Servizi > Feed-O-Matic > 103105 🔗

Lunedì 15 Marzo 2021 15:03

Il PUMS su Metrovia: apprezzamenti, malintesi e costi eccessivi.

quaderni pums metrovia
È comparsa di recente una novità sul portale del PUMS che ci riguarda direttamente: il “Quaderno” intitolato Verifica della fattibilità della proposta Metrovia. 28 pagine dedicate al progetto che abbiamo presentato nel 2018 durante la “fase di ascolto” del PUMS. Tutto sommato, anche se con ritardo, va detto che il “Quaderno” testimonia un’analisi puntuale del […]

L'articolo
Il PUMS su Metrovia: apprezzamenti, malintesi e costi eccessivi.
proviene da
La Metrovia
.

leggi la notizia su La Metrovia



quaderni pums metrovia
È comparsa di recente una novità sul portale del PUMS che ci riguarda direttamente: il “Quaderno” intitolato
Verifica della fattibilità della proposta Metrovia
. 28 pagine dedicate al progetto che abbiamo presentato nel 2018 durante la “fase di ascolto” del PUMS.

Tutto sommato, anche se con ritardo, va detto che il “Quaderno” testimonia un’analisi puntuale del progetto e di classificarlo fra le proposte più efficaci. Così come va detto anche che il PUMS riconosce la bontà del concept Metrovia, da cui ha voluto riprendere una serie di elementi. Tra l’altro, l’analisi di Roma Servizi per la Mobilità ha anche il merito di fornire spunti per un’ulteriore verifica dei costi, sinora da noi stimati in modo solo parametrico per evidenti ragioni.

Venendo al merito, lo studio dei tecnici del PUMS segnala, oltre ad alcune supposte problematiche tecniche, un enorme divario nella valutazione dei costi: oltre 11 miliardi contro i nostri 4,8 (e non 3,3 come mal riportato). Addirittura.

In realtà tale stima si fonda su presupposti sbagliati e su una lacunosa comprensione del progetto, come andremo a dimostrare nelle righe che seguono.

Fattibilità della proposta

  • Promiscuità delle linee e limite nominale delle 12 coppie/h vs ERTMS HD e nessun aggravio di spesa
  • Tagli delle linee a lunga percorrenza e rottura di carico vs convivenza di Metrovia col sistema ferroviario senza rotture di carico
  • Aumento dei tempi di percorrenza vs riduzione dei tempi di sosta e di attesa
  • Criticità su M4, M5, M6, M7 e Circle Line vs solo vantaggi.
Analisi dei costi

  • Fermate e nodi di scambio: costante stima al rialzo vs realistica revisione dei costi
  • I costi delle stazioni e dei nodi
  • Tavola complessiva dei costi
Conclusioni

È la lettura del capitolo relativo alla fattibilità della proposta a chiarire come il progetto non sia stato compreso in molte sue parti essenziali, e questo spiega sia le riserve tecniche, sia il conseguente inserimento di voci di spesa del tutto improprie, che incidono pesantemente sui conti finali.

Entriamo dunque nel merito, a cominciare proprio dal capitolo 4: “Considerazioni sulla fattibilità della proposta”.

Nel “Quaderno” si scrive:

Per quanto siano in corso azioni volte ad aumentare la capacità del nodo ferroviario di Roma (adozione delle cosiddette “sezioni corte”) è bene ricordare che tutte le linee dell’attuale sistema FL sono svolte in promiscuità con i servizi di media e lunga percorrenza: pertanto si può adottare il limite nominale delle 12 coppie/h (cadenzamento a 5′) come strutturale tenendo conto della possibilità di inserimento di tracce “altre”, del franco necessario ai sistemi omotachici e di fisiologici ritardi sui servizi di media e lunga percorrenza. Questi due ultimi fattori vanno considerati anche alla luce della progressiva eliminazione dei posti di movimento su alcune tratte di più recente riqualificazione (ad es. linea Trastevere – Cesano) che impediscono la gestione delle precedenze: cioè i servizi regionali sono parte del servizio metropolitano, mentre andrebbero sbinati per velocizzare i primi e dare maggiore offerta di posti sui secondi.

