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Lunedì 4 Ottobre 2021 18:10

Voto, fin qui tutto come previsto

Nessuna sorpresa a quanto pare dal primo turno. Fine corsa per Raggi, fortissimo astensionismo. In Campidoglio torna il bipolarismo centrodestra-centrosinistra. Ballottaggio tra due settimane. Chi diventerà sindaco, dovrà prima di tutto ricostruire la fiducia

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Prima gli exit poll, poi le proiezioni – realizzate sui cosiddetti seggi-campione, e quindi più affidabili – stanno disegnando per Roma un risultato elettorale che è più o meno quello uscito dai sondaggi delle settimane scorse. 

E dunque: nessun sfidante vince al primo turno; la sindaca uscente Virginia Raggi, eletta con una maggioranza schiacciante e monopartitica a Cinque Stelle nel 2016, non va al ballottaggio; lo scontro politico torna a essere tra centrodestra e centrosinistra. 

L’affluenza al voto è stata molto bassa – sotto il 50% – marcando una grossa sfiducia da parte dei cittadini nella possibilità di riformare davvero Roma. Ma anche questo era previsto, e non ci sono state – purtroppo – sorprese.

Il centrodestra arriva in vantaggio perché nel centrosinistra, in realtà, i candidati erano due: Roberto Gualtieri e Carlo Calenda. Calenda ha iniziato la sua campagna elettorale “corsara” un anno fa, è ferocemente contrario a qualsiasi intesa tra centrosinistra e M5S e oggi incassa comunque un buono score. Anche se probabilmente il massimo risultato che poteva ottenere non era vincere, ma azzoppare Gualtieri e mandare al ballottaggio Michetti e Raggi. Date le caratteristiche del personaggio, che punta ad avere una ribalta nazionale, è difficile dire se Calenda resterà in Consiglio Comunale, e per quanto tempo, o si stuferà presto e cercherà una nuova avventura.

Per Virginia Raggi si è ipotizzato un possibile ruolo nazionale nel M5s di Conte. Ma aldilà dello spessore politico o meno della ex sindaca, è difficile che possa rivestire un ruolo diverso da quello dell’opposizione interna, visti i rapporti non proprio positivi con il centrosinistra.

Gualtieri ha detto nei giorni scorsi che non proporrà nessun apparentamento con il M5s né con Calenda. Secondo molti è il favorito al secondo turno, quello del 17-18 ottobre. Perché l’elettorato di Calenda sembra più orientato appunto verso il centrosinistra (e lo stesso Calenda potrebbe alla fine orientare pubblicamente i suoi voti) e lo zoccolo duro che ha votato Raggi non simpatizza per il centrodestra. Ma nulla ovviamente è scontato, perché al ballottaggio andranno ancora meno elettori. E perché il prossimo sindaco partirà con un indice di fiducia molto basso e con tantissime richieste da parte dei romani, pronti subito a contestare.

QUI i dati ufficiali del Ministero dell’Interno
che vengono aggiornati mano a mano che arrivano i voti reali.

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