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Lunedì 27 Settembre 2021 12:09

Cambiamenti climatici: i bambini esposti a eventi estremi molto più dei nonni



Save the Children e il rapporto "Nati in crisi climatica", alla vigilia dello Youth4Climate. «È una crisi dei diritti dei più piccoli. Agire per proteggerli»

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«In base agli attuali impegni presi dai Paesi del mondo per contenere l’innalzamento della temperatura globale, i bambini nati nel 2020 saranno esposti alle ondate di calore eccessivo in media 7 volte di più rispetto ai loro nonni, con punte di 18 volte in più se si considera ad esempio il solo Afghanistan. I neonati di oggi saranno anche colpiti 2,6 volte in più dalla siccità, 2,8 volte in più dalle inondazioni dei fiumi, quasi 3 volte in più dalla perdita dei raccolti agricoli, con punte di 10 volte in più come in Mali, e dal doppio degli incendi devastanti». È l’allarme contenuto nel rapporto “
Nati in crisi climatica. Perché dobbiamo agire subito per proteggere i diritti dei bambini
“, diffuso da Save the Children alla vigilia dei meeting internazionali Pre-Cop26 e Youth4Climate, a Milano dal 28 settembre al 2 ottobre, realizzato in collaborazione con un team internazionale di ricercatori sul clima guidati dalla Vrije Universiteit Brussel.

L’occasione per la presentazione sarà questo pomeriggio, 27 settembre, alle 16 l’evento internazionale online “Children and youth voices on the climate crisis”, alla presenza del ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani e con la partecipazione di giovanissimi attivisti tra i 12 e i 18 anni collegati dall’Africa, dall’Asia, dall’Europa e dall’America Latina per un dialogo intergenerazionale sui temi della crisi climatica globale. Un’altra tappa preparatoria verso il summit Onu sulla crisi climatica, la Cop26, appunto, in programma a Glasgow, in Scozia, dal 31 ottobre al 12 novembre, sotto la presidenza del Regno Unito.

Al centro dell’attenzione, l’aumento netto dell’esposizione a una serie di eventi estremi legati al clima per i bambini nati nel 2020 rispetto a quelli nati nel 1960. «Anche se l’86% delle emissioni globali di CO2 è responsabilità dei Paesi più ricchi – si legge nel rapporto -, i bambini che vivono in quelli a basso e medio reddito e nelle comunità più svantaggiate saranno colpiti prima e più pesantemente, perché sono già i più esposti alle malattie trasmesse dall’acqua, alla fame e alla malnutrizione, e vivono in alcuni casi in abitazioni precarie o più fragili e vulnerabili in caso di inondazioni, cicloni e altri eventi climatici estremi». Per i piccoli più vulnerabili, gli impatti del cambiamento climatico possono interrompere l’accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione, come nel caso delle bambine penalizzate dalle disuguaglianze di genere, delle popolazioni sfollate o rifugiate, dei bambini disabili e delle popolazioni indigene. È il caso del Pakistan, dove dopo le inondazioni del 2010 aggravate dal cambiamento climatico, il 24% delle bambine al sesto anno di studi ha abbandonato la scuola rispetto al 6% dei bambini; o di quelli dell’Africa subsahariana, che devono affrontare 2,6 volte più perdite nei raccolti rispetto ai loro coetanei del Nord America o dell’Europa occidentale; un numero che sale a 4,4 volte in più per i piccoli di Medio Oriente e Nord Africa. «Alcuni di questi bambini corrono il rischio di subire questi disastri simultaneamente o in rapida successione, con l’effetto indiretto di rimanere intrappolati in un circuito di povertà a lungo termine e di annullare decenni di progressi nella lotta contro la fame e contro le sue conseguenze come l’arresto della crescita che compromette la loro salute».

Il rapporto di Save the Children, sviluppato con la partecipazione e le testimonianze di un gruppo di bambini tra i 12 e i 17 anni provenienti da Albania, Bangladesh, Cile, El Salvador, Guatemala, Kosovo, Norvegia, Somalia, Sri Lanka, Stati Uniti e Zambia, delinea le proporzioni devastanti dell’impatto della crisi climatica sui bambini se non ci sarà un’azione immediata. Se è vero infatti che gli impegni presi finora per la riduzione delle emissioni nel quadro dell’Accordo di Parigi determinerebbero un aumento della temperatura globale da 2,6 a 3,1 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali, «con un impatto inaccettabile sui bambini», è anche vero che è ancora possibile invertire questo andamento. «Se si riuscirà a limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi come sancito dall’obbiettivo dell’Accordo di Parigi, l’esposizione aggiuntiva dei neonati attuali alle ondate di calore eccessivo diminuirà del 45%, del 39% per la siccità, del 38% per le inondazioni dei fiumi, del 28% per la perdita dei raccolti e del 10% per la devastazione degli incendi».

Nelle parole di Inger Ashing, Ceo di Save the Children International, «la crisi climatica è di fatto una crisi dei diritti dei bambini e l’azione sul cambiamento climatico non è solo un obbligo morale, ma anche un obbligo legale per i governi di agire nel migliore interesse dei bambini. Le recenti ondate di calore negli Stati Uniti e in Canada, gli incendi in Australia, le inondazioni in Europa e in Cina, le molteplici siccità che stanno causando crisi alimentari in luoghi come l’Afghanistan, il Madagascar e la Somalia, hanno chiaramente dimostrato che nessun luogo è sicuro. Senza un’azione immediata – prosegue -, consegneremo un futuro mortale ai nostri figli. Dobbiamo eliminare la nostra dipendenza dai combustibili fossili, creare reti di sicurezza finanziaria per l’adattamento ai cambiamenti climatici e sostenere le comunità più colpite. Possiamo ribaltare la situazione, ma dobbiamo ascoltare i bambini e passare all’azione per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi e dare molta più speranza ai bambini che non sono ancora nati».

L’appello di Save the Children ai governi è anche quello di ascoltare la voce di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, abitualmente lasciati fuori dalle decisioni chiave su questa emergenza. Agire in base alle loro raccomandazioni: questa è la sfida per la Cop26, che sarà chiamata a scelte cruciali per il loro futuro. E a questo guarda l’evento internazionale promosso dall’organizzazione per questo pomeriggio. L’evento, che fa parte del programma ufficiale degli eventi All4Climate promosso dal ministero per la Transizione ecologica, sarà moderato da Ken Anzai e Federico Brignacca, due ragazzi di Change the Future, la piattaforma di informazione online promossa dal Movimento Giovani per  Save the Children per dare voce alle ragazze e ai ragazzi sui temi cruciali degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile, e raccontare il cambiamento attraverso le loro  testimonianze e proposte. Per partecipare all’evento sullapiattaforma Zoom è possibile registrarsi
qui
, scegliendo la lingua nella quale seguire l’incontro (italiano, inglese o spagnolo).

27 settembre 2021

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