Il primo appunto è relativo all’affermazione che tutte le linee attuali del sistema FL siano in promiscuità con i servizi di media e lunga percorrenza. Non lo è invece proprio la summenzionata tratta Trastevere – Cesano, che ospita il solo servizio FL3, rendendo improprio l’esempio citato.

Ma il tema è un altro. Metrovia si fonda sull’adozione del sistema ad alta capacità ferroviaria denominato ERTMS HD, che rende superflua la reintroduzione di sistemi di segnalamento ormai superati e dei posti di movimento già soppressi. Sistema in grado di aumentare tutte le frequenze fino a 24 treni l’ora, di accorciare le distanze e di regolare le precedenze tra i convogli. L’adozione di tale sistema è già in corso sul nodo di Roma e il costo di tale implemento è stimato nel conto e consente di evitare tutto l’insieme di interventi inseriti in aggiunta, con le relative ingenti voci di spesa.

Si scrive poi:

Non si ritiene percorribile il taglio delle lunghe percorrenze presso le stazioni di attestamento delle linee “M” pertanto è inevitabile realizzare una serie di interventi fisici e tecnologici per consentire il ripristino dei posti di movimento per la gestione delle precedenze: sarebbe impensabile costringere i passeggeri delle relazioni regionali e interregionali al trasbordo verso treni metropolitani che, stante l’elevato numero di fermate previste, hanno velocità commerciali inferiori del 50%.

La sola linea che prevedeva “il taglio delle lunghe percorrenze”, con la creazione di un nodo di interscambio fra i treni verso l’esterno e quelli del servizio urbano (a Guidonia) era quella da Tivoli-Avezzano-Pescara, come si può evincere anche dalla mappa riportata nel “Quaderno”. Tutte le altre linee a media e lunga percorrenza del nodo di Roma venivano mantenute in convivenza con il sistema di Metrovia. La riserva evidenziata, pertanto (che si focalizza sui soli tempi di percorrenza, omettendo di valutare anche i vantaggi di un percorso capillare e interconnesso al sistema e con molte più corse orarie), era da applicarsi alla sola linea M5, peraltro estraibile dal progetto senza alcun pregiudizio per l’intero sistema.
A margine occorre segnalare che l’attuale evoluzione del progetto Metrovia ha perfezionato il sistema, consentendo anche alla
linea M5 la piena convivenza con il traffico ferroviario
, eliminando la “rottura di carico”
).

Si scrive inoltre:

La questione del calcolo dei tempi di percorrenza e delle velocità commerciali è una questione spesso trascurata ma della quale è bene tenere conto sia dalle prime valutazioni di fattibilità di proposte inerenti i servizi su ferro: dati i coefficienti di accelerazione/decelerazione e le masse coinvolte si può assumere un incremento del tempo di percorrenza di 2-4 minuti (a seconda della morfologia del tracciato e delle relative Piano Urbano della Mobilità Sostenibile Verifica fattibilità della proposta “Metrovia” 20 pendenze) ogni nuova fermata ipotizzata su una linea ferroviaria regionale. Appare non secondario valutare attentamente gli effetti trasportistici in termini di bilanciamento tra ampliamento del bacino diretto e perdita di attrattività per un servizio più lento.

Posto che nel sistema Metrovia non è previsto alcun rallentamento degli attuali servizi regionali (che vengono mantenuti, riducendone anche in diversa misura i tempi di percorrenza), veniamo al tema della supposta perdita di attrattività di un servizio (in questo caso metropolitano) con molte più fermate rispetto ad oggi. La tesi trascura un elemento basilare, a riguardo: gli attuali convogli regionali effettuano meno fermate, ma hanno tempi di sosta non riducibili, pari ad almeno un minuto; i
convogli delle M di Metrovia
, invece, con prestazioni da metropolitana, riducono la sosta media a 15-20 secondi in tutte le stazioni.

Il vantaggio in termini di tempo è presto dimostrato osservando i tempi di percorrenza della M4 rispetto all’attuale FL1: oggi da Fidene a Fiumicino Aeroporto il regionale FL1 effettua 14 fermate e impiega 1 ora e 3 minuti; per lo stesso percorso la M4 effettuerebbe invece un totale di 33 fermate, impiegando 1 ora e 16 minuti, cioè solo 13 minuti in più per un servizio assai più interconnesso e capillare (19 fermate aggiuntive).

