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Sabato 22 Gennaio 2022 18:01

I giorni della Memoria, ricordando Bruno Rodella

All’interno di questa quarta ondata pandemica, densa di angosce e lockdown auto/inflitti, è bello vedere risvegliarsi la passione per la 
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All’interno di questa quarta ondata pandemica, densa di angosce e lockdown auto/inflitti, è bello vedere risvegliarsi la passione per la Memoria e per la Storia, la nostra, che dà un senso alle nostre vite, nonché al desiderio di un futuro migliore. Intanto ha riaperto i battenti la Casa della Memoria. Sito web:
www.bibliotechediroma.it

Infine è bello constatare che non si è fermata la posa delle Pietre d’inciampo in tutta Roma. Tra le molte manifestazioni segnaliamo il link al video che è stato girato il 21 gennaio 2022, per la posa dell’ottava pietra d’inciampo a cura dell’ANPI in memoria di Bruno Rodella, cittadino delle Fornaci e Partigiano combattente di Giustizia e Libertà, la Formazione Partigiana del Partito D’Azione.

https://youtu.be/MQ4ODc6QGEw
.

Questo video mi è stato mandato da Ugo Fanti, Presidente della Sezione Anpi di Roma Aurelio-Cavalleggeri “Galliano Tabarini” che compare nel video e aggiunge alcune sue considerazioni:

  • Ringrazio Enrico De Bernart che – come ogni anno, da otto a questa parte – immortala per tutti noi la posa delle nostre pietre d’inciampo. Nel filmato ho nominato Eugenio Colorni – Partigiano socialista – redattore capo dell’AVANTI!, il Giornale clandestino del Partito Socialista e Comandante delle Formazioni Partigiane Matteottine – che è stato assassinato, il 30 Maggio del 1944, a via Stamira (Piazza Bologna) dagli sgherri fascisti della Banda Koch – chiamandolo Ugo. Chiedo venia per questo involontario errore. Pensavo certamente ad Ugo Baglivo (Sacello n. 203, del Mausoleo Militare delle Fosse Ardeatine,
    https://www.mausoleofosseardeatine.it/vittime/dettaglio/?id=17
    – altro Partigiano combattente del Partito D’Azione, cugino di Rodella (Sacello n. 7 del Mausoleo Militare delle Fosse Ardeatine,
    https://www.mausoleofosseardeatine.it/vittime/dettaglio/?id=282
    – e anche lui fucilato alle Ardeatine, il 24 Marzo del 1944. I ragazzi che si vedono nel filmato sono gli alunni di due Classi Terze della Scuola Media San Francesco D’Assisi, di Piazza Borgoncini Duca; Scuola che ogni anno è presente a questo nostro appuntamento con la Storia e la Memoria.
 

Infine una scheda dettagliata su Bruno Rodella, preparata dal Professor Giorgio Giannini, Segretario Amministrativo del Circolo Giustizia e Libertà di Roma nonché iscritto Sezione Anpi di Roma Aurelio-Cavalleggeri “Galliano Tabarini”.

 


Bruno Rodella nasce a Guidizzolo (Mantova) il 17 ottobre 1917 da Mario e da  Gemma Bignotti. Ha un fratello di nome Piero. Vive una infanzia e giovinezza spensierata, studiando e giocando con i suoi amici, alcuni dei quali hanno in seguito ricordato quel periodo della loro vita. In particolare, per racimolare un po’ di soldi, lucida, insieme con altri amici, le catene dei camini di casa, durante la Settimana santa, come è tradizione nel mantovano. Nel 1930, quando ha 13 anni, è tra i 500 vincitori del Concorso, indetto dal giornalino Amico dei Piccoli, in occasione delle nozze del Principe Umberto di Savoia, figlio del Re Vittorio Emanuele III, con la Principessa Maria José, figlia del Re del Belgio, con una sua lettera, che è selezionata tra le decine di migliaia inviate agli Augusti Sposi reali da studenti di ogni Regione d’Italia.


