Servizi > Feed-O-Matic > 91899 🔗

Mercoledì 20 Gennaio 2021 16:01

My favorite things, ovvero la vita degli artisti ai tempi del Coronavirus

Iniziato il percorso festivaliero del Documentario My Favorite Things diretto da Daniele Tullio. Riprese effettuate durante il periodo del lockdown dovuto all’emergenza sanitaria 
… Continua...

leggi la notizia su Cultura - ABITARE A ROMA



Iniziato il percorso festivaliero del Documentario My Favorite Things diretto da Daniele Tullio. Riprese effettuate durante il periodo del lockdown dovuto all’emergenza sanitaria da Covid-19.



Con la regia di Daniele Tullio, l’aiuto alla regia di Laura Paracuollo e con le musiche originali di Gabriele Spampinato, il documentario è stato prodotto dal ‘Photo Club Controluce’ in produzione associata con ‘La voce in maschera’, ‘The zoom room’ e ‘Iustumó’.

Ben otto mesi di lavorazione per completare quest’opera, con l’obiettivo di raccontare le condizioni di vita durante la quarantena di chi l’arte la esercita come professione e che a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ha visto fermare ogni forma di attività in campo artistico e culturale e di conseguenza il proprio lavoro.

Il documentario narra la capacità di reagire, le difficoltà, le speranze, i desideri di persone che non si rassegnano. Donne e uomini, artisti comuni, speciali a proprio modo. Realizzato in parte con riprese dal vivo ed in parte con riprese a distanza attraverso il contributo della prima Web-serie girata ai tempi del Coronavirus “The ZoomRoom” scritta e diretta da Ettore Belmondo, racconta la pandemia attraverso smartphone, videocamere, strumenti di registrazione video improvvisati.

My Favorite Things è stato supportato per la produzione esecutiva e la registrazione sonora dall’associazione ‘La Voce in Maschera’, nell’intento di documentare il realismo esecutivo ridotto all’essenzialità nella sua originalità acustica. Infatti, la sfida dello staff audio è stato quello di valorizzare l’ambiente performativo en pleine air, supportando una post produzione audio che potesse rispettare il più possibile il ‘documento storico’ .

Il progetto che ha visto la propria conclusione a Dicembre 2020 mira a restituire il senso ‘positivo’ della cultura e grazie alla sinergia degli enti coinvolti si apre fin da subito al panorama internazionale permettendoci di partecipare con il documentario a diversi festival tra i quali: Praga International Film Festival, Virgin Spring Cinefest (Kolkata, India), Kosice International Film Festival (Slovacchia), Trailer FilmFest (Milano), FirstTime Filmaker Session (Londra) e Varese International Film Festival, arrivando in Finale alla selezione di Kosice e di Milano, vincendo il premio come miglior Trailer a Praga e come miglior documentario al Virgin Spring Cinefest.

Nella realizzazione dell’opera hanno contributo attraverso la loro arte e la loro professionalità emergenti artisti del settore e nuove realtà audio visive.

«My favorite things è un documentario intimo e universale al tempo stesso, un racconto in cui sia gli artisti che il popolo possono rispecchiarsi. L’Hashtag #iorestoacasa non ha movimentato solamente i professionisti del settore ma anche tutti coloro che hanno voluto sfruttare questo momento per trovare una creatività fuori dall’ordinario. Ciò che appare innovativo e straordinario per la maggior parte della popolazione è invece occasione di sconforto e denuncia da parte di chi l’arte la esercita per professione; e non si parla degli artisti famosi, i grandi nomi, che sono una minoranza all’interno del sistema dell’arte, quanto invece dei lavoratori comuni già in difficoltà, che spesso sono costretti a lavorare a progetto, sotto tirocinio con contratti brevissimi e il più delle volte a chiamata e a nero – Il mondo dell’arte è quello che per primo ha risentito della quarantena forzata: Live negli stadi, cinema, Enti Lirici, Festival, Accademie, scuole di Musica ad oggi sono tutti bloccati. Di conseguenza, quasi 400 mila lavoratori non vedono più un futuro, lo sforzo ad oggi è quello di restare in piedi più di altri, di non diventare “Invisibili”, all’interno di questa continua instabilità economica e sociale.»
Daniele Tullio – Regista

«Nel 2020 si è verificata una situazione drammatica che perdura ancora oggi. In particolare, tutti gli spettacoli dal vivo – che richiedono pubblico, masse artistiche, scene e costumi – sono stati bloccati dal confinamento (lockdown) e dalle successive misure tendenti a contenere la diffusione della pandemia. Nel documentario si parla delle figure che operano nei settori dell’arte e dello spettacolo che sono diventate ‘invisibili’ al pubblico a causa della ‘totale’ chiusura di tutte le attività relative. Il regista ha voluto raccontare la vita culturale di Roma Città Metropolitana, e non solo. Gli attori e i musicisti, protagonisti del documentario, hanno preso l’ispirazione dalle loro vicende personali e hanno raccontato il disagio vissuto dal mondo culturale adornato con la loro innata gioia di vivere. L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha ridotto – quasi interrotto – la vita sociale, generando una profonda lacerazione, ma è indispensabile una forte reazione. Il teatro e la musica non si devono arrendere di fronte a questo terribile virus. Questo lungo momento di interruzione degli spettacoli deve essere visto, invece, come un’opportunità per programmare il loro futuro.»
Armando Guidoni – Controluce

