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Martedì 6 Aprile 2021 15:04

Quel parco sorto dal nulla in Via Cortina d’Ampezzo

Impossibile non accorgersi di quello che sta accadendo all’interno di una piccola area verde, nel cuore di via Cortina d’Ampezzo. Un gruppo di residenti del quartiere ha iniziato, e sta portando avanti, la riqualificazione e la bonifica di un terreno comunale, da anni chiuso e abbandonato. Promotrice dell’iniziativa è Francesca Merola, artista e creativa romana […]

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Impossibile non accorgersi di quello che sta accadendo all’interno di una piccola area verde, nel cuore di via Cortina d’Ampezzo. Un gruppo di residenti del quartiere ha iniziato, e sta portando avanti, la riqualificazione e la bonifica di un terreno comunale, da anni chiuso e abbandonato.

Promotrice dell’iniziativa è Francesca Merola, artista e creativa romana con alle spalle una lunga e variegata esperienza imprenditoriale, che ci ha raccontato com’è nato il progetto.

“Già da tempo volevo fare qualcosa per migliorare il nostro quartiere, avevo vari progetti in mente. Il quel momento il Consorzio Stradale Via Cortina D’Ampezzo, a causa dell’inerzia del Comune debitamente sollecitato, era intervenuto in un terreno incolto per tagliare le canne. Era un luogo completamente abbandonato e ho deciso che quello poteva essere il progetto giusto. Presi l’iniziativa di scrivere nel gruppo Facebook di quartiere proponendo ai residenti di dare una mano nella pulizia, bonifica e riqualificazione di quel terreno. E così abbiamo iniziato”.

Si tratta di un luogo aperto a tutti e vi
si accede dal cancello posto subito dopo il civico 216
.  Il valore dell’iniziativa risiede nel coinvolgimento dei residenti e nella possibilità di creare una via di ingresso nella Riserva Naturale dell’Insugherata.

All’interno del terreno ora diventato un parco sono stati infatti realizzati diversi sentieri, con apposita segnaletica, che si ricollegano a uno già esistente che collega via Taverna, sulla Trionfale, a via dell’Acqua Traversa, zona Cassia ‘Antica’. Anche se, come ci spiega la promotrice, devono ancora essere tagliate le canne e i roveti che soffocano gli alberi che, altrimenti, rischiano di indebolirsi e crollare.

Con un gruppo di collaboratori, Francesca si occupa quotidianamente e in prima persona della pulizia dell’area raccogliendo le cartacce, le feci dei cinghiali e “quelle dei cani con padroni sbadati”, togliendo le piante infestanti e svuotando costantemente il secchio della spazzatura.

“L’obiettivo è quello di attirare l’attenzione dei residenti, coinvolgerli e sensibilizzarli rispetto alla cura del bene pubblico. È importante avere a cuore il nostro verde, per il bene dei nostri figli, soprattutto in un periodo dove viviamo tanto il quartiere. Ci vuole poco”, prosegue Francesca che per abbellire l’area ha messo la sua arte al servizio di tutti.

Da giovane, infatti, ha frequentato la scuola di mosaici del Maestro Costantino Buccolieri, dove ha imparato la tecnica dei mosaici, passione che coltiva ancora oggi. Lo scorso 3 novembre pubblica sul gruppo Facebook dei residenti di Via Cortina la foto della sua prima opera, un sasso ricoperto di mosaici: “Il primo Sasso Passo è stato fatto, messo per il nostro amato Parco”.

Si tratta della “Land art”, una forma d’arte contemporanea caratterizzata dall’intervento dell’artista sul paesaggio, nella natura e sulla natura.

Inoltre, come forma di decoro ma anche per delineare i sentieri, alcuni tronchi e rami di alberi sono stati avvolti da una rete di fili colorati, pezze tessute con i ferri.

Si tratta del fenomeno artistico internazionale meglio noto come Yarn Bombing, un’arte che propone di abbellire gli spazi trascurati senza rovinare o compromettere l’oggetto in maniera irreversibile.

“Gli uncinetti tranquillizzano, vuol dire che è passato qualcuno nel parco e si può stare tranquilli. Entrate, innamoratevi di questo posto e, se trovate una bottiglia per terra, raccoglietela”, esorta l’artista.

hanno risposto all’iniziativa con entusiasmo, pur mancando ancora un apporto pratico al progetto da parte di molti. “Tante persone vogliono contribuire, portano il materiale ma lo lasciano lì. Sono contenta se i residenti vogliono dare una mano ma le persone interessate dovrebbero partecipare dall’inizio alla fine. Ad esempio, quando portano una pianta, invece di lasciarla dovrebbero piantarla senza aspettare che lo faccia qualcun al posto loro”.

“Nel parco – racconta Francesca – abbiamo trovato generatori, banchi, gomme. Insomma, di tutto. Ho chiesto una mano per portare via quanto trovato e qualcuno, molto gentilmente, ha preso il banco e l’ha portato all’ingresso, senza però smaltirlo. Ecco, sarebbe cosa gradita che chi voglia iniziare un lavoro lo porti a termine, senza lasciare l’opera a metà”.

Per portare a termine il progetto servono ancora piccoli interventi. “Sarebbe utile avere un secchio da fissare per terra così che non possa cadere, oltre al proseguimento dell’inferriata, la staccionata di legno per delimitare il parco ma, soprattutto, sarebbe opportuno venissero messe alcune panchine per rendere il parco accogliente, un punto socializzante del quartiere”.

In ogni caso, “quando vedo persone entrare e scendere a fare una passeggiata nella valle dell’Insugherata sono felice”, conclude Francesca sperando che i residenti sappiano tenere in ordine il parco, rispettarlo e averne cura.

Caterina Somma

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