Nel 1933 si trasferisce con la Famiglia a Roma e prosegue gli studi nel Liceo Classico Dante Alighieri, dove si diploma con discreti voti (in particolare ha 7 in Italiano e Storia dell’Arte). Poi si iscrive alla Facoltà Giurisprudenza dell’Università La Sapienza, consapevole del sacrificio economico che deve fare la sua Famiglia, dato l’elevato costo per l’iscrizione, che ammonta a circa 800 lire l’anno. Decide quindi di fare alcuni Concorsi pubblici, per diplomati, per i Ministeri degli Esteri, delle Telecomunicazioni, delle Finanze e della Giustizia, che assicuravano uno stipendio di circa 900 lire l’anno. Nel giugno 1940, quando sta per finire gli esami per poi laurearsi, scoppia della guerra e quindi è chiamato alle armi come Sottotenente dei Bersaglieri ed è assegnato alla Divisione Piave. Dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, riesce con uno stratagemma a salvarsi dalla cattura dei tedeschi, insieme con una decina di suoi commilitoni, ufficiali e soldati, che si nascondono nella Scuola di Piazza Crati per sfuggire alla cattura. Lui si traveste da bidello.

Durante la Resistenza all’occupazione nazifascista di Roma aderisce al Partito d’Azione, nel quale milita il cugino Avv.to Ugo Baglivo (responsabile militare delle formazioni  azioniste Giustizia e Libertà nella I Zona di Roma-centro storico), che è arrestato  il 3 marzo 1944 e poi trucidato alle Fosse Ardeatine. Aderisce alla Banda Piave, formata da ex militari della omonima Divisione dell’Esercito, organizzata dal Partito d’Azione nella V Zona (che comprende i quartieri Nomentano, Italia, San Lorenzo). Si impegna nella raccolta e nel trasporto di armi leggere e di munizioni e nella distribuzione di materiale di propaganda (il giornale clandestino Italia Libera, organo del Partito d’Azione, volantini, da distribuire nei cinema, nei teatri e sui tram…).

La mattina del primo gennaio 1944 Rodella è fermato durante un rastrellamento nazifascista in Piazza Re di Roma, finalizzato alla cattura dei soldati italiani disertori da parte di agenti della Polizia dell’Africa Italiana (PAI) e delle SS. Ha con sé due Carte di identità: una rilasciata dal Comune di Roma, con la sua residenza insieme con la madre, in via del Lago Terrione 12 (nel quartiere Cavalleggeri, vicino al Vaticano), dove però è nascosto un altro patriota. Una seconda Carta di identità, falsa, con indirizzo in viale delle Province 37, è il luogo di copertura durante la clandestinità, dove è conservato materiale di propaganda del Partito d’Azione. Decide di dare quella falsa, ma gli agenti nazisti lo perquisiscono e gli trovano l’altro documento ed una rilevante somma di denaro, che sono i risparmi che la mamma gli ha affidato la mattina. Pertanto, è fermato e portato al Comando della Polizia di Sicurezza nazista (SS) in Via Tasso 145. Quindi le SS effettuano in forze (con quattro auto) una perquisizione nella casa di viale delle Province 37, dove trovano numerose copie del giornale azionista Italia Libera, che Rodella deve ancora diffondere, ed altri documenti del Partito d’Azione.

Per questo motivo è a lungo interrogato, ed anche torturato nel carcere nazista di via Tasso, dove rimane 2 settimane, per essere poi trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove è rinchiuso nel III Braccio, controllato dai nazisti. Nei giorni precedenti al suo arresto, Rodella aveva organizzato, insieme ad altri militanti azionisti, (tra i quali il suo amico ed ex commilitone, tenente Ferdinando Lucchini già membro con Riccardo Bauer, Tommaso Carini e Giovanni Ricci, del Comitato Militare Cittadino del Partito d’Azione) l’irruzione nella Scuola elementare Alfredo Oriani, in piazza Indipendenza, per distruggere le liste di leva ivi conservate, però l’azione era stata sospesa.

Il 22 marzo 1944 Rodella è processato e condannato dal Feldgericht, il Tribunale Militare di Guerra tedesco, a 15 anni di reclusione per il grave reato continuato di “propaganda ed attività ostili ai tedeschi e di distribuzione di volantini e giornali clandestini”. Non è molto preoccupato perché gli Alleati sono vicino a Roma e presto sarebbero dovuti arrivare in città, liberandola dall’occupazione nazifascista. Alla madre, che è andata a trovarlo nel carcere di Regina Coeli subito dopo il processo, dice di non preoccuparsi e di avvisare il suo amico Ferdinando Lucchini (dirigente della V Zona del Partito d’Azione) di “stare attento” perché avrebbero cercato di arrestarlo, dato che era già sfuggito alla cattura il 3 marzo.

Invece il primo pomeriggio del 24 marzo 1944 è prelevato dai nazisti a Regina Coeli ed è portato alle Cave Ardeatine, dove è trucidato, insieme con altri 334 patrioti, tra i quali il cugino Ugo Baglivo e una cinquantina di altri partigiani “azionisti”.

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