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Martedì 29 Novembre 2022 14:11

Mi è scappato il morto

TEATROVID-19 il teatro ai tempi del Corona e oltre Teatro Roma Di Andrea Bizzarri Con Alida Sacoor, Andrea Bizzarri, Giuseppe Abramo e Matteo Montaperto. Nico è il proprietario di un appartamento che mette a disposizione per incontri galanti. È lì per mostrare il luogo ad un cliente che a breve avrà un incontro amoroso con [...]

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Di Andrea Bizzarri
Con Alida Sacoor, Andrea Bizzarri, Giuseppe Abramo e Matteo Montaperto.

Nico è il proprietario di un appartamento che mette a disposizione per incontri galanti. È lì per mostrare il luogo ad un cliente che a breve avrà un incontro amoroso con un’affascinante ragazza di nome Emilie.
Mentre Nico continua a mostrare l’alcova per l’appuntamento al buio, si accorge che l’uomo non è più dietro di lui. Basito, torna indietro per cercarlo e lo trova riverso a terra… morto!? Beh, questa è la chiave della commedia, dunque sta a voi andare a scoprirlo!

I nostri ci propongono una commedia brillante, dai ritmi serratissimi, ricca di equivoci, gag e scambi di persona, che ha già mietuto successi dopo le prime date ad Ostia. Adesso viene proposta qui per divertire il pubblico del Teatro Roma.

Ora, immaginate una commedia all’italiana di quelle in bianco e nero, ed immaginatevi, che so, un Walter Chiari, un Ugo Tognazzi, un Raimondo Vianello; fateci un bel frullato e inseriteci dentro idee più fresche e moderne, mantenendo però quell’ efficace retrogusto retrò che questi giovani ragazzi hanno rielaborato nel tempo, personalizzato e saputo inserire nello spettacolo. Avrete una commedia frizzante e divertente in cui si gioca molto con equivoci e fraintendimenti, arricchita da tante battute simpatiche che riempiranno i due tempi.

Alida ed Andrea sono una coppia che funziona sia nella vita che sul palco, hanno maturato un bell’ affiatamento e una forte complicità che si manifesta chiaramente attraverso la loro bravura artistica e il loro modo personale di recitare. Matteo viene spesso coinvolto nei loro spettacoli, anche lui molto bravo, riesce ad amalgamarsi piacevolmente con loro.

Lo seguo da tempo attraverso i suoi corti sul web con il gruppo “I Due e mezzo “ e altri brevi video in cui, con molta ironia, gioca con il significato delle parole italiane. Con la sua presenza è in grado di aggiungere quella nota serio-comica molto personale.

Giuseppe per me è una sorpresa gradita. Sembra una sorta di Fred Buscaglione che ha attinto a piene mani da quell’infinito panorama del cinema in bianco e nero nostrano ed internazionale. È in grado di fare un concentrato di tutte quelle macchiette con cui ridevano i nostri nonni: Macario, Rascel, Tognazzi, Chiari… C’è davvero di tutto in Giuseppe: espressività e gestualità abbinate a cambi di voce ed umorali repentini, molto marcati ed assai divertenti.

Insomma, questi quattro, accompagnati da azzeccate musiche in una scenografia che ripropone un’ alcova con tanto di letto matrimoniale più affollato di un autobus nell’ora di punta, danno vita ad una commedia brillante ed allegra che riesce sempre a mantenere viva l’attenzione e la risata del pubblico per tutta la sua durata.

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Non è facile, in due ore di recitazione, riuscire a non avere mai un calo di tono, ma loro ci riescono, eccome! Vivacizzano ogni momento della storia con le loro trovate e con un’efficace ed appassionata mimica. I nostri reggono ritmi massacranti, escono e rientrano dalle porte della simpatica scenografia con perfetta sincronia, reggendo questi tempi frenetici e convulsi che si trasformano in scenette irresistibili per la sala.

Alida si cimenta in un personaggio frivolo e scoppiettante. Gioca con il suo aspetto procace e giunonico che riporta alla mente le dive passate come la Koscina, la Fenech o la Loren, insieme ad una buona dose di Ferilli, ed esprime tutta la sua sensualità e la femminilità mai volgari, accompagnando il tutto con una forte comicità, ma rimanendo sempre Alida.

Matteo, nei panni dell’amante poliglotta, sciorina una serie di lingue straniere con le quali evidentemente cerca di ammaliare le donne. Mi ha riportato alla mente Kevin Kleine in “Un pesce di nome Wanda”, quando cerca di conquistare Jamie Lee Curtis con le diverse lingue. È lui il moribondo; sempre simpatico, brillante e molto dinamico.

Andrea, che sceso dal palco ha l’aspetto di una persona posata e morigerata, in scena si trasforma in un esilarante padrone di casa maldestro ed impacciato, ricco però di inventiva, che diverte molto con i suoi atteggiamenti e con i momenti di panico ed imbarazzo nel cercare di far sparire il corpo; è coadiuvato da Giuseppe, nei panni dell’amico buffo e casinista venuto per aiutarlo con il cadavere.

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Tutti i maschietti della storia rimarranno colpiti dal fascino della ragazza e tutti a loro modo e con il loro discutibile approccio da seduttori improvvisati, cercheranno di conquistarla. Una commedia divertente ma non semplice.

Se farete attenzione, vi accorgerete che è una proposta molto impegnativa da portare in scena. I ragazzi ne escono stremati, ma anche molto soddisfatti per il lavoro che sanno di aver ben svolto e contenti dell’entusiasmo dimostrato dal pubblico.

Alla fine dello spettacolo, stanchi ma soddisfatti, già pronti per la replica serale, mi hanno voluto fare un bellissimo regalo, quello di accogliermi dietro le quinte, ancora con i costumi di scena, e con loro non solo ho scambiato pareri sullo spettacolo e mi sono congratulato, ma ho potuto posare insieme per alcuni scatti su quello stesso letto in cui si sono avvicendati freneticamente e passionalmente con tanto ardore.

Lo spettacolo, racchiudendo in sé la scuola della comicità vecchio stampo sapientemente contaminata con quella moderna, è un felice e riuscito connubio adatto a persone di ogni età.

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