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Venerdì 2 Aprile 2021 13:04

Il luogo - limite nell'utopia e nell'arte

30/05/21

Il luogo - limite nell'utopia e nell'arte

Genesi delle differenze politiche e sociali tra periferia e centro dall'Ottocento a oggi, incontro a cura di Carmelo Baglivo.

Incontro con Francesco Moschini

La periferia aveva una sua ragione d’essere, e con ciò anche una forma fisica, rispetto a un centro (non necessariamente storico: anzi si è trattato, almeno fino all’Ottocento, di un centro innanzitutto politico, di potere, per cui periferia stava a indicare regioni, territori, intere città soggette a un potere centrale ), oggi rappresenta la forma stessa della costruzione della città moderna, che non si riconosce più nella storia congelata nel suo centro storico, e conserva l’accezione negativa che allude a una popolazione socialmente inferiore. Il fattore superficialmente caratterizzante la periferia è bensì quello di rappresentare la zona di margine della città che urta continuamente contro i propri limiti fisici e, soprattutto, normativi.
Non a caso lo strumento che più prepotentemente si è andato affermando dentro e fuori del dibattito sull’architettura e la città del moderno e che, al di fuori delle ideologie, più di ogni altro ha caratterizzato la formalizzazione di queste aree urbane è lo zoning, strumento di suddivisione specializzata del territorio. La periferia si contrappone e si differenzia dal centro per la sua miseria, miseria che è data dalla pressoché totale assenza delle stratificazioni, sia storiche che funzionali, che invece determinano la complessità del centro.

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