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Martedì 27 Ottobre 2020 09:10

Immigrazione, serve «uno sguardo al futuro»



Le organizzazioni della campagna "Ero straniero" chiedono al Parlamento «un atto di coraggio»: approvare la riforma, per affrontare il tema alla radice

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A tre anni dal deposito della proposta di legge di iniziativa popolare “Ero straniero” le organizzazioni della campagna chiedono un «atto di coraggio» da parte del Parlamento: approvare quella riforma «per affrontare il tema immigrazione alla radice, con uno sguardo verso il futuro». Chiedono cioè un passo ulteriore, dopo la regolarizzazione straordinaria dei mesi scorsi e il superamento degli aspetti più problematici dei decreti sicurezza: «Cambiare il sistema, fallimentare e iniquo, di gestione dell’immigrazione introdotto quasi vent’anni fa dalla legge Bossi-Fini e adottare strumenti efficaci di governo del fenomeno, a cominciare da nuovi canali di ingresso per lavoro nel nostro Paese», si legge in una nota diffusa alla vigilia della presentazione del dossier elaborato dalla campagna,
online
da oggi, 27 ottobre.

La regolarizzazione straordinaria del maggio scorso, informano, ha interessato oltre 200mila persone, nonostante gli «inspiegabili limiti ai settori lavorativi interessati dall’emersione» e i «troppi paletti previsti per accedervi». Per le organizzazioni della campagna, «è stata una dimostrazione, ancora una volta, di quanto sia forte il desiderio di mettersi in regola da parte di chi è rimasto senza documenti ma vive e lavora nel nostro Paese e vuole farlo legalmente, come emerge dal dossier». Tuttavia, proseguono, «non si può più intervenire tappando i buchi man mano che si creano. Serve affrontare tutto ciò che in questi venti anni ha dimostrato di non funzionare, a partire da uno strumento necessario a risolvere a lungo termine la questione “irregolarità”». Vale a dire, «una procedura di emersione sempre accessibile che dia la possibilità di mettersi in regola a fronte di un contratto di lavoro o se si è radicati nel territorio, come accade, per esempio, in Germania o in Spagna».

Serve, in concreto, una «riforma profonda della normativa vigente, con l’introduzione di canali di ingresso per lavoro che facilitino l’incontro dei datori di lavoro italiani con i lavoratori dei Paesi terzi, governando i flussi verso il nostro Paese».  Nodi, questi, che vengono affrontati nella proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”, depositata il 27 ottobre di tre anni fa con oltre 90mila firme alla Camera e ora all’esame della Commissione affari costituzionali. «Spetta ora al Parlamento discutere e approvare la nostra riforma e superare una stagione politica che da oltre vent’anni criminalizza il fenomeno migratorio e strumentalmente lo sfrutta, o lo teme, ai fini del consenso, riducendolo a un problema di ordine pubblico, senza una reale volontà di attuare politiche -migratorie e del lavoro – efficaci e rispettose dei diritti», concludono i promotori.

27 ottobre 2020

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