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Mercoledì 22 Giugno 2022 07:06

Il Municipio I – Centro Storico come Fort Apache

L'ente è così carente di personale da rischiare la continua chiusura di uffici. Il dipartimento commercio, schiacciato dalle domande, non le lavora lasciando il territorio senza governo

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Abbiamo ascoltato la
registrazione
dell’ultima commissione trasparenza del Municipio I, svoltasi lo scorso 20 giugno, e il termine “Fort Apache” per descrivere la situazione della struttura, usato da uno dei consiglieri presenti, ci è parso purtroppo quello giusto.

La commissione è stata convocata sul tema della carenza di personale amministrativo nel Municipio I e per riferirne è stato invitato il Direttore del Municipio, il dott. Pasquale Pelusi.

Ed è proprio con l’intervento del direttore che la seduta della commissione si apre, con toni che mostrano subito la gravità della situazione. Così infatti esordisce il dott. Pelusi:

“Devo usare un termine forte per far capire qual è lo scenario nel primo Municipio: il problema della carenza di personale è drammatico, in tutti i settori e ogni giorno che passa diventa sempre più drammatico”.

E inoltre:

“Io la mattina arrivo in ufficio, so di essere in stato emergenziale e quindi spero che non ci siano poi ulteriori elementi che mi portino ad intervenire per addirittura pensare di chiudere qualche ufficio.”

 

In sostanza il direttore ha illustrato come tutti gli uffici del Municipio I siano talmente a corto di personale, da rischiare continuamente di dover essere momentaneamente chiusi, ma facendo anche capire in che condizioni disagiate essi siano costretti normalmente a lavorare.

 

La carenza di personale in Municipio I non è una novità, ma recentemente la situazione si è notevolmente aggravata non solo per i continui pensionamenti, raramente rimpiazzati, ma soprattutto per il trasferimento di molti dipendenti verso strutture politiche (gruppi consiliari, ecc.). Per fare qualche numero, negli ultimi quattro mesi il Municipio I ha perso 20 dipendenti, di cui 15 assegnati a strutture politiche. Si tratta di un’emorragia difficile da fermare perché chiaramente c’è una grande differenza tra il lavorare presso una struttura politica e una amministrativa; tipicamente nella seconda è richiesto un impegno maggiore (il direttore ha affermato che nei municipi “… alcuni servizi sono delle Cayenne”!?!), ci sono più responsabilità, molti più grattacapi, il tutto a parità di stipendio.

 

Una tale drammatica situazione è stata più volte rappresentata ai vertici del Campidoglio e allo stesso sindaco, ma senza risultato alcuno.

 

Una cosa che ci ha colpito particolarmente delle spiegazioni del direttore è il fatto che per il Municipio I non esista una pianta organica del personale necessario a svolgere i compiti assegnatigli.

 

La cosa che dovrebbe preoccupare oltremodo l’amministrazione capitolina è il fatto che nel territorio del Municipio I insiste una percentuale tra il 70 e l’80% dell’intero commercio romano ed essendo il commercio una delle materie di gestione quasi esclusiva dei municipi, questo vuol dire che la stragrande maggioranza del commercio romano non è assistita adeguatamente dalle strutture amministrative di Roma Capitale.

Per far capire l’entità del problema, ricordiamo che delle oltre seimila richieste di nuove Occupazioni di suolo Pubblico (OSP) per l’emergenza COVID, ben oltre la metà è stata presentata in Municipio I. Peccato che con il personale all’osso, l’ufficio commercio del Municipio non sia praticamente riuscito a lavorarle tutte quelle pratiche, rendendo la situazione sul territorio praticamente ingovernabile (“far west” lo definimmo).

 

Una parte preponderante del commercio cittadino non adeguatamente assistita dagli uffici amministrativi vuol dire allungare i tempi delle pratiche per gli esercenti, rendere difficile la gestione di tutte le risorse economiche che gli esercizi commerciali devono riconoscere a Roma Capitlae, ma anche rendere difficilissimo, se non impossibile, il contrasto all’abusivismo.

 

Un’amministrazione consapevole degli impatti che una tale grave situazione può avere su una parte preponderante del commercio cittadino si muoverebbe anzitutto per provare a colmare almeno in parte la mancanza di risorse, ma questo non appare essere il caso a Roma.

Al sindaco Gualtieri questo grave problema è stato posto direttamente anche in occasione di un incontro con alcune associazioni di cittadini, ma la sua risposta è stata che per eventuali nuove assunzioni i tempi sono lunghi, come dire che il problema non ha una soluzione almeno nel breve periodo.

In realtà una soluzione vi sarebbe e consisterebbe nel trasferire risorse umane da uffici capitolini con meno carico di lavoro o con funzioni meno critiche di quelle dei municipi. Purtroppo per un’operazione del genere occorrerebbe un’attenta conoscenza della macchina amministrativa capitolina, laddove la giunta Gualtieri è stata invece caratterizzata da elementi spesso del tutto ignari della realtà amministrativa romana.

 

Mantenere il Municipio centrale in condizioni di scarsissima operatività è un grave errore che sta commettendo il sindaco Gualtieri e continua a costituire una delle principali cause del caos che caratterizza gran parte del centro storico di Roma.

 

In una situazione come quella attuale le prossime attese riforme del commercio su area pubblica e delle occupazioni di suolo pubblico sono destinate sostanzialmente a fallire a causa della prevedibile impossibilità degli uffici del Municipio I, di gran lunga i più impattati da esse, di farvi fronte.

 

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