Si chiamerà "Casa Anna Maria Marotto". A gestirlo, la Comunità di Sant'Egidio. Il sindaco Raggi: «Progetti che valorizzare la persone e le sue potenzialità»

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Nasce in zona Termini un nuovo cohousing per persone senza dimora, con l’obiettivo di accompagnarle in un percorso di reinserimento, verso la piena autonomia. “Casa Anna Maria Marotto”: si chiamerà così, in ricordo della benefattrice che ha donato a Roma Capitale le risorse con cui è stata realizzata la ristrutturazione dell’immobile, affidato dal Campidoglio alla Comunità di Sant’Egidio. I locali sono concessi in comodato d’uso, per un periodo di tre anni, rinnovabili in caso di esito positivo della sperimentazione e in base ai risultati del progetto. Ogni anno l’associazione dovrà inviare all’amministrazione una relazione dettagliata delle attività svolte e programmate.

«Come amministrazione – dichiara il sindaco di Roma Virginia Raggi – abbiamo investito con convinzione per andare oltre una visione meramente assistenzialistica, in favore di progetti strutturati e mirati che valorizzino la persona e le sue potenzialità». Con questo obiettivo, riferisce, sono già stati inaugurati «un condominio sociale, due stazioni di posta e un cohousing in appartamento, in cui gli ospiti sono accolti, stimolati e guidati, partendo dal loro coinvolgimento attivo, con l’obiettivo di intraprendere e portare avanti un percorso di reinserimento sociale, lavorativo e abitativo. Continuiamo a investire in questa direzione».

Nel dettaglio il progetto – che prenderà il via non lontano dall’altro cohousing di Roma Capitale “Casa 95”, sempre in zona Termini – prevede l’avvio di nuovo servizio di residenzialità H24 che accolga persone in condizioni di disagio sociale ed abitativo, ponendole al centro di percorsi di sostegno in grado di promuovere l’autodeterminazione e di valorizzare le risorse personali. Gli ospiti dovranno essere guidati verso un modello di vita più strutturato, favorendo il recupero e il mantenimento dell’autonomia, in base alle risorse personali e alle  condizioni fisiche, con l’obiettivo di uscire dai percorsi assistenziali. Ancora, dovranno essere avviate attività di segretariato sociale e supporto nella cura e nella tutela della salute, in comunicazione con altri servizi territoriali tra cui i servizi socio-sanitari e i centri per l’impiego, sempre mantenendo una costante azione di raccordo con la Sala operativa sociale e il Dipartimento Politiche sociali di Roma Capitale.

«La persona è al centro dei nostri servizi – afferma l’assessore capitolino alla Persona, scuola e comunità solidale Veronica Mammì -. In questi anni abbiamo voluto superare la logica assistenzialistica e delle grandi strutture, investendo su forme di accoglienza di più piccole dimensioni e più capaci di valorizzare gli ospiti in un ambiente di tipo familiare. Partendo dall’attivazione nella cura degli spazi in condivisione – spiega -, vengono strutturati dei progetti personalizzati, in base alle caratteristiche e alle potenzialità di ciascuno, anche attraverso stage formativi e avviamento al lavoro». Coinvolgendo, nella sperimentazione di queste nuove forme di accoglienza in coabitazione, anche il mondo dell’associazionismo presente in città, come, appunto, nel caso della struttura affidata alla Comunità di Sant’Egidio.

11 giugno 2021

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