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Mercoledì 28 Ottobre 2020 10:10

Coronavirus, nelle ultime 24 ore 18.406 casi

coronavirus decremento
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Attualmente in Italia si contano 255.090 positivi. 1.411 i pazienti nelle terapie intensive. Brusaferro (Iss): «Oggi il virus circola all'interno dell'intero Paese»

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18.406 casi nelle ultime 24 ore: è il bilancio aggiornato della diffusione del coronavirus in Italia fornito nella serata di ieri, 27 ottobre, dal ministero della Salute. Il monitoraggio quotidiano parla di 255.090 persone attualmente positive su tutto il territorio nazionale mentre il totale delle persone che hanno contratto il virus dall’inizio della pandemia è di 564.778, con un incremento nelle ultime 24 ore di 21.994. Ancora, tra gli attualmente positivi, 1.411 sono in cura nel le terapie intensive: 127 in più rispetto all’ultima giornata; 13.955 sono ricoverati con sintomi (+958); 239.724 in isolamento domiciliare, senza sintomi o con sintomi lievi, con un aumento di 17.321 nelle ultime 24 ore. Il totale dei deceduti è pari a 37.700, con un aumento di 221 rispetto all’ultima giornata. I dimessi e guariti sono complessivamente 271.988 (+3.362 nelle ultime 24 ore). L’incremento dei tamponi effettuati è pari a 174.398.

I casi attualmente positivi sono 54.884 in Lombardia, 32.841 in Campania, 26.142 nel Lazio, 23.240 in Piemonte, 21.040 in Toscana, 19.517 in Veneto, 17.080 in Emilia-Romagna, 11.734 in Sicilia, 8.708 in Puglia, 6.957 in Liguria, 5.061 in Sardegna, 4.761 in Umbria, 4.609 in Abruzzo, 4.225 nelle Marche, 3.738 nella provincia autonoma di Bolzano, 3.445 in Friuli Venezia Giulia, 2.325 in Calabria, 1.648 nella provincia autonoma di Trento, 1.367 in Valle d’Aosta, 1.076 Basilicata e 692 in Molise.

«Oggi il virus circola all’interno dell’intero Paese», è l’analisi di silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, intervenuto alla conferenza stampa sull’analisi della situazione epidemiologica in Italia, nella sede del ministero della Salute. L’età media di chi contrae l’infezione, ha aggiunto, «si colloca intorno ai 40 anni. Un valore da tenere monitorato con attenzione. Se oggi fortunatamente le persone più anziane contraggono meno dei più giovani l’infezione, gli over 75 e le persone portatrici di più patologie rischiano di avere grandi complicanze ed esito fatale». Ai giovani, dunque, l’invito a «essere molto attenti a proteggere anziani e persone fragili».

Altro elemento su cui «porre attenzione», per Brusaferro, è l’aumento degli asintomatici e dei paucisintomatici, così come quello dei ricoveri in area medica e nelle terapie intensive: «Un trend nettamente in aumento dieci giorni fa; venerdì vedremo sicuramente un’ulteriore progressione». La sfida, ha sottolineato, è «riuscire a gestire l’epidemia garantendo, al tempo stesso, assistenza e risposte di qualità agli altri bisogni di salute, che continuano a esserci». Per questo però «occorre non superare determinate soglie, altrimenti i pazienti affetti da altre patologie non potrebbero più trovare risposta nei nostri ospedali».

Il presidente dell’Istituto superiore di sanità si è soffermato anche sui 4 possibili scenari epidemiologici «identificati dalla circolare ministeriale dello scorso 12 agosto, con relativi rischi, soglie e misure raccomandate o necessarie a livello locale, regionale o nazionale». Scenari che, ha precisato, «sono stati perfezionati a inizio ottobre». L’indice di contagio Rt – vale a dire il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure atte a contenere il diffondersi della malattia -, ha evidenziato ancora Brusaferro, «è ormai in tutte le regioni superiore a 1: il virus circola velocemente, aumenta il numero dei casi e le risorse messe in campo fanno fatica a soddisfare il tracciamento. Sono numeri significativi e difficilmente sostenibili». Di qui la necessità della «nuova fase, ossia il ricorso alla mitigazione per riuscire a raffreddare la curva epidemica». Ma non basta: oltre alle misure a livello locale e nazionale, ha concluso il presidente Iss, «è richiesto a ognuno di noi un grande senso di responsabilità per riuscire a controllare la diffusione dell’epidemia».

Sui numeri da record delle ultime 24 ore è intervenuto anche Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute. «Il trend dell’epidemia è in aumento, più marcato nelle ultime 2-3 settimane – ha detto -. Abbiamo un numero di decessi ancora relativamente limitato e anche l’occupazione delle terapie intensive è ancora al di sotto del livello di guardia». È necessario però «implementare adeguati interventi». Interpellato poi sulle ipotesi di lockdown locali, ha ribadito che «quando la situazione sfugge completamente di mano in una determinata area, l’opzione di chiudere tutte le attività a livello locale è da prendere in considerazione e diventa automatica con uno scenario di tipo 4 avanzato». Richiamando quindi la zona rossa di Codogno, «primo lockdown geograficamente limitato», ha concluso: «È un’opzione temporanea, da guardare positivamente perché causa danni minori di quelli che provocherebbe una non chiusura».

Anche per Brusaferro, «un lockdown a livello locale è necessario per raffreddare la curva dei contagi quando la situazione è fuori controllo. Fa parte della “cassetta degli attrezzi” da dosare e commisurare alle situazioni, concordati all’interno e con le Regioni, per convivere con l’epidemia, far funzionare la società e garantire l’assistenza».

28 ottobre 2020

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