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Lunedì 25 Gennaio 2021 12:01

Giorno della Memoria, Segre: «Attenti alla pandemia delle menti»



La senatrice a vita raggiunta dal Sir dopo la lettera di perdono di Emanuele Filiberto di Savoia per le leggi razziali firmate dal bisnonno. La risposta: «Il silenzio»

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È il silenzio la “risposta” con la quale la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio, reagisce alla lettera di “perdono” che Emanuele Filiberto di Savoia II ha voluto inviare agli ebrei per la firma che suo bisnonno, Vittorio Emanuele III, ha messo alle leggi razziali il 5 settembre 1938.  Raggiunta dall’Agenzia Sir ha detto: «Non ho parole, preferisco il silenzio», rimandando alla
dichiarazione dell’Unione delle Comunità ebraiche in Italia
in cui si ribadisce che né l’Ucei né qualsiasi Comunità ebraica «possono in ogni caso concedere il perdono in nome e per conto di tutti gli ebrei che furono discriminati, denunciati, deportati e sterminati». «Se dovessi dire che effetto mi fanno quelle parole, è meglio che non lo dica – le parole di Segre -. Quando ci siamo parlate con Noemi Di Segni, lei mi ha fatto leggere il comunicato dell’Ucei. Ritengo che lo abbiano scritto molto bene. Poi mi ha chiesto se volevo aggiungere qualcosa e io ho risposto: il silenzio».

Alla vigilia del Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio, la senatrice ricorda quindi la sua ultima testimonianza, a Rondine. «Ho fatto quella scelta per una precisa ragione. Rondine è la “Cittadella della pace”. Quest’anno ho quindi detto di no a tutti. Ho scelto il silenzio. Che è diverso dal silenzio nei confronti dei Savoia. Io ho parlato tanto. Ora devono parlare per me le candele della memoria. Devono parlare quelli che mi hanno ascoltato. Il silenzio, volendo, fa un grande rumore».

Da ultimo, un riferimento alla storia della bimba di 10 anni che si è uccisa per partecipare a una sfida estrema su TikTok. «Ci sono pericoli invisibili che sono il virus di questo tempo – osserva Segre -. Da nonna, trovo di una gravità enorme questa notizia. Non si dovrebbe parlare di altro. Una generazione che si affaccia alla vita che compie un gesto del genere. E lo ha fatto per cosa? Per il nulla. Questa è la vera pandemia. La pandemia delle menti – prosegue -. Questo mi sento di dire da nonna nel Giorno della Memoria: attenti, attenti, attenti. Può succedere qualunque cosa. La cultura del morte è terribile. Questo è il soggetto su cui impiantare il discorso della Memoria».

25 gennaio 2021

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