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Giovedì 10 Giugno 2021 15:06

Viadotto Corso Francia, la Trans-Amazzonica di Roma Nord

Ogni giorno migliaia di automobilisti provenienti dalla Cassia-Flaminia e da Viale Pilsudski si immettono a velocità piuttosto sostenuta sul viadotto di Corso di Francia senza far caso a cosa li circonda. Normale, la fretta di chi va al lavoro o porta i figli a scuola impedisce di prendersela con calma e di godere del paesaggio […]

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Ogni giorno migliaia di automobilisti provenienti dalla Cassia-Flaminia e da Viale Pilsudski si immettono a velocità piuttosto sostenuta sul viadotto di Corso di Francia senza far caso a cosa li circonda. Normale, la fretta di chi va al lavoro o porta i figli a scuola impedisce di prendersela con calma e di godere del paesaggio che lo circonda.

Sebbene oramai siamo abituati e rassegnati a vedere la nostra città ricoperta in tutte le stagioni da erbacce ed arbusti a volte alti anche un paio di metri, quello che succede agli ingressi del viadotto di Corso Francia ha semplicemente dell’incredibile: qualcosa di simile alla BR-230 ovvero la “
Trans-Amazzonica
”. Non certo per la lunghezza ma per la varietà e abbondanza della vegetazione che la circonda.

Come per la “rodovia” brasiliana, anche qui la vegetazione cresciuta per anni a dismisura sembra voler inghiottire ogni cosa, guard-rail e asfalto compresi. E’ talmente alta e fitta che neppure riesci a violarla.


La vegetazione si è sviluppata in modo talmente esagerato che ha avviluppato le ringhiere di ferro generando un vero e proprio ammasso vegetale che copre ogni cosa, visuale compresa, dal momento che arriva fin sopra l’asfalto della carreggiata.

Chi arriva con l’auto corre attraverso due pareti  verdi altissime simili a quelle di un tunnel; pensare di affrontare il viadotto a piedi servendosi dei passaggi laterali è impossibile, a meno di dotarsi di motosega e machete.


La situazione non è migliore alla fine di Ponte Flaminio che, sporco e imbrattato, è ricoperto da una fitta coltre di erbacce che sotto il sole sono diventate gialle. Le aiuole nei pressi delle fontane poi, ovviamente sempre lerce, si sono trasformate in un ammasso inestricabile di vegetazione.

Impossibile rimanere indifferenti davanti alla “trans-amazzonica de noantri” e non pensare ai tanti annunci, alle promesse di chi, ora l’uno ora l’altro, si propone di rendere un po’ più vivibile la nostra città.

Francesco Gargaglia

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