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Venerdì 14 Gennaio 2022 12:01

Ambiente e crisi climatica: ripartire dai giovani



La conferenza promossa dalla parrocchia Santa Maria del Carmelo (Mostacciano) con gli studente della scuola media Bachelet. «Uscire da forme inquinanti»

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Un momento di incontro e di dialogo con i ragazzi perché è da loro che bisogna ripartire per generare una responsabilità civile e religiosa. È quanto ha rappresentato la conferenza “Crisi climatica, cosa possiamo fare?”, promossa questa mattina, 14 gennaio, dalla parrocchia Santa Maria del Carmelo a Mostacciano. L’iniziativa, che ha visto la partecipazione attiva degli studenti e studentesse della scuola media Vittorio Bachelet, ha inteso accendere i riflettori su un ritmo di consumo e di spreco non più sostenibile per il nostro pianeta, come ha spiegato Jacopo Isabelli, giovane attivista di Fridays for future, il movimento internazionale ispirato da Greta Thunberg. «La crisi climatica è il più grande problema delle nostre vite – ha commentato -. Quello che possiamo fare è uscire da forme inquinanti; unire le nostre voci a favore dell’ambiente e dei diritti umani; rompere il silenzio e ascoltare la scienza». Il compito dei ragazzi «è far capire a più persone possibili che questa è una emergenza che non può essere più ignorata e che l’età non conta se si vuole fare la differenza». Ponendo in relazione i nostri stili di vita con le dimensioni umane e sociali, Isabelli ha aggiunto che «il clima non è uguale per tutti: i Paesi occidentali sono i principali responsabili delle emissioni, mentre sono i Paesi del sud del mondo a subire le peggiori conseguenze». Quindi l’invito a informarsi e attivarsi: «Quando si fa un’azione buona i risultati non sono subito visibili – ha concluso-. Tuttavia, è importante persistere perché solo con il tempo la sensibilità delle persone cambierà».

 Dei problemi direttamente derivanti dall’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera ha parlato Roberto Somma, ex dirigente Thales Alenia Space Italia e docente in master di Sistemi spaziali: «È il principale fattore responsabile dell’effetto serra con il conseguente aumento della temperatura del nostro pianeta, responsabile dello scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento dei livelli dei mari, l’avanzare della desertificazione», ha osservato, evidenziando il ruolo dei satelliti nell’analisi e gestione della qualità ambientale del nostro pianeta «grazie allo sviluppo di nuove tecnologie che hanno dotato l’umanità di “nuovi occhi”». Si tratta di strumenti che consentono di tenere sotto controllo fenomeni su cui urge intervenire, «riportando a valori accettabili non solo l’anidride carbonica ma anche il biossido di azoto, responsabile di problemi respiratori».

Insomma, è necessario rimettere al centro un’educazione alla responsabilità ambientale, come ha sottolineato la referente della comunità Laudato si’ di Roma Anna Rita Lorusso, che ha condiviso con i giovani la sua personale esperienza di conversione ecologica: «Costruire la “casa comune” presuppone un nuovo modo di ragionare sulla società, oltre che una visione a 360 gradi fatta di concretezza», ha spiegato, cucendo il suo intervento sulla parola chiave “creatività”. «“Tutto è connesso”, per questo bisogna continuare a fare cose buone e creative, portando avanti il progetto di Dio». Sulle energie civiche che premono sulle responsabilità dei cittadini si è soffermata infine Alejandra Alfaro Alfieri, di Retake Roma, l’associazione impegnata nella lotta contro il degrado e nella valorizzazione dei beni pubblici: «La rigenerazione urbana e la rigenerazione sociale sono fenomeni multidimensionali integrati – ha evidenziato -. Oggi i vari progetti di rigenerazione coinvolgono l’intera cittadinanza, considerata una espressione chiave del discorso sulla partecipazione dei cittadini alla vita civile, stimolandone la mobilitazione per tutelare diritti e prendersi cura dei beni comuni».

14 gennaio 2022

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