Venerdì 11 Giugno 2021 10:06
Radio Ghetto_voci libere
da 13/06/21 a 13/07/21
Parco Alessandrino
RADIO GHETTO_voci libere
di Collettivo Radio Ghetto
drammaturgia collettiva Collettivo Radio Ghetto
con Francesca Farcomeni
regia Luca Lòtano
luci Raffaella Vitiello | regia audio Jak Spittle | allestimento Raffaele Urselli | montaggi audio Marco Stefanelli e Jak Spittle | foto di scena Ginevra Sammartino
co-produzione Teatro Studio Uno 2019 | con il supporto di Nuovo Cinema Palazzo residenza artistica Contrabbando 2018 | con il supporto di Mono srls
di Collettivo Radio Ghetto
drammaturgia collettiva Collettivo Radio Ghetto
con Francesca Farcomeni
regia Luca Lòtano
luci Raffaella Vitiello | regia audio Jak Spittle | allestimento Raffaele Urselli | montaggi audio Marco Stefanelli e Jak Spittle | foto di scena Ginevra Sammartino
co-produzione Teatro Studio Uno 2019 | con il supporto di Nuovo Cinema Palazzo residenza artistica Contrabbando 2018 | con il supporto di Mono srls
Capitalismo, migrazioni, sfruttamento. Ma cos’è, in fondo, un ghetto? Esiste davvero? Chi ci vive? Cosa sognano i suoi abitanti, cosa vedono, che musica ascoltano, cosa mangiano, cosa significa e perché vivere in una baracca in mezzo alle campagne nell’Italia del 2019? E ancora, perché un gruppo di occidentali passa due mesi a vivere all’interno di quei ghetti?
Il progetto teatrale Radio Ghetto_voci libere nasce per mettere in scena, in una modalità performativa, l’archivio e l’esperienza della radio partecipata vissuta all’interno dei ghetti dei braccianti agricoli; creare un luogo scenico nel quale possa nascere una nuova lingua, un altro modo di raccontare, con la voce di chi per Radio Ghetto è passato e continua a passare.
Lo spettacolo diventa allora un viaggio sonoro in continuo aggiornamento, un format, un dialogo tra racconto e tracce audio; la performance diventa esplorazione, il momento della restituzione scenica un modo per “performare l’archivio”. In bilico tra l’indagine, l’evocazione, la messa in scena di un archivio di schegge sonore – storie, conversazioni, rumori ambientali, musiche – senza cadere nel pietismo ma conservando la tragica ironia del quotidiano, il progetto è un invito a riconoscerci, a tornare in quel ghetto che appartiene a tutti, se non come luogo come condizione esistenziale. E mentre la voce della radio e quella dell’attrice in scena dialogano, si interrogano, si sovrappongono quasi a confondersi, ci si rende conto che oltre l’oppressione, lo schiavismo moderno, le baraccopoli e i campi che ci circondano, ciò che si trova in fondo è un richiamo alla vita.
Il progetto teatrale Radio Ghetto_voci libere nasce per mettere in scena, in una modalità performativa, l’archivio e l’esperienza della radio partecipata vissuta all’interno dei ghetti dei braccianti agricoli; creare un luogo scenico nel quale possa nascere una nuova lingua, un altro modo di raccontare, con la voce di chi per Radio Ghetto è passato e continua a passare.
Lo spettacolo diventa allora un viaggio sonoro in continuo aggiornamento, un format, un dialogo tra racconto e tracce audio; la performance diventa esplorazione, il momento della restituzione scenica un modo per “performare l’archivio”. In bilico tra l’indagine, l’evocazione, la messa in scena di un archivio di schegge sonore – storie, conversazioni, rumori ambientali, musiche – senza cadere nel pietismo ma conservando la tragica ironia del quotidiano, il progetto è un invito a riconoscerci, a tornare in quel ghetto che appartiene a tutti, se non come luogo come condizione esistenziale. E mentre la voce della radio e quella dell’attrice in scena dialogano, si interrogano, si sovrappongono quasi a confondersi, ci si rende conto che oltre l’oppressione, lo schiavismo moderno, le baraccopoli e i campi che ci circondano, ciò che si trova in fondo è un richiamo alla vita.
Vincitore bando L’Italia dei Visionari 2020
Il programma potrebbe subire variazioni
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