25/10/20
Teatro Tor Bella Monaca
Abitare le periferie
con Carlo Cellammare
Incontro a cura di Giorgio de Finis
Le periferie erano tradizionalmente considerate un luogo geograficamente lontano dal centro e quindi tendenzialmente di minor qualità e valore (proporzionalmente all’allontanarsi dal centro). Anzi venivano generalmente considerate luoghi di degrado che, in molti casi, veniva associato non solo agli aspetti fisici e alla carenza di servizi, ma anche alle situazioni sociali e persino caratterizzante le persone. Questa interpretazione era agganciata ad un’organizzazione urbana che è stata superata. Il centro non è più uno, ma sono tanti, e al loro interno ci sono molte situazioni di degrado. Le periferie si moltiplicano e hanno caratteri molto differenti, diventando il modo con cui si organizzano spazialmente le città. Questo permette di riconoscere come le periferie abbiano una loro complessità e una vita assai ricca e interessante, oltre alle loro contraddizioni e difficoltà. Questo obbliga ad indagare le periferie con altri occhi e con altre metodologie, incentrate sul lavoro interdisciplinare e sul campo, spesso con un coinvolgimento nei processi in corso, in termini di ricerca-azione. Pensando, ad esempio, alla Capitale, Roma è le sue periferie, e le periferie (nonostante lo stigma che in molti casi le colpisce) sono il luogo vitale della città, un laboratorio culturale e sociale che costruisce quotidianamente il suo vivere collettivo.
con Carlo Cellammare
Incontro a cura di Giorgio de Finis
Le periferie erano tradizionalmente considerate un luogo geograficamente lontano dal centro e quindi tendenzialmente di minor qualità e valore (proporzionalmente all’allontanarsi dal centro). Anzi venivano generalmente considerate luoghi di degrado che, in molti casi, veniva associato non solo agli aspetti fisici e alla carenza di servizi, ma anche alle situazioni sociali e persino caratterizzante le persone. Questa interpretazione era agganciata ad un’organizzazione urbana che è stata superata. Il centro non è più uno, ma sono tanti, e al loro interno ci sono molte situazioni di degrado. Le periferie si moltiplicano e hanno caratteri molto differenti, diventando il modo con cui si organizzano spazialmente le città. Questo permette di riconoscere come le periferie abbiano una loro complessità e una vita assai ricca e interessante, oltre alle loro contraddizioni e difficoltà. Questo obbliga ad indagare le periferie con altri occhi e con altre metodologie, incentrate sul lavoro interdisciplinare e sul campo, spesso con un coinvolgimento nei processi in corso, in termini di ricerca-azione. Pensando, ad esempio, alla Capitale, Roma è le sue periferie, e le periferie (nonostante lo stigma che in molti casi le colpisce) sono il luogo vitale della città, un laboratorio culturale e sociale che costruisce quotidianamente il suo vivere collettivo.
Carlo Cellammare è docente di urbanistica presso l’Università “La Sapienza” di Roma, direttore del Laboratorio di Studi Urbani “Territori dell’abitare”, direttore della rivista Tracce Urbane, membro del Collegio del Dottorato in Ingegneria dell’Architettura e dell’Urbanistica della Sapienza Università di Roma (e referente del curriculum Tecnica Urbanistica).
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