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Mercoledì 15 Giugno 2022 11:06

Abraham Yehoshua, la morte di un grande scrittore

È arrivata ieri mattina la triste notizia della morte, a 85 anni, di uno dei migliori scrittori dei nostri tempi, 
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È arrivata ieri mattina la triste notizia della morte, a 85 anni, di uno dei migliori scrittori dei nostri tempi, l’israeliano Abraham Yehoshua.
Autore di stupendi romanzi da me letti con grandissima attenzione e ancora maggiore piacere, era uno dei miei narratori (un vero, autentico narratore) preferiti, dotato di una fantasia stupefacente nell’inventare storie e, nel contempo, capace di renderle credibilissime, perché inserite in contesti storici talmente precisi, sebbene a volte molto lontani nel tempo, da farmi dubitare che egli si fosse limitato a trascriverle e a metterle semplicemente in buona e accattivante forma letteraria.
Mi limito a citare alcuni suoi romanzi, tra quelli più intriganti e appassionanti che, una volta iniziati, sembra quasi impossibile interrompere: L’amante, Viaggio alla fine del millennio, Un divorzio tardivo, Il signor Mani, Il responsabile delle risorse umane. Quest’ultimo è stato, in ordine di tempo, l’ultimo (repetita iuvant) da me letto, alcuni mesi fa. Un’incredibile storia del viaggio intrapreso da un funzionario aziendale (responsabile delle risorse umane), da Tel Aviv fino ad un paesino di un’imprecisata repubblica ex sovietica, per accompagnare la salma di un’ex addetta alle pulizie della stessa azienda, per la sua inumazione in un piccolo cimitero della sua lontana patria.
Ma il romanzo a mio avviso capolavoro di Yehoshua è L’amante, del 1977, una storia ambientata durante la guerra del Kipput del 1973. Mi sono riletto questo passo da un’antica recensione (la si può trovare nel mio libro “Il piacere dei testi”) che scrissi molti anni fa, dopo aver letto questo capolavoro:
“L’amante di Abraham Yehoshua è uno sguardo interiore sull’infinito conflitto e sulla forzata convivenza tra arabi e ebrei in Israele, sullo sfondo e nel contesto della guerra del Kippur del 1973. Una storia raccontata dagli stessi protagonisti, che ruotano intorno alla famiglia di un meccanico ebreo proprietario di un garage nel quale lavorano molti arabi silenziosi ma orgogliosi della loro identità. Una duplice storia d’amore: quella tra Asia, la moglie di Adam, e Gabriel, un ebreo immigrato da Parigi, che scappa dalla guerra per rifugiarsi in una comunità di ebrei ortodossi; quella tra Dafi, figlia quindicenne di Adam, e Na’im, giovanissimo arabo che lavora come apprendista nel garage di Adam. C’è speranza di pace nella Terra promessa da Dio a due popoli che si odiano, ma che entrambi si dicono discendenti da Abramo?”.
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