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Martedì 26 Gennaio 2021 13:01

Fabrizio Falconi, 501 curiosità sulla storia di Roma (inclusa Roma Nord)

Fabrizio Falconi è un giornalista e scrittore romano. Laureato in giurisprudenza, nutre fin da giovane una forte passione per il giornalismo che lo porta, inizialmente, a collaborare con alcune radio private e, in seguito, a proseguire il percorso professionale in Rai, per poi approdare nell’universo Mediaset dove, attualmente. è caporedattore per la testata NewsMediaset e […]

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Fabrizio Falconi è un giornalista e scrittore romano. Laureato in giurisprudenza, nutre fin da giovane una forte passione per il giornalismo che lo porta, inizialmente, a collaborare con alcune radio private e, in seguito, a proseguire il percorso professionale in Rai, per poi approdare nell’universo Mediaset dove, attualmente. è caporedattore per la testata NewsMediaset e del canale all-news TGcom24.

Oltre all’attività giornalistica, portata avanti con grande passione, è autore di numerosi libri, molti dei quali legati alla città di Roma che Falconi conosce bene, da amante, studioso e cittadino.

Il suo ultimo lavoro, dal titolo “
La storia di Roma in 501 domande e risposte
”, narra la storia della Città eterna, dalla sua fondazione fino ai giorni nostri, di cui vengono svelate 501 curiosità, alcune delle quali meno conosciute che meritano, invece, di essere scoperte.

Fabrizio Falconi ha scelto proprio Vignaclarablog.it per raccontare un aneddoto legato alla storia di Roma Nord.

Si tratta di un format già sperimentato dalla casa editrice, Newton Compton, che aveva realizzato, tempo prima, un volume con la stessa formula riguardante la storia di Milano.

L’idea era quella di realizzare un prodotto analogo anche per Roma. Una sorta di compendio di agile lettura, che permette ai lettori di ricapitolare tutti i passaggi principali della storia della Città, dalla sua fondazione avvenuta nel 753 a. C., fino proprio ai giorni nostri.

Per scrivere questo libro, i manuali tradizionali non sono serviti molto. Roma ha una storia tri-millenaria, unica al mondo, di incredibile complessità, perché è stata per molto tempo, e lo è ancora, una delle città più importanti nel mondo, in assoluto. E i manuali che esistono sono, in genere, o troppo specialistici – adatti cioè per studi universitari o comunque di alto livello – oppure troppo semplicistici. C’è sempre la tentazione di ridurre la storia di Roma a una serie di scenette, di personaggi scontati, molto stereotipati, tramandati dai ricordi e dalle nozioni che abbiamo imparato a scuola.

La mia scelta, quindi, è stata quella di tentare un linguaggio nuovo: né superficiale, né da “addetto ai lavori”. Un testo, insomma, leggibile da tutti, anche da chi è completamente a digiuno, ma non banale. Un volume da consultare quando si ha voglia, da leggere tutto d’un fiato, per capire la lunga storia di questa meravigliosa città.

La storia di Roma è piena di misteri, di tutti i tipi: archeologici, artistici, storici anche se – o forse proprio per questo – è una delle storie più raccontate al mondo. Mentre Roma “viveva” e si sviluppava nei secoli, essa veniva contemporaneamente raccontata da grandi scrittori. Anzi, potremmo quasi dire che la storiografia moderna, dopo Erodoto in Grecia, nasce a Roma con Plinio il Vecchio. Nonostante ciò, permangono tanti misteri sepolti negli stessi strati su cui la città è stata costruita.


Un episodio, in particolare, mi ha sempre affascinato e che, ancora oggi, non trova opportuna spiegazione da parte degli storici: si tratta della famosa battaglia di Ponte Milvio del 312 d.C., svoltasi proprio nel nostro quartiere. Non si è mai capito, infatti, cosa abbia spinto l’usurpatore Massenzio a sbagliare completamente strategia, decidendo – lui che disponeva di un esercito molto più numeroso e fresco del suo rivale e di mura cittadine che mai erano state violate – di affrontare Costantino in campo aperto, sulla piana di Saxa Rubra. Una decisione che cambiò l’esito della battaglia e del destino dell’Occidente.

Per quanto riguarda, invece, il presente e il futuro della città, come molti romani io – che amo Roma e ne ho fatto materia per i miei libri – sono considerevolmente avvilito dallo stato in cui si trova già da qualche anno. Roma è stata abbandonata a se stessa e in pratica non è stata più amministrata: con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. La pandemia, poi, ha dato il colpo di grazia.

Spero però, per l’amore che nutro nei suoi confronti, che sappia ancora una volta rialzarsi, come ha fatto tante, infinite volte nella sua storia e che sappia rinascere come l’Araba Fenice, mostrando ancora una volta al mondo intero le sue meraviglie, i suoi tesori, la sua civiltà.

Amo il cinema da sempre. Nel Magazine Speciale che ho realizzato, appena andato in onda su Italia Uno, ho provato a ricostruire il rapporto di Roma con il cinema, un rapporto assai fecondo e durevole nel tempo: tante, veramente tantissime pellicole di incredibile qualità, di autori e registi italiani e stranieri, sono state girate a Roma, nei suoi quartieri e rioni, o negli studi di Cinecittà.

Ho davvero faticato ad effettuare una selezione tra tutte le opere a disposizione, da “Roma città aperta”, di Roberto Rossellini, alla più recente “La grande bellezza”, di Paolo Sorrentino. E magari, chissà, ci sarà bisogno di realizzare altre puntate.

Questo nostro quartiere per molti secoli è rimasto estraneo alla vita cittadina, proprio perché esterno al pomerio e alle mura che circondavano la Città. Sostanzialmente, per lunghi secoli e millenni qui sorgevano campagne molto fertili, attraversate da strade antiche come la Via Flaminia, la via Cassia e la Via Trionfale, che consentivano l’accesso a Roma a chi proveniva da Nord. Si attraversava il Ponte Milvio, uno dei più antichi di Roma in assoluto (ancora in piedi) e percorrendo l’ultimo tratto della Flaminia si giungeva fino alle mura di Roma. Tuttavia, in queste campagne si sono svolte anche scene cruciali della storia di Roma Antica.

La più famosa di queste scene è proprio la fuga di Nerone, dopo il disastro del grande incendio che scoppiò nella Città, insieme alla sua morte, avvenuta nella villa di Fetonte, ad opera dei pretoriani che, dopo averlo trovato, lo obbligarono a uccidersi con il suo stesso pugnale.

È stato molto interessante ricostruire i passi di questa rocambolesca fuga, avvenuta proprio in queste zone insieme a Sporo, uno dei pochi amici fidati che gli era rimasto.

Vigna Clara in particolare, oggi, è un quartiere interessante in cui vivono persone molto diverse. Sicuramente è una zona molto meno “mono-sociale” di come era un tempo. Amo molto i caffè e i bar di Vigna Stelluti, che offrono oasi di delizie e di tranquillità. Io poi sono un vero e proprio appassionato del caffè.

Un’altra piacevolezza è la piccola libreria Velitti, in piazza Jacini: sempre ben fornita e con la competenza e la gentilezza di Aldo, che nel quartiere è diventato un vero punto di riferimento per tutti quelli che – come me – amano i libri.

Caterina Somma

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