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Giovedì 23 Giugno 2022 09:06

L’amore familiare, dai Beltrame Quattrocchi alle famiglie di Kiev

coniugi Beltrame Quattrocchi
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Il nipote dei coniugi beati, patroni del X Incontro mondiale, intervenuto al Festival delle famiglie. La testimonianza dei nuclei collegati dalla Capitale ucraina

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coniugi Beltrame Quattrocchi
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La prima coppia di sposi beatificata nella storia della Chiesa Cattolica. Era il 21 ottobre del 2001 quando Papa Giovanni Paolo II portava all’onore degli altari i coniugi Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini. Oltre vent’anni dopo, i due sono i patroni del X Incontro mondiale delle famiglie che si è aperto a Roma ieri, 22 giugno, in Aula Paolo VI, alla presenza di Papa Francesco. Proprio durante il Festival “The beauty of family” di ieri sera un momento è stato dedicato ai due coniugi, con la testimonianza del nipote Francesco Beltrame Quattrocchi, docente di Bioingegneria all’Università di Genova e figlio adottivo di Enrichetta, ultimogenita della coppia, dichiarata venerabile da Papa Francesco. «Maria e Luigi – ha raccontato – erano capaci di stupirsi della bellezza del mondo. Uno stupore e un’emozione unica che io ho adesso nell’essere davanti alle famiglie di tutto il mondo. Di mia madre – ha poi aggiunto – conservo la capacità di rinnovarsi, pur mantenendo sempre il suo messaggio profondamente cristiano che arrivava dai suoi genitori e ovviamente prima di tutto da Cristo».

I due coniugi sono vissuti a cavallo tra la fine dell’800 e la prima metà del secolo scorso. Luigi, laureato in Giurisprudenza, testimoniò la sua fede nel suo laico ambiente di lavoro, mentre Maria, scrittrice di libri educativi, fu crocerossina durante la guerra e soprattutto realizzò catechesi per fidanzati, una vera e propria novità per l’epoca. Furono di fatto i coniugi Beltrame Quattrocchi gli iniziatori della pastorale familiare, in particolare nella diocesi di Roma. Dal loro esempio, inoltre, è arrivato il tema dell’Incontro mondiale di quest’anno: «L’amore familiare, vocazione e via di santità». Entrambi, poi, presero parte all’associazionismo cattolico negli scout, nel Movimento di Rinascita Cristiana, nell’Unitalsi e infine diventando terziari francescani.  I due, prima di Enrichetta, ebbero altri tre figli e tutti diventarono religiosi: Filippo, monaco benedettino; Stefania, benedettina del Santissimo Sacramento, e Cesare, padre Trappista.

Nei luoghi che ospitano il X Incontro mondiale sono presenti due reliquiari dei coniugi. Nella basilica di San Pietro, davanti all’altare della Confessione, due frammenti ossei. In Aula Paolo VI, invece, sono quattro le reliquie: l’anello di fidanzamento che Luigi donò a Maria; altri due frammenti ossei; un’immagine della Madonna di Pompei che Maria regalò a Luigi prima del matrimonio e in un momento in cui lui era malato; il Vangelo che i due leggevano insieme ogni mattina.

Un amore familiare nonostante le difficoltà della vita, quello dei due coniugi beati, che è stato accostato alle storie che arrivano dall’attualità del nostro tempo, segnato dal conflitto che imperversa in Ucraina. Prima dell’arrivo del Papa, in Aula Nervi infatti c’è stato spazio anche per un racconto da Kiev, da dove si è collegato il sacerdote di origini spagnole don Pedro Zafra con alcune famiglie del posto. «Anche in questo periodo siamo aperti per accogliere tutti e celebrare le liturgie», ha raccontato il sacerdote. Come con la famiglia di Bogdan e Ania, genitori di cinque figli, che hanno deciso di rimanere: «Ci siamo rifugiati in campagna a 60 chilometri di distanza e siamo stati isolati per moltissimo tempo», hanno raccontato. «La solitudine – ha spiegato Ania – ci ha aiutato a pregare di più ed essere più uniti», perché la guerra, come ha aggiunto Camilla, la più grande dei figli, «porta paura e disperazione, ma bisogna essere forti per il bene dei più piccoli della famiglia, altrimenti si muore dentro».

23 giugno 2022

 

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