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Anno Santo

Gigi Proietti

"Roma è bella". Ricordi, Giovacchino
quanno potemio dì senza imbarazzo
'sta frase? E se moveva er Ponentino
mentre a noi, nun ciannava de fa 'n c...?"

"È bella sì, ma fa finta de gnente
respirala co' l'occhi, piano piano,
eppoi coll'artri fa l'indifferente
Si cchiedono "Com'è", tu fa l'indiano".

Dije così: "Com'è questa città?"
"Mah... signore... Che vuole che je dica...
Se lo scopra da lei. Io ciò da fa'"

"Dije che ciai da fa', ma che te frega?
Si te metti a vantà la Roma antica
verranno tutti qui pe' ffà bottega".

"Famo finta che er traffico è ar collasso
dimo che qui se campa proprio male
li servizi so' pessimi, ch'è basso
il tasso de la vita curturale".

"Dimo che nun c'è manco l'Auditorio
che presto ci saranno li cantieri
e che se bloccherà tutto er Cibborio.
E che domani sarà peggio de ieri".

Così dicevi allora in quell'incanto
ner Cinquanta, e ce stava l'Ottobrata.
Ricordi? Rintoccava l'Anno Santo.

Eri profeta, dorce Giovacchino.
Però 'na cosa nun l'hai 'ndovinata:
Che non esiste più, quer Ponentino!

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