Quanto evidenziato nel “Quaderno” del PUMS invece, può valere unicamente per la Roma Lido (M9), che già oggi utilizza convogli con caratteristiche da metropolitana. Il sistema Metrovia aggiunge 12 fermate che, pur aumentando di molto il bacino d’utenza, allungano sensibilmente il tempo di percorrenza.
Anche qui, occorre però segnalare che l’attuale evoluzione del progetto Metrovia ha apportato una significativa
innovazione sulla M9
, sdoppiando il servizio con l’inserimento dei binari di precedenza. Il servizio lento e capillare viene intramezzato, con minore frequenza, dal treno veloce (M9 Express), che effettua pochissime fermate coprendo il tratto Piramide Ostiense – Ostia Centro in soli 25 minuti.

Si scrive ancora:

In dettaglio emergono una serie di elementi di criticità nella gestione del Nodo derivanti dalla proposta di Metrovia di dedicare, ove la disponibilità di binari lo consenta, intere tratte di binario esclusivamente ai servizi tipo “M”:

per la linea M4, a scapito della FL1 che attualmente collega Orte con Fiumicino Aeroporto che verrà invece deviata a Termini tagliando in due parti quello che attualmente rappresenta un servizio passante ampiamente utilizzato ed apprezzato dall’utenza, e costringendo i pendolari provenienti dall’esterno del GRA ad effettuare rottura di carico presso Fidene;

per la linea M7 proveniente da Ciampino, per la quale Metrovia prevede di dedicare i binari del quadruplicamento previsto dal Verbale d’Intesa del 2018. Tale segregazione renderà impossibile il potenziamento dei servizi provenienti dalle direttrici di Albano, Frascati, Velletri e Cassino.

Le linee della M5, M6 e Circle Line, condividono invece l’infrastruttura con le linee FL, con queste ultime che non effettuano fermate fino al capolinea. Va sottolineato che la presenza promiscua di servizi eterotachici sulla stessa infrastruttura non fa che omogeneizzare la velocità dei servizi “veloci” rispetto a quelli metropolitani, con il risultato di annullare l’effetto “express” sulle linee dei pendolari, che quindi viaggeranno alla stessa velocità dei servizi metropolitani, senza poter scendere nelle stazioni/fermate intermedie. Premessa l’ammissibilità delle condizioni di esercizio di Metrovia, per realizzare un reale servizio metropolitano con frequenze di 4’ sui rami esterni del Nodo e di 2’ sulla linea di Cintura è necessario prevedere una spesa aggiuntiva di 2,7 miliardi di euro rispetto a quanto preventivato dai proponenti

Per la
linea M4
le riserve sono del tutto opinabili. Con il nostro sistema la FL1 accelera il proprio percorso verso
Tiburtina
e si dirige a
Termini
, il capolinea più ambito per i pendolari, che viene raggiunto in tempi piuttosto rapidi, una volta entrati nel nodo di Roma.
Se la destinazione invece è Fiumicino, c’è la doppia opzione: quella lenta ed economica della M4, oppure quella assai rapida del
Leonardo
, intercettato a Tiburtina (alternativa ad oggi non disponibile per il pendolare della FL1).
Inoltre, la M4 effettua un servizio metropolitano assai capillare e interconnesso alle linee ipogee e non, che potenzia in modo decisivo tutta la rete urbana del ferro, senza allungare in modo sensibile i tempi di percorrenza, grazie all’utilizzo dei nuovi rotabili metropolitani, come già evidenziato.

Per la
M7
si tratta di realizzare non tutto, ma circa la metà del “quadruplicamento previsto dal protocollo d’intesa”: solo da
Ciampino
a
Statuario
, con costi assai contenuti ed eludendo i problemi archeologici e sociali cui va incontro il progetto FS. Inoltre non viene affatto pregiudicato il potenziamento dei servizi da Velletri e Cassino (che passano rispettivamente da 2 a 4 e da 5 a 6 treni l’ora), mentre quelli da Albano e Frascati si trasformano in un servizio navetta per Ciampino con frequenza che passa dai 60 minuti attuali (non cadenzati) a 8 minuti (cadenzati).

