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Mercoledì 8 Settembre 2021 17:09

Discarica di Albano. La Raggi aveva ragione e Zingaretti ora tace. Sì del Tar all’apertura dell’impianto. Ad aver fallito sulla gestione dei rifiuti a Roma è la Regione Lazio

Una vittoria per Virginia Raggi, una decisione che sa lontanamente di sconfitta per Nicola Zingaretti. La discarica di Roncigliano non deve chiudere. L’ordinanza con cui la sindaca capitolina Raggi, in qualità di presidente della Città Metropolitana l’ha rimessa in funzione (leggi l’articolo), resta valida. Lo ha deciso ieri il Tar a cui, il comune di […]

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Una vittoria per Virginia Raggi, una decisione che sa lontanamente di sconfitta per Nicola Zingaretti. La discarica di Roncigliano non deve chiudere. L’ordinanza con cui la sindaca capitolina Raggi, in qualità di presidente della Città Metropolitana l’ha rimessa in funzione (
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), resta valida. Lo ha deciso ieri il Tar a cui, il comune di Albano Laziale si era rivolto (
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). Niente sospensiva quindi. La richiesta avanzata dal sindaco Massimiliano Borrelli non è stata accolta. Il primo cittadino del comune castellano, contrario come molti suo colleghi dell’ex Provincia all’utilizzo dell’impianto, si era rivolto al tribunale amministrativo.

I giudici del Tar però, contravvenendo alle aspettative dei residenti in presidio permanente davanti la discarica, hanno deciso che il provvedimento di Raggi del 15 luglio resta in vigore. E l’impianto quindi può continuare a raccogliere i camion con i rifiuti stabilizzati in arrivo da Roma e Frosinone. Ma cosa hanno detto i magistrati amministrativi? “Nella comparazione degli interessi la domanda cautelare non è assistita da periculum in mora”, hanno scritto, aggiungendo che “da un lato è comprovata la gravità dell’emergenza connessa alla gestione dei rifiuti da parte della Città metropolitana” e “dall’altro, non vi è dimostrazione che l’attività autorizzata dall’atto impugnato apporti in sé un aggravamento della contaminazione del sito, tale da arrecare un pregiudizio irreparabile alla salute e all’ambiente”.

UNO A ZERO. Insomma, tutto legittimo. Esattamente come aveva detto la sindaca. “La scelta di Albano- ha commentato non a caso la prima cittadina – è stata motivata dal rischio di un’oggettiva crisi e l’aspetto ambientale è sotto controllo”. La sindaca ha però sottolineato anche che “Non c’è da esultare, perché una comunità e un territorio sono giustamente preoccupati per la riapertura dell’impianto. Ma a loro – ha aggiunto Raggi – ribadisco che questa scelta è temporanea e che si è resa necessaria per l’inerzia da parte della Regione Lazio, che non ha pianificato un adeguato sistema di impianti di smaltimento”.

IL RILIEVO POLITICO. Ed è proprio questo il punto e il rilievo profondamente politico. Alcuni mesi fa e poi nei giorni scorsi la Raggi aveva tuonato contro la Regione. Già a metà luglio la Raggi aveva chiaramente parlato, intervenendo in Aula di “fallimento della Regione Lazio e del presidente Nicola Zingaretti sui rifiuti (
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). Se vogliamo dire che sia colpa del Campidoglio ce lo possiamo anche raccontare se vogliamo stare più tranquilli. Il problema dei rifiuti ha un nome: Regione Lazio, a guida Nicola Zingaretti. In 8 anni non ha programmato un impianto”.

Un J’accuse molto chiaro che non a caso colpì già allora nel segno, tanto che la Raggi si tirò addosso numerose critiche dalla maggioranza regionale. Un concetto non a caso ribadito anche oggi tramite social: “Io difendo la mia città. E per farlo sono pronta a prendere decisioni difficili ma necessarie. Come quella che ha portato all’apertura della discarica di Albano Laziale. Ho deciso di assumere la responsabilità che chi amministra la Regione Lazio non vuole assumere. Io non mi volto dall’altra parte e difendo la mia città”. Il riferimento è ovviamente diretto in maniera nitida a Nicola Zingaretti che – sarà un caso – nella giornata di ieri ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Adesso vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni, anche perché ovviamente il tema della gestione dei rifiuti entrerà di peso anche nella campagna elettorale.

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