Il messaggio della Comunità trasteverina, a 76 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Timore per l'affermazione di movimenti nazionalisti e xenofobi in Europa e in Italia

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«A 76 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, il Giorno della Memoria richiama le istituzioni e i cittadini alla vigilanza di fronte alla crescita dell’antisemitismo e del razzismo, accompagnati spesso da atti violenti e discriminatori». Inizia così la nota diffusa dalla Comunità di Sant’Egidio in occasione della celebrazione della giornata che si celebra il 27 gennaio. «Deve infondere preoccupazione e timore – si legge ancora nel testo – anche l’affermazione, specie nel mondo giovanile, di movimenti nazionalisti, sovranisti e xenofobi in Europa e in Italia».

L’esortazione è a «promuovere, a partire dalle scuole e dalle università, la risposta più efficace all’odio, che è rappresentata dalla cultura e dalla conoscenza della storia. C’è urgenza di rimettere al centro del dibattito pubblico il valore civile dello studio del passato. Le domande sul passato ci aprono alle sfide del presente, lette con la profondità della storia». Per i responsabili della Comunità trasteverina, «la memoria della Shoah ci spinge a lavorare insieme a tanti per tessere la trama di una società accogliente e aperta all’integrazione; per contrastare il sempre più preoccupante linguaggio dell’odio che corre sul web e contagia tanti; per stringere un nuovo patto tra le generazioni che porti i giovani a raccogliere l’eredità dei testimoni, che vanno scomparendo». Un impegno, questo, che Sant’Egidio porta avanti a tutti i livelli nel mondo giovanile, a partire dalle Scuole della Pace, «per promuovere una cultura dell’incontro e della conoscenza e superare così ogni forma di antisemitismo e razzismo».

Inevitabile anche il riferimento alla «tragedia della pandemia», che «ci ha richiamato al destino comune dell’umanità, al di là delle differenze nazionali, etniche o religiose, che in passato, ma anche oggi, sono state sfruttate dagli imprenditori della paura. Per questo – è  la conclusione della riflessione – il ricordo dell’abisso di Auschwitz e dei campi di sterminio non appartiene solo al passato. L’antisemitismo è ancora “una nuvola nera sull’Europa”, come ha affermato la scrittrice Edith Bruck, sopravvissuta ai lager nazisti». Continuare a riflettere sulla storia dell’antisemitismo e del razzismo, dunque, «aiuta ad affrontare con consapevolezza le sfide di un mondo che cambia, con uno sguardo capace di immaginare un domani diverso, mettendo al centro le aspirazioni e la dignità dell’unica, grande famiglia umana».

27 gennaio 2021

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