Della linea M5 abbiamo già detto.

Per le linee
M6
e la
Circle Line
si ribadisce che vige il presupposto del sistema ERTMS HD, da implementare sul nodo di Roma, ampiamente citato nel sito.
Quanto al regime omotachico, esso vale solo in parte per entrambe le linee. Sull’arco nord dell’anello ferroviario, infatti, la presenza di alcune stazioni con “binario di precedenza” potrà consentire, tra
Tor di Quinto
e il bivio di
Baldo degli Ubaldi
, la circolazione eterotachica tra la Circle Line (che effettua fermate) da un lato e il Leonardo Express e l’
Alta Velocità
(che non le effettuano) dall’altro. La M6 invece potrà beneficiare da
Olgiata
a Gemelli di alcune stazioni con “binario di precedenza”, tali da consentire di velocizzare, nella prima tratta urbana, il servizio della FL3.

Chiarito il quadro tecnico-progettuale, vediamo l’analisi comparata dei costi stimati dal PUMS e di quelli a suo tempo da noi pubblicati, al fine di verificare e calibrare con maggiore esattezza la cifra necessaria alla realizzazione del sistema.

Diciamo subito che il “Quaderno” del PUMS accorpa alla proposta Metrovia anche il
prolungamento di M9 da Piramide-Ostiense a Flaminio
, da noi proposto separatamente dal resto del progetto e non conteggiato nei costi della proposta “base”. Dal totale di 11 miliardi e 390 milioni va dunque scorporata anche la cifra di tale prolungamento, pari a 1 miliardo 318 milioni.

Per le fermate, le stazioni e i nodi di scambio, l’analisi effettuata dai tecnici del PUMS è stata per noi occasione di una revisione più puntuale del sistema adottato, inizialmente forfettaria.

Il dato di partenza però riguarda il costo base di una stazione “standard”. Una stazione cioè non particolarmente complessa, talvolta replicabile in serie, che comprende: edificio, banchine e pensiline, sottopasso o sovrappasso dei binari, apparati vari di stazione e una media dotazione di parcheggi.

Stazioni con queste caratteristiche sono state realizzate a Ponte di Nona (costo 4 milioni), mentre a
Giardino di Roma
la stazione prevista è stata preventivata in 3,6 milioni e le due stazioni di
Acilia Sud
e Tor di Valle hanno un costo complessivo di 7,2 milioni. Stando a questi parametri, il costo di 4,0 milioni ci pare una congrua base di partenza applicabile (con un piccolo margine in eccesso) alle stazioni con queste semplici caratteristiche.

A tali valori si aggiungono variabili legate alla presenza di sottopassi esterni e alla relativa lunghezza, a eventuali utilizzi di sistemi ettometrici, alla realizzazione di parcheggi particolarmente estesi, alla necessità di doppie banchine e/o binari di precedenza, a espropri e demolizioni, a opere particolari.

Allora, se da una parte la nostra revisione ha effettivamente portato a un aumento sensibile del costo delle stazioni, rispetto a quello più approssimativo da noi stimato in precedenza ed effettivamente al ribasso, non possiamo non riscontrare nel documento del PUMS un atteggiamento contrario: ovverosia una costante tendenza al rialzo, che ad esempio porta a sovrastimare in modo ingiustificato stazioni di estrema sobrietà come
Portonaccio
,
Pleiadi
,
Selinunte
, Prospero Colonna etc.



Per quanto riguarda le altre stazioni e nodi, un’attenta rivalutazione delle opere necessarie ci rimanda alla tabella dei costi qui sotto riportata:



Ecco la tabella di riepilogo con il raffronto dei costi e il conto finale determinato.



Appare evidente dalla tabella di riepilogo che la cifra indicata da Roma Servizi per la Mobilità esorbita di oltre 4 miliardi da quella ricalibrata coi debiti chiarimenti. D’altra parte la cifra da noi individuata in origine ha necessitato di una revisione al rialzo.

