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Venerdì 15 Gennaio 2021 15:01

Roma-Lazio: il derby in 100 film

Da "Campo de' Fiori" a "Mi chiamo Francesco Totti", il derby raccontato da Gassman, Sordi, Pippo Franco, Tomas Milian e Jeeg Robot

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Forse non sono cento, ma sicuramente sono numerose le pellicole che hanno raccontato il derby capitolino sul grande schermo. Si parte dal lontano 1943, quando nel film “Campo de’ Fiori”, il protagonista Aldo Fabrizi dice testualmente questa battuta: “capirai, Roma-Lazio e chi se la perde?” È la prima volta che il derby capitolino viene citato al cinema. Si tratta di una battuta fugace, ma è un inizio, che porterà il derby sugli schermi dieci anni dopo, nel 1953, nel film “Un giorno in pretura”, sotto gli occhi dei tifosi d’eccezione Alberto Sordi, il romanista, e Peppino De Filippo, il laziale.


Un anno prima, il derby capitolino era stato citato anche nel capolavoro di Luchino Visconti “Bellissima”, quando Anna Magnani e Walter Chiari sentono di sfuggita la radiocronaca della partita.


L’Albertone nazionale vestirà di nuovo i panni del tifoso romanista nei film “Il marito”, in cui prenderà in giro i tifosi laziali e correrà a vedere il derby allo stadio, nonostante la moglie faccia resistenza.


Ancora il derby sarà protagonista di “Ladro lui, ladra lei”, film di Luigi Zampa del 1958, quando Mario Carotenuto e Mario Riva assisteranno a un trionfo della Roma per 4-1 sulla Lazio, vincendo una scommessa con un loro amico laziale costretto a denudarsi.


Cinque anni dopo, nell’episodio “Che vitaccia!” del film “I mostri”, diretto da Dino Risi nel 1963, lo stadio Olimpico diventa nuovamente protagonista, quando un poverissimo Vittorio Gassman, che non ha i soldi nemmeno per comprare il latte a suo figlio, per nulla al mondo rinuncerebbe ad andare allo stadio per gridare a squarciagola “Forza lupiiii! Forza Romaaaaa!” in una scena rimasta memorabile.


Nel 1976 il derby appare in una scena di “Squadra antiscippo“, film di Bruno Corbucci, in cui Tomas Milian veste per la prima volta i panni dell’ispettore Nico Giraldi.


Passano altri sei anni e, nel 1982, Pippo Franco ne “Il tifoso, l’arbitro e il calciatore” è costretto, con grande fatica, a diventare un tifoso “bigamo”, sia della Roma che della Lazio, assistendo al derby da entrambe le curve dello stadio, pur di non dispiacere né al padre romanista, né al suocero laziale.


Per circa trent’anni il cinema italiano pare essersi dimenticato del derby, quando ecco che nel 2012, nel film “Acab” con Pierfrancesco Favino, Roma-Lazio ricompare in una durissima scena, vista dalla parte delle forze di polizia adibite al servizio d’ordine dello stadio Olimpico.


Molto drammatica anche la scena del film “Lo chiamavano Jeeg Robot”, del 2015, quando allo stadio Olimpico, durante il derby capitolino, è stata collocata una bomba che può provocare “Er botto più grosso de tutti i botti, de tutti i bengala, de tutti i derby, de tutta la storia der calcio italiano”.


Infine arriviamo al 2020 e a un film in cui il derby, fronte romanista, è qualcosa di più di una partita, ma è il senso stesso di una vita intera: “Mi chiamo Francesco Totti” di Alex Infascelli.


 

 

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