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Giovedì 23 Giugno 2022 11:06

Le famiglie, «testimoni dell’amore di Dio»



La consegna del cardinale Farrell nella Messa del secondo giorno del X Incontro mondiale, nella solennità di san Giovanni Battista. Essere un «ponte» tra le generazioni

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«Le famiglie sono testimoni, nel mondo, della misericordia di Dio e aprono al futuro grazie alla speranza della fede». Sono le parole con le quali il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del dicastero per i Laici, la famiglia e la vita, si è rivolto ai delegati presenti questa mattina, 23 giugno, alla celebrazione eucaristica nella basilica di San Pietro in Vaticano, in apertura del secondo giorno del X Incontro mondiale delle famiglie. Ricordando la solennità odierna della Natività di san Giovanni Battista, Farrell – che ha presieduto la Messa, concelebrata insieme al vicario di Roma De Donatis – ha sottolineato che apparentemente «Giovanni è distante dalle famiglie, essendo stato eremita, solitario, nel deserto», invece «ha molto da insegnare». Innanzitutto, è stato un ponte tra Vecchio e Nuovo Testamento, tra vecchia e nuova alleanza e «questa è la missione della famiglia oggi» perché «le nostre società, spesso, vogliono cancellare il passato, creare delle barriere». Le famiglie, dunque, «devono creare ancora una volta un ponte tra le generazioni e tra le epoche». Passato, presente e futuro, secondo il prefetto, «convivono nelle famiglie e arricchiscono l’atmosfera di armonia e accettazione in esse».

San Giovanni, inoltre, «rappresenta un segno di speranza e di vita» da prendere come esempio. Il Battista, infatti, è stato concepito da genitori anziani, contrariamente a quanto tutti credevano possibile. «La frustrazione di Elisabetta e Zaccaria, suoi genitori, per non avere un figlio, è stata trasformata dal Signore in gioia». Anche oggi, con la crisi pandemica, la guerra, le povertà e i conflitti che attanagliano tutto il globo, «vediamo le stesse umiliazioni, sofferenze e scoraggiamento attraverso i quali sono costrette a passare le famiglie e che rischiano di influenzare le relazioni tra gli sposi, tra i figli». Dio, dunque, come con Zaccaria e Elisabetta, «ci invita ad avere fede e aprirci a qualcosa di inaspettato».

Un terzo elemento richiamato dal porporato è stato quello del «riconoscere la sacralità della vita». Come Giovanni Battista, quando era ancora nel grembo materno, riconobbe la presenza di Cristo e scalciò, «allo stesso modo le famiglie sono chiamate a essere guardiane della sacralità della vita umana dal primissimo momento del concepimento fino alla morte naturale. La vita di ogni bambino – ha spiegato – deve essere difesa e protetta, perché Dio ha grandi piani per ogni vita».

Da ultimo, il cardinale Farrell ha accostato la presentazione di Giovanni al ruolo di ogni famiglia. Il nome del Battista, infatti, fu indicato da Dio ai genitori e si trattò di un nome nuovo, «che nessuno dei suoi antenati aveva mai avuto». Era il simbolo «dell’annuncio della salvezza di Israele da portare al resto del mondo». Le famiglie, ha spiegato il cardinale, «danno ai figli un nome al momento del battesimo» e questo simboleggia la missione «del matrimonio e della vita familiare nell’essere testimoni, nei confronti del resto del mondo, della bellezza dell’amore, del perdono che abbiamo ricevuto da Dio e che dobbiamo dare incessantemente agli altri». L’appello di Farrell ai presenti è stato dunque quello di «barricarsi contro l’odio che oggi devasta il mondo» ed essere «araldi della misericordia e dell’amore di Dio».

23 giugno 2022

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