Inoltre, come detto in principio, nel “Quaderno” si attribuisce valore positivo al progetto, in fase di istruttoria. Non solo si tratta della singola proposta più votata, ma
rientra tra le sole 38 proposte con efficacia pesata superiore a 50
(valore assunto come indice minimo di sostenibilità dell’intervento) sulle oltre 2600 pubblicate. Infatti, nonostante l’eccesso di valutazione economica fatta dai tecnici di Roma Mobilità, a Metrovia è stato attribuito un indice pari a 492, quindi ben oltre la soglia di sostenibilità. Superiore, ad esempio, alla Linea D (400).

Evidentemente, se su questa valutazione complessivamente positiva non avesse inciso con valore fortemente riduttivo il costo di oltre 10 miliardi, erroneamente sovrastimato, il valore di efficacia di Metrovia sarebbe stato ancora migliore.

Peccato quindi. Perché sarebbe bastato – per evitare questi errori così marchiani – accogliere la nostra richiesta di un incontro di approfondimento della proposta progettuale.

Infine, occorre segnalare che un intero capitolo del “Quaderno” è stato dedicato proprio alle azioni accolte nel PUMS, inerenti il concept di Metrovia.
Anche se nel suo complesso il piano della mobilità risulta carente degli elementi fondamentali che caratterizzano il nostro progetto. In particolare il sistema di nuove fermate a cadenza metropolitana capace di fare rete, nonché lo sdoppiamento del servizio metropolitano da quello regionale, che risponde meglio alle diverse esigenze dei cittadini da un lato e dei pendolari dall’altro.

Tuttavia si legge che il piano “accoglie appieno il concetto base della proposta Metrovia: la massimizzazione dell’uso delle infrastrutture attuali mettendo nel sistema le poche sedi oggi non utilizzate”. Ed elenca una serie di interventi inseriti in tal senso.
In questo elenco di opere, tolte quelle che riteniamo non realmente congrue con l’obiettivo del progetto, ci limitiamo a segnalare:

  • sulla linea per Ciampino, le nuove fermate Selinunte e Statuario;
  • collegamento della
    fermata Tuscolana alla fermata metro di Pontelungo
    ;
  • nuova fermata
    Zama
    ;
  • chiusura dell’anello ferroviario
    e nodo di Tor di Quinto;
  • collegamento
    Libia Nomentana
    (sia pure solo nello scenario tendenziale)
  • adozione di una grafica identitaria propria del sistema ferroviario metropolitano romano, con un brand riconoscibile;
  • l’adozione di un parco rotabile progettato per i servizi ferroviari metropolitani (piano unico, posti principalmente in piedi, alta capacità, spunti elevati).
Si tratta sicuramente di passi avanti, sia perché introducono interventi infrastrutturali utili al sistema, sia perché evidenziano di aver recepito l’esigenza di procedere sull’integrazione tra i servizi ferroviari e quelli metropolitani.

Restiamo però ancora ben lontani dalla creazione di una rete metropolitana di superficie capillare e interconnessa come quella proposta dal sistema di Metrovia. Con il rischio di attivare servizi e interventi che la possono ritardare o in parte pregiudicare anche per il prossimo futuro.

POST SCRIPTUM. Quanto scritto sopra si riferisce alla versione di Metrovia presentata sul PUMS e al materiale presente sul sito in quel periodo.
Oggi Metrovia si è ulteriormente evoluta, e da febbraio 2021 il sito racconta il progetto attuale, con svariate novità e migliorie. Abbiamo applicato la revisione dei costi anche a quest’ultima versione del progetto e 
il costo finale delle nuove metropolitane integrate è risultato pari a € 7 miliardi 310 milioni
. Tale cifra comprende anche il nuovo ampliamento ad est dell’aeroporto di Fiumicino e la gronda sud, opere necessarie ma non considerate in precedenza perché ancora in via di definizione.

L'articolo
Il PUMS su Metrovia: apprezzamenti, malintesi e costi eccessivi.
proviene da
La Metrovia
.

Questo sito utilizza cookie tecnici, anche di terze parti, per migliorare i servizi offerti e ottimizzare l’esperienza dell’utente. Si prega di leggere l'informativa sulla privacy. Chiudendo questo banner si accettano le condizioni sulla privacy e si acconsente all’utilizzo dei cookie.
CHIUDI