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Giovedì 29 Ottobre 2020 09:10

Conte alla Camera: «Siamo allo scenario di tipo 3»



Il decreto Ristori, con oltre 2 miliardi «riservati a un contributo a fondo perduto rivolto alle attività maggiormente colpite dalle nuove restrizioni» per dare corso a «interventi immediati», ma soprattutto le «ultime restrizioni adottate per tenere sotto controllo la curva epidemiologica e tutelare la salute pubblica». Nel pomeriggio di ieri, 28 ottobre, il premier Giuseppe […]

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Il
decreto Ristori
, con oltre 2 miliardi «riservati a un contributo a fondo perduto rivolto alle attività maggiormente colpite dalle nuove restrizioni» per dare corso a «interventi immediati», ma soprattutto le «ultime restrizioni adottate per tenere sotto controllo la curva epidemiologica e tutelare la salute pubblica». Nel pomeriggio di ieri, 28 ottobre, il premier Giuseppe Conte è intervenuto alla Camera, al Question Time dedicato al dpcm del 24 ottobre scorso.

«Ridurre le occasioni di contagio in questo momento rappresenta l’unica possibilità che abbiamo per consentire da un lato la tenuta del sistema sanitario nazionale, dall’altro scongiurare un secondo lockdown generalizzato che danneggerebbe in misura ancora maggiore l’economia del Paese», le parole del presidente del Consiglio. E a proposito delle restrizioni, adottate o in via di adozione anche da altri partner europei, Conte ha precisato che «rispondono ad una precisa strategia del governo volta gestire la pandemia senza rimanere sopraffatti. L’esperienza – ha continuato – ci insegna che tutelando la salute pubblica e dei singoli cittadini noi possiamo proteggere meglio il tessuto economico-produttivo del Paese».

Guardando in particolare a Francia e Germania, costrette, in queste ore, ad annunciare «severe misure restrittive», il premier ha definito «allarmante» il quadro relativo alla diffusione dell’infezione da
Covid-19
. «In Italia, nonostante le misure finora adottare, la diffusione del contagio ha raggiunto un picco massimo di 21.994 casi e si osserva un’accelerazione, un progressivo peggioramento dell’epidemia segnalato ormai da 12 settimane», ha proseguito. l’epidemia, insomma, è «in rapido peggioramento»: il «forte incremento dei casi» ha portato l’incidenza cumulativa, negli ultimi 14 giorni, a «146,18 per 100mila abitanti contro 75 per 100mila abitanti del periodo 28 settembre-11 ottobre. Sulla base di tale incremento – ha detto ancora Conte – è risultato necessario rafforzare le misure per tenere sotto controllo la curva epidemiologica e salvaguardare la salute pubblica».

Lo stato delle cose al momento in Italia è «compatibile con lo scenario 3» indicato nel documento “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale” predisposto dall’Istituto superiore di sanità con il ministero della Salute, la Conferenza delle Regioni e altri organismi di ricerca. Per questo tipo di scenario, ha chiarito il premier, lo studio del Cts indica, «tra le altre misure, le seguenti: possibilità di interruzione di alcune attività sociali/culturali maggiormente a rischio, quali discoteche e bar anche su base oraria; incentivazione del lavoro agile, al fine di ridurre l’affollamento dei trasporti pubblici e delle sedi lavorative». E ancora, per quanto riguarda la scuola, si prevede, tra l’altro, «possibilità di attivare lezioni scaglionate a rotazione, mattina e pomeriggio; possibilità della didattica a distanza; chiusure temporanee in funzione del numero dei casi sospetti nella singola comunità scolastica. A tali misure, proprie dello scenario di tipo 3, si è attenuto il governo nell’adozione del recente dpcm», la rassicurazione del presidente del Consiglio.

Nelle parole del premier, la consapevolezza che si tratta di «misure severe» ma «necessarie per contenere i contagi. Diversamente la curva epidemiologica è destinata a sfuggirci completamente di mano». Il virus, cioè, sarebbe fuori controllo. «L’insieme delle misure – ha ribadito – va valutato in termini unitari e complessivi, come pure gli effetti dovranno essere valutati nell’arco di circa due settimane».

29 ottobre 2020

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