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Sabato 26 Novembre 2022 16:11

La storia etrusco-romana sarà riscritta anche grazie a Carlo Brecciaroli

La notizia dello scavo archeologico di San Casciano Bagni, in Toscana, che lo scorso martedì 8 novembre ha portato alla luce 24 sculture bronzee di epoca etrusco-romana ancora intatte, è rimbalzata sui maggiori quotidiani del mondo per l’eccezionalità del ritrovamento; tale scoperta costringe infatti gli studiosi a dover riscrivere la storia di quel periodo. Le […]

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La storia etrusco-romana sarà riscritta anche grazie a Carlo Brecciaroli
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La notizia dello
scavo archeologico di San Casciano Bagni
, in Toscana, che lo scorso martedì 8 novembre ha portato alla luce 24 sculture bronzee di epoca etrusco-romana ancora intatte, è rimbalzata sui maggiori quotidiani del mondo per l’eccezionalità del ritrovamento; tale scoperta costringe infatti gli studiosi a dover riscrivere la storia di quel periodo.

Le iscrizioni incise sulle statue, in lingua etrusca e latina, datate tra il II e il I secolo a.C, testimoniano che la
presenza etrusca nel centro Italia
sia proseguita ben oltre la datazione ufficiale della completa romanizzazione del territorio.

Mentre il mondo accademico rendeva omaggio all’equipe di esperti e universitari che ha condotto la campagna di scavo, sui canali social di Roma Nord da quel giorno corre il nome di Carlo Brecciaroli, veiente doc, scavatore di professione, ovvero colui che ha individuato ed estratto la prima di queste statue di bronzo immerse nel fango termale.

E’ con reale modestia che accetta di farsi intervistare per il nostro giornale, non si aspettava questa improvvisa notorietà dopo venticinque anni di scavi con la sua ditta a conduzione familiare.

“Sono nato a Isola Farnese e fin da ragazzino ho avuto una passione per l’archeologia; avevo 13 anni la prima volta che ho scavato al seguito degli anziani scavatori a caccia di tombe a Vejo” racconta Brecciaroli, ripercorrendo le tappe della sua vita.

“Così, ho fatto della mia passione un lavoro e dopo alcune collaborazioni con la sovrintendenza, nel ’96 ho avviato insieme a mia moglie la nostra impresa di scavo e indagini archeologiche, partecipando al ‘Progetto Veio’ dell’Università La Sapienza, per il quale tuttora collaboro”.

Brecciaroli, dunque, matura la sua esperienza direttamente sul campo e offre la sua competenza in numerosi cantieri; oltre a Veio, partecipa ad altri scavi nel Lazio e nell’Etruria meridionale, nonché lavora per enti pubblici quali Acea, XV Municipio, Comune di Velletri, ecc. fino al recente per il Comune di San Casciano Bagni.

“L’Università di Siena aveva già da tempo individuato nel sito termale di San Casciano i resti di un tempio votivo e di una grande vasca, segnalata in alcuni documenti storici. Dopo alcuni tentativi di indagine andati a vuoto, sono stato contattato dall’archeologo Iacopo Tabolli e quest’estate abbiamo avviato le operazioni di rimozione delle colonne di pietra poste a copertura della vasca interrata, sotto la quale si celavano oltre alle statue anche migliaia di monete antiche d’oro e d’argento”, spiega Brecciaroli “man mano che procedevamo con lo scavo, al centro della vasca è emerso un tronco di albero, in posizione verticale, un’anomalia alla quale gli studiosi stanno cercando ancora una spiegazione, da un primo esame sembrerebbe di provenienza diversa e quindi collocato appositamente lì, forse per appendervi degli ex voto sui rami, a ciò si è aggiunto lo stupore generale quando arrivati alla base, a circa quattro metri di profondità, ho intravisto nell’acqua fangosa qualcosa di luccicante e degli occhi che mi guardavano, era una delle teste di bronzo del gruppo scultoreo.”

E nel raccontarlo si commuove ancora. “Quando l’ho presa tra le mani e l’ho sollevata per mostrarla erano tutti increduli, in quel momento abbiamo percepito che stava accadendo qualcosa di straordinario, poi ho passato la scultura ad un mio giovane apprendista, che quasi temeva di farla cadere, tanta era l’emozione”.

Per Brecciaroli questo è stato certamente un evento memorabile, dopo una vita passata tra gli scavi con la stessa passione di sempre, per un mestiere che purtroppo si va perdendo, come lui stesso dichiara.
“Auguro ai miei apprendisti di vedere quello che ho visto io in tutti questi anni, di provare lo stupore e la meraviglia di fronte ad ogni scoperta che ci riporta indietro di secoli, a quelle civiltà che a loro volta si stupivano davanti al mistero della natura, per cui un tuono, una sorgente termale o un fiume divenivano mito e divinità, solo immedesimandoci si può comprendere la loro visione pagana”.

Le statue perfettamente conservate, grazie ad una deposizione rituale e protette da un ambiente termale, raffigurano divinità venerate del luogo dalle fisionomie umanizzate come Fortuna, Primigenia, Apollo e un Arringatore, riportano incisi in etrusco i nomi di alcune delle famiglie più potenti del territorio, ai quali si aggiungono reperti con scritte in latino che aiuteranno gli studiosi a decifrare con maggiore esattezza il lasso di tempo che ha segnato il passaggio dall’epoca etrusca a quella più globalizzata dell’impero Romano.

Intanto Brecciaroli, concluso il cantiere di San Casciano, prosegue le sue attività di scavo altrove; al momento è impegnato a Roma in un cantiere nei pressi di Saxa Rubra, sulla Flaminia. Chissà che non ci riservi altre sorprese.

Francesca Quarantini

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