«La musica segue un percorso ben delineato rispettando anche tutte le sensazioni e le emozioni sia positive che negative portate dalla pandemia. Il tema iniziale esprime l’inquietudine e l’ansia, la tenebra che incombe sul mondo e che conduce a prospettive incognite e del tutto inaspettate e imprevedibili. La morte e il virus che dilaga producono queste sensazioni espresse dalla tensione del tremolo degli archi, dei suoni armonici e delle volatine conclusive. Questo tema si evolve nel corso del documentario, insieme al leimotiv contrastante del celebre tema di Coltrane ‘My Favorite Things’ che vuole restituire una ciclicità insolita alla vita quotidiana degli artisti, accendendo la creatività e la speranza che l’arte invece non può morire»
Gabriele Spampinato – Compositore

«Il periodo di lockdown, in un modo o nell’altro, ha condizionato tutti noi e in più il mondo dell’arte è un’argomento che mi riguarda in prima persona. L’illustrazione realizzata rappresenta il modo in cui abbiamo dovuto adattarci continuando a fare le nostre cose, in una situazione che ha messo a dura prova la socialità e ci ha costretti a convivere spesso solo con noi stessi, cosa che ho cercato di rappresentare attraverso la sagoma nera in primo piano. Ho scelto però di utilizzare dei colori abbastanza vivaci come simbolo sia di speranza sia della resilienza umana che ci dà la forza di continuare ad amare le nostre passioni e portare avanti i nostri sogni, nonostante tutto.»
Michela Ceccarelli – Illustratrice e Concept Artist

The ZoomRoom la web-serie, ideata scritta e diretta da Ettore Belmondo che vi partecipa anche in qualità di attore e disponibile interamente su Facebook è stata girata interamente in video conferenza online tramite la piattaforma Zoom e vede la partecipazione di Mario Battisti, Agnese Brighittini, Federica Cignotti, Stefano D’Ottavio, Tiziano Ferracci, Lorella Lombardo, Luigi Martini, Livia Massimi, Alberto Mazzaro, Francesca Nobili, Francesco Petit-Bon, Franco Petit-Bon e Francesca Stagnì.

«Quando e come si potrà tornare a fare teatro, cinema e televisione? Non lo sappiamo. Una delle cose di cui si è parlato tantissimo in questi mesi è lo smart-working. Ecco, “The ZoomRoom” è il nostro tentativo di smart-working laddove lo smart-working sembrava impossibile. Abbiamo pensato di sfruttare le videochat per continuare il nostro lavoro di attori e sperimentare una sorta di nuovo format per una serie – nonostante tutti i limiti imposti dal mezzo – cercando di andare oltre la classica esposizione macchiettistica di personaggi immersi in siparietti di vario colore.»
Ettore Belmondo – Attore e Regista

 

Daniele Tullio Classe 1988, Filmmaker e Operatore Video. Realizza cortometraggi, reportage, videoclip musicali e video corporate aziendali. Il cortometraggio Il Silenzio di Jill è vincitore del REFF di Catanzaro come miglior Pilot per Web Serie. Collabora nella realizzazione di numerosi video per artisti come Ultimo, Giuseppe Natale, Marco Sentieri, Ornella Muti, Enti pubblici e privati come il Parco Regionale dei Castelli Romani, Conservatori e Università. Ha collaborato con Tele Grenoble (Francia), Rossija 1 (tv nazionale russa), Tg2 e Mediaset. Organizzatore del Festival del Cinema di Monte Compatri in 4 Edizioni si occupa della divulgazione di prodotti cinematografici finalizzati a vasto pubblico. Ha partecipato alla realizzazione di Think Big! presentato durante la XVI Edizione della “Giornata degli Autori” di Venezia.

Regia, fotografia e montaggio: Daniele Tullio
Soggetto: Daniele Tullio – Laura Paracuollo
Musiche: Gabriele Spampinato
Aiuto Regia: Laura Paracuollo
Postproduzione suono: Alessandro Colapicchioni – Vincenzo Ricci
Illustratrice e Concept Artist: Michela Ceccarelli
Maschere in cuoio: Alberto Ferraro

Simone D’Acuti, Gabriele Spampinato, Benedetta Reda, Livia Massimi, Alessia Di Fusco, Davide Di Meglio, Emanuela Luongo, Orietta Ciaffei, Mario Battisti, Michele Scifo, Francesca Nobili, Ettore Belmondo, Alberto Mazzaro, Luigi Martini, Agnese Brighittini, Francesco Cammarata, Daniela Vinciguerra, Tiziano Ferracci

Associazione PhotoClub Controluce, in collaborazione con La Voce in Maschera, The ZoomRoom e Iustumó
Durata: 58 minuti
Formato: colore

Questo sito utilizza cookie tecnici, anche di terze parti, per migliorare i servizi offerti e ottimizzare l’esperienza dell’utente. Si prega di leggere l'informativa sulla privacy. Chiudendo questo banner si accettano le condizioni sulla privacy e si acconsente all’utilizzo dei cookie.
CHIUDI