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Martedì 14 Giugno 2022 17:06

”Pane e cerase” rischia di diventare un sogno

Quando abbiamo visto il prezzo non volevamo crederci, eravamo sicuri che ci fosse stato un errore o che magari il caldo ci avesse fatto venire le traveggole. Ci siamo stropicciati gli occhi guardando e riguardando la targhetta con il prezzo e poi abbiamo chiesto una conferma. Tutto vero, 15 euro per un chilo di ciliegie. […]

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Quando abbiamo visto il prezzo non volevamo crederci, eravamo sicuri che ci fosse stato un errore o che magari il caldo ci avesse fatto venire le traveggole. Ci siamo stropicciati gli occhi guardando e riguardando la targhetta con il prezzo e poi abbiamo chiesto una conferma. Tutto vero, 15 euro per un chilo di ciliegie.

Che diamine… quanto una bottiglia di Valpolicella o di Gewurztraminer, l’equivalente di  7 litri di carburante. Roba da non credere, visto che peraltro ci trovavamo in un iper-mercato.

E manco a dire che stiamo parlando di una rara primizia o di frutto esotico proveniente dall’altro capo del pianeta e che ha viaggiato per migliaia di chilometri in un container refrigerato…proprio no. Stiamo parlando del comunissimo frutto del Prunus avium, quello che cresce in ogni angolo di campagna e che produce più frutti di quanti uno riesca a mangiare.

Ne produce talmente tanti che gran parte di questi cadono a terra per la gioia di uccelli  ma soprattutto volpi che, una volta digerite, provvedono a distribuire il duro nocciolo sul terreno perpetuando così la specie.

Non c’è angolo di pianura o di montagna che in estate non ti permetta, allungando semplicemente una mano, di fare una scorpacciata del “preziosissimo” frutto rosso. Ci sarà pure la guerra, i rimasugli del COVID e il caro carburante  e ci rendiamo conto che la raccolta, da fare a mano, magari non la vuole fare più nessuno,  ma 15 euro per un chilo di ciliegie ci sembra veramente troppo.

Un tempo le ciliegie con il pane erano  il pranzo dei poveri contadini che nel centro e sud Italia  altro non potevano permettersi; anche la “bersagliera” di Comencini, interpretata dalla procace Gina Lollobrigida,  placava i morsi della fame con pane e cerase.

E come dimenticare la celebre “Reginella” che  “quanno stive cu mico, nun magnave ca pane e cerase”? Evidentemente era un tipo diverso di ciliegie perché con un costo di 15 Euro al chilo  oggi andrebbe in malora qualsiasi spasimante.

In questo 2022 che riserva in campo economico sorprese di ogni tipo a quanto pare il companatico dei poveracci è diventata merce preziosa per tavole esclusive. Andrà a finire che quelle belle rosse ciliege, così ricche di vitamine e antiossidanti, dovremo comprarle come si fa con i tartufi: a grammi.

Francesco Gargaglia

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