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Lunedì 21 Novembre 2022 06:11

Il segnale tv via internet. Basta antenne selvagge sui tetti di Roma

Lo skyline della città è devastato da quasi 1,8 milioni di antenne e parabole. Azione al Sindaco Gualtieri: "Impegno per rimuoverle e passare a impianti centralizzati"

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Nella gran parte d’Europa le antenne sui tetti sono un ricordo lontano. Il segnale televisivo arriva nelle case dei francesi, dei tedeschi e degli austriaci tramite un decoder e internet. Così come tutti ormai abbiamo un modem fornito dagli operatori telefonici che porta la Rete, negli altri Paesi quello stesso apparecchio fornisce i canali nazionali, quelli a pagamento e le piattaforme tipo Netfilx, Prime, Disney+ etc. Insomma guardando Parigi, Amburgo, Vienna, Berlino dall’alto non si vedranno parabole e pali arrugginiti.



 

Il panorama romano è del tutto diverso tanto che la Cna ha calcolato che sui nostri palazzi riposano 1,8 milioni di antenne, la metà delle quali non è più funzionante. Per non parlare delle oscene calate di cavi in facciata che costituiscono uno dei tanti elementi di degrado della capitale. Il partito Azione in Campidoglio, ha presentato una mozione indirizzata al Sindaco Gualtieri chiedendo un impegno per la loro rimozione passando ad impianti centralizzati. Sarebbe già un enorme passo avanti ma diarioromano si spinge oltre e propone che anche in Italia si inizi a distribuire il segnale televisivo assieme a quello internet.

La mozione, a prima firma del consigliere Francesco Carpano, ricorda che nel 2015 il Campidoglio aveva deciso di agevolare il rifacimento delle facciate stabilendo la contestuale centralizzazione dell’impianto di ricezione tv (delibera 39 del 21 luglio 2015). Per incentivare ulteriormente la pulizia dei tetti romani, il regolamento stabiliva l’esenzione della Cosap per i Condomini che avessero provveduto entro l’anno successivo. Un risparmio importante dato che la Cosap, Canone di Occupazione Aree Pubbliche, incide discretamente sui bilanci degli edifici.

Purtroppo nel 2017 la giunta Raggi decise di non prorogare la delibera e nel frattempo solo un condominio su 10 aveva sfruttato i benefici, per cui resta ancora il 90% dei tetti da bonificare.



 

Il tema è annoso e non è la prima volta che si prova ad intervenire. La CNA ha condotto una meritoria campagna di sensibilizzazione a partire dal 2015 quando pubblicò sul proprio sito
questo comunicato
che fu all’origine della delibera dell’amministrazione Marino. Ma già nel 2003, la delibera 95 dell’allora giunta Rutelli prevedeva delle regole piuttosto strette, tra le quali il divieto di installare parabole sui balconi (si è visto come è andata a finire!). Eccone alcuni estratti:

“Le antenne riceventi televisive terrestri e le parabole satellitari … sono collocate sulla copertura degli edifici ubicati nel territorio comunale. Sono pertanto da escludersi installazioni in facciata nonché su balconi o terrazze che non siano di copertura.”

“Sulla copertura di ogni edificio composto da più unità abitative è ammessa l’installazione di una sola antenna collettiva”

“… nelle aree soggette a pianificazione paesistica … le antenne dovranno essere delle dimensioni più ridotte reperibili in commercio, presentare una colorazione capace di mimetizzare efficacemente l’intero apparato tecnologico con quella del manto di copertura”.

Dal 2003 la tecnologia è profondamente cambiata e – sebbene il problema sia ancora presente in tutta la sua gravità – oggi le soluzioni sono due: la prima è appunto quella di centralizzare gli impianti sui tetti, apponendo una sola antenna. Per spingere i condomini a farlo occorre fornire incentivi economici e premi con sconti fiscali. La seconda riguarda la possibilità di abbandonare il segnale digitale terrestre e passare ad un segnale via cavo che in molte zone di Roma è già pronto ad essere ricevuto. Per fare questo occorre seguire l’esempio francese dove ormai tutte le nuove richieste di linea internet in casa prevedono un apparecchio che porta contestualmente la Rete e la tv.

 

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