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Martedì 8 Novembre 2022 06:11

ATAC – La fine del Concordato

In vista del redde rationem sul Concordato ATAC, proponiamo un'analisi degli obiettivi che avevano posto i commissari. Obiettivi non impossibili, ma tutti falliti essenzialmente per carenza di investimenti adeguati

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A breve ci sarà l’incontro “finale” con i Commissari preposti al Concordato ATAC. Il 24 dicembre si tireranno le somme dei 3 anni e ½ di tempo in cui ATAC doveva raggiungere specifici obiettivi, al fine di monetizzare e saldare i debiti con i creditori privilegiati (al 100%) e con i chirografari (solo per una piccola quota del 31%).

L’obiettivo principale era ovviamente migliorare il servizio e portarlo ad un livello minimamente accettabile.

Come possiamo vedere dal grafico sotto, l’obiettivo è miseramente fallito.

 



 

In questo grafico non si è tenuto conto dei km “bonus”, che ai fini del Concordato sono validi al pari di quelli reali (un esempio per chiarire il concetto: oggi ATAC deve fare 100 km, ma i bus restano tutti in rimessa per sciopero. Nella realtà i bus fanno ZERO km, ma per il Comune fanno +100 km “bonus”, e il Comune li paga tutti – in questo caso con una tariffa scontata del 50%).

Inoltre per l’anno 2022 si è fatta una proiezione sui dati del 1°semestre (unici disponibili), considerando come fittiziamente incluse anche le ex-concesse passate a Cotral dal 1° luglio, allo scopo di rendere i dati annuali confrontabili tra loro. Non si è tenuto conto dei subappalti e delle produzioni speciali, mentre sono stati considerati i servizi aggiuntivi (come le navette sostitutive). Come obiettivo del Concordato si è preso in considerazione quello che doveva essere raggiunto nel 2019 dalle ex-concesse, e nel 2021 da autobus, tram e Metro.
Erano obiettivi impossibili da raggiungere? Vediamo nel dettaglio, con un altro grafico.

 



 

Per le ferrovie ex-concesse l’obiettivo era abbastanza alla portata, ma dopo il 2018 c’è stato un vertiginoso crollo dovuto a vari motivi, per la RomaLido principalmente per gli abissali ritardi nell’avvio del contratto di revisione dei treni. La situazione purtroppo si protrarrà almeno per il 2023.

Per le Metro l’obiettivo era impegnativo, ma si sarebbe potuto raggiungere almeno al 95%, se non ci fosse stato anche qui un immenso ritardo nell’avviare le revisioni dei treni su tutte e 3 le linee. La fortissima diminuzione di servizio del 2022 si prolungherà purtroppo negli anni a seguire.

Per la Superficie si registra il quasi dimezzamento del servizio tram a causa principalmente della catastrofica situazione dei binari dell’intera rete, mentre per i bus l’arrivo di circo 800 nuovi mezzi a partire da metà 2018 (in sostituzione di altrettanti da rottamare), ha solo temporaneamente fermato il continuo calo di servizio, che solo pochi anni prima era ben al di sopra degli obiettivi del Concordato.

In conclusione: gli obiettivi non erano impossibili, tuttavia ATAC è rimasta sostanzialmente sotto i livelli pre-Concordato senza tangibili miglioramenti. Le motivazioni sono molteplici e non tutte chiare, di sicuro primeggia l’assenza di adeguati investimenti, limitati al solo acquisto di autobus nuovi, ma in maniera comunque insufficiente.

 

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