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Sabato 25 Giugno 2022 09:06

L’incontro delle famiglie del mondo a Santa Giovanna Antida



La parrocchia ha ospitato uno degli incontri nelle prefetture, nell'ambito del X Incontro mondiale. Molti i latinoamericani, ma anche ucraini e polacchi. «Siamo grati di essere qui»

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Non solo le conferenze e i panel in Aula Paolo VI. Il X Incontro mondiale delle famiglie si sposta nelle parrocchie romane, ben 15 in tutta la città, per ulteriori momenti di confronto e dialogo, ma anche di convivialità. Come ieri sera, 24 giugno, a Santa Giovanna Antida Thouret, nel quartiere Fonte Meravigliosa. Qui la sera di preghiera e testimonianze è stata ospitata dal parroco, don Davide Lees, e presieduta dai vescovi Jesús Herrera, titolare di Nuevo Casas Grandes, nello stato messicano di Chihuahua, e da monsignor Alfonso Miranda, anch’egli del Messico, ausiliare di Monterrey. Molti, infatti, i latinoamericani, tra i circa 150 delegati presenti, provenienti in particolare da Cile, Colombia, Costa Rica, Argentina, Messico, Cuba ma anche da Polonia e Ucraina.

«Siamo grati di essere qui, questi incontri ci arricchiscono e ci aiutano a creare armonia all’interno delle nostre famiglie e con gli altri», ha spiegato Herrera nel salutare i fedeli. «Pregare e poi cenare insieme non significa solo condividere del cibo ma simboleggia la condivisione dei cuori», ha aggiunto Miranda. Proprio della condivisione ha parlato don Lees: «Mettiamo in pratica la Scrittura e rendiamo partecipi gli altri delle nostre vite, delle debolezze e delle, paure, ma anche delle idee, delle proposte e dei nostri cammini».

Un’accoglienza particolare è stata riservata alle famiglie ucraine, con il canto iniziale “Shalom” per la pace. «La situazione è drammatica e la guerra ha devastato tutto: vite, case, economia e anche il lavoro di anni che avevamo fatto con la pastorale familiare», spiegano Marta Palojtay e Pavle Popovych, provenienti dall’ovest dell’Ucraina. «Essere a Roma però ci dà una boccata d’ossigeno e di speranza che tutto possa riprendere normalmente come prima, in particolare ciò che facevamo con le coppie prima e dopo il matrimonio, perché molti sentono il bisogno di essere aiutati anche dopo essersi sposati». E di una sorta di «ministero della coniugalità» hanno parlato Diego Benitez e Yadira Rodriguez, delegati della Conferenza episcopale colombiana. Per i due «la famiglia è Chiesa, gli sposi sono ministranti e la casa è un tempio. Condividere la nostra proposta di famiglia in questa occasione ci fa capire di essere sulla strada giusta per vivere la sinodalità tra popoli diversi».

L’Incontro mondiale di Roma, inoltre, per molti significa ricominciare a vivere dopo i mesi bui della pandemia. Come per Martin Del Solar Soto e Blanca Medrano Gandolfo, del Cile. «La nostra delegazione – hanno raccontato – raggruppa famiglie dal nord al sud del Paese e dopo le difficoltà del Covid non speravamo più di riuscire a venire a Roma». Esserci e incontrare fisicamente centinaia di famiglie «è un’emozione indescrivibile, così forte che neanche sentiamo la stanchezza per le ore di viaggio e il fuso orario, è troppo bello tutto questo». Come «straordinario è – per Marta Rocca e Ciro Fiore, due parrocchiani di Santa Giovanna Antida – accogliere i delegati in quella che è a tutti gli effetti casa nostra. Ci sentiamo responsabili che si trovino bene e ciò che stiamo vivendo e ascoltando lo porteremo con noi nelle nostre vite quotidiane».

«Ci si sente proprio a casa qui», hanno affermato Rosita ed Edoardo Cufre, coniugi argentini di Moreno, in provincia di Buenos Aires. Le risate e le battute per «essere il Paese di Messi, Maradona e soprattutto del Papa» sono anche state accompagnate dalla commozione «di portare la testimonianza di una zona difficile e problematica, dove alcol, fumo e droga la fanno da padroni sui nostri giovani». I due coniugi hanno raccontato come la loro presenza «sia fondamentale per crescere con i delegati di tutto il mondo e portare poi i frutti di questo Incontro tra gli sposi e i fidanzati argentini». Vite diverse ma emozioni simili, per i romani, e anch’essi parrocchiani, Valentina e Francesco Rossi, genitori di sei figli: «In parrocchia abbiamo trovato l’amore di Dio – hanno detto – e siamo grati di poter ora restituire questa grazia accogliendo tutta questa gente così desiderosa di lanciarsi nell’avventura della famiglia e dell’essere cristiani».

25 giugno 2022

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