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Martedì 27 Ottobre 2020 11:10

Treni soppressi, vagoni strapieni: Ferrovia Roma Nord nel caos

Corse che saltano, treni in ritardo o soppressi, viaggiatori accalcati sulle banchine e nei vagoni: purtroppo non sembrano essere una novità le condizioni in cui i pendolari della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo, la cosiddetta ferrovia Roma Nord, sono costretti a viaggiare, ma l’abitudine non può diventare la norma, soprattutto se al disagio si aggiunge una grossa […]

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Corse che saltano, treni in ritardo o soppressi, viaggiatori accalcati sulle banchine e nei vagoni: purtroppo non sembrano essere una novità le condizioni in cui i pendolari della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo, la cosiddetta ferrovia Roma Nord, sono costretti a viaggiare, ma l’abitudine non può diventare la norma, soprattutto se al disagio si aggiunge una grossa emergenza sanitaria come quella del Coronavirus.

Caos che si aggiunge a caos insomma, su una linea ferroviaria gestita da Atac che da sempre mostra grosse criticità di trasporto e dove ora oltre al disagio per i pendolari costretti da anni a spostarsi in condizioni disumane, si somma il rischio di contagio da Covid-19.

Data la situazione infatti ormai da giorni risulta impossibile rispettare il distanziamento sia nelle stazioni che all’interno dei treni, con centinaia di persone accalcate e stipate all’inverosimile; a questo si aggiunge che non esiste personale ferroviario addetto ai controlli e naturalmente i ritardi e le cancellazioni delle corse non fanno altro che peggiorare la situazione.

600 corse saltate in meno di tre settimane, solo nella giornata di giovedì scorso ne sono state soppresse 70 su 200 previste.

“Ormai la situazione è fuori controllo, dopo la giornata nera di giovedì, venerdì 23 c’è stato lo sciopero e in quel caso sono saltate anche le corse garantite; ormai viaggiamo su una media di 50 corse cancellate al giorno, e con la ripresa della scuola significa che abbiamo  meno treni e più viaggiatori tra studenti e lavoratori che quotidianamente si servono della linea” – ha spiegato alla redazione di VignaClaraBlog.it Fabrizio Bonanni, presidente del
Comitato pendolari ferrovia Roma Nord
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Un comitato che conta oltre quattromila iscritti, la maggior parte dei fruitori della linea, pendolari e utenti occasionali, che ormai da anni subiscono una gestione insoddisfacente della ferrovia ma che proprio grazie a questo gruppo facebook riescono a tenersi in costante aggiornamento.

“I problemi che ci sono in questo periodo di emergenza sanitaria sono solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso – continua il presidente del comitato – perché gli stessi disagi li vivevamo ogni giorno anche prima del Coronavirus. Ora però la situazione è più grave e le persone oltre ad essere esauste per le condizioni di viaggio e i ritardi hanno anche paura di ammalarsi, ma in tanti non hanno un’alternativa al treno per spostarsi”.

Una linea quella della Roma Viterbo che collega numerosi comuni, che si trovano a ridosso del quadrante nord di Roma, con la capitale e che ogni giorno dovrebbe garantire lo spostamento di migliaia di pendolari. Un servizio già ridotto dopo il taglio della linea diretta Roma Viterbo che a favore della corsa urbana ha peggiorato le condizioni e allungato i tempi di chi deve arrivare oltre il comune di Roma.

“Il diretto fino a Viterbo non esiste più e ai pendolari viene proposta come unica soluzione la corsa urbana  fino a Montebello, da qui ci sono due possibilità: arrivare a Viterbo in pullman oppure prendere un altro treno fino alla fermata di Catalano (sempre più spesso sostituito dalla linea su gomma) e da qui  fare un ulteriore cambio per arrivare finalmente a destinazione con un altro treno ancora.” – ha spiegato Bonanni.

Oltre tre ore di viaggio per percorrere meno di ottanta chilometri, una follia.

In risposta alle migliaia di segnalazioni pervenute ad Atac, l’azienda per la mobilità ammette i disservizi e giustifica i problemi sulla linea per la mancanza di “interventi di ristrutturazione che fino ad oggi non è stato possibile realizzare in ragione della scarsità di risorse a disposizione” – come si legge sul
sito del comitato
–non offre soluzioni immediate ma informa che “la linea Roma-Viterbo è finalmente sulla strada giusta” con 18 nuovi treni previsti per questa tratta e 337 milioni stanziati dalla regione Lazio per interventi strutturali sulla linea e nelle stazioni, come
annunciato a fine novembre 2019
da Mauro Alessandri, assessore alla Mobilità e Infrastrutture della Regione Lazio.

Treni e interventi che però non sembrano vedere luce, almeno per il momento, e il timore è che i pendolari dovranno aspettare ancora a lungo, si parla infatti di altri quattro anni prima che qualcosa di concreto avvenga davvero.  Stesso discorso per i lavori di raddoppio della linea per il tratto tra Riano e Morlupo, interventi che dovevano prendere il via lo scorso anno e che invece sono stati rimandati all’inizio del 2021.

E dopo gli ultimi 10 giorni di ottobre in cui la situazione è completamente precipitata con la tratta extra urbana del tutto azzerata e quella urbana che ha subito riduzioni del 30 e 40% delle corse a causa di uno sciopero dei macchinisti e capotreni costretti a sopperire con lo straordinario l’orario ordinario, il comitato dei pendolari che già da tempo sta procedendo per vie legali ha fatto richiesta anche di una commissione trasparenza.

Infatti, nonostante i  bollettini impietosi dei contagi degli ultimi giorni (solo domenica 25 ottobre oltre 21.000 casi di cui 1.541 nella Regione Lazio e un nuovo Dpcm entrato in vigore lunedì 26 che tra le varie nuove disposizioni ferma cinema, teatri e palestre e anticipa la chiusura di bar e ristornati), la questione trasporti resta irrisolta: infatti le condizioni del trasporto pubblico permangono invariate con la soglia di capienza massima consentita all’80%, che per la ferrovia Roma Nord sembra davvero un miraggio.

“Siamo ammassati sui pochi treni disponibili, altro che 80%, su questa linea arriviamo al 120% se non al 130%” lamentano i pendolari esausti e preoccupati che sui social e
sul sito del comitato
scrivono centinaia di messaggi dai contenuti simili: “viaggiamo su treni che sembrano carri bestiame, in barba del rispetto delle regole del distanziamento e del rischio di contagio e anche per fare poche fermate a volte impieghiamo oltre un’ora di viaggio, figuriamoci cosa succede per chi viene da più lontano”.

Intanto anche ieri, lunedì 26 ottobre, dagli aggiornamenti costanti da parte di Atac risultano più treni soppressi e corse cancellate che quelle effettuate, con buona pace dei viaggiatori.

Ludovica Panzerotto

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