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Mercoledì 30 Novembre 2022 16:11

Stimare l’invisibile: le nuove povertà determinate dalla Pandemia Covid 19

RomaInsieme è un progetto sperimentale (vai alla storia del progetto) per rilevare le criticità socioeconomiche determinate dalla crisi pandemica e per capire come queste hanno inciso sui nostri territori. Per far questo si è scelto un ambito territoriale circoscritto, l’VIII Municipio, dove per un anno – dal primo semestre 2021 e al secondo 2022 –attraverso …
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RomaInsieme è un progetto sperimentale (
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) per rilevare le criticità socioeconomiche determinate dalla crisi pandemica e per capire come queste hanno inciso sui nostri territori.

Per far questo si è scelto un ambito territoriale circoscritto, l’VIII Municipio, dove per un anno – dal primo semestre 2021 e al secondo 2022 –attraverso la rete di volontariato e uno sportello di coordinamento, sono state accolte 1300 famiglie, intercettando un 42% di famiglie che non si erano mai rivolte prima ai servizi sociali e che quindi sfuggivano ai rilevamenti ufficiali.

A 596 famiglie si è riusciti a far compilare un questionario, anonimo e volontario, per conoscerne la situazione familiare, lavorativa, abitativa e debitoria.

I risultati sono consultabili qui.

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Una prima analisi dei dati

Da una prima analisi sulla distribuzione territoriale dei dati colpisce che la maggior parte delle famiglie in criticità si concentri nella zona più centrale, a ridosso del primo municipio. In questa area si trovano gli insediamenti di edilizia pubblica di Garbatella e Tormarancia, che come già dimostrato da gli indici di disagio nei quartieri erp di Roma, nonostante siano quartieri consolidati, hanno notevoli criticità socio-economiche. A riprova di questo delle 596 famiglie intervistate la maggioranza proviene da case popolari (135 nuclei) seguite però dalle famiglie in affitto dai privati (129 nuclei).

Mappe dei nuclei seguiti dalla reti di volontariato dell'VIII Municipio

Colpisce che il 77% dei nuclei (463 famiglie) si trovano in condizione di povertà assoluta a fronte di un solo 32% (185 famiglie) che riceve stabilmente ammortizzatori sociali, il che denota una forte criticità nell’intercettare le povertà. Il reddito di cittadinanza è erogato a solo 98 nuclei.  Non va meglio con i contributi municipali che vengono erogati a solo 91 famiglie, mentre i pacchi alimentari raggiungono 299 famiglie.

A rivolgersi alla rete sociale sono state prevalentemente donne – il 63% – tra i 25 e i 56 anni contro un 37% di uomini tra i 31 e 61 anni. I coniugati/e sono la maggioranza, rappresentano i ¾ di tutte le richieste pervenute, seguiti dai celibi/nubile e dai vedovi/e. Le famiglie straniere sono il 49,5% a fronte di un 50,5% di famiglie italiane. Il 65% ha una residenza stabile mentre un 34% dei nuclei, con la residenza fittizia, denota una forte criticità abitativa.

I redditi medi delle famiglie prese in esame sono passati da 16.192 euro all’anno nel 2020 a 9.251euro nel 2021, con una diminuzione media del reddito del 42% determinata o dalla riduzione dell’orario di lavoro o dal licenziamento di uno dei componenti del nucleo familiare. I settori lavorativi maggiormente colpiti sono quello alberghiero-ristorazione, i servizi domestici, e i servizi alla persona, i già così detti working-poor.

L’indebitamento medio delle famiglie è determinato dai sui canoni di locazione arretrati che ammontano a 6795 euro e da debiti contratti a vario titolo che ammontano a 5173 euro

Identikit delle famiglie in nuova povertà

 Tra le famiglie intercettate dagli sportelli di volontariato è emerso che 42% delle non si è mai rivolto ai servizi sociali, fra queste un 10% invece si era già rivolta agli sportelli del volontariato. Per cui emerge un 32% (192 nuclei) che prima della pandemia non ha mai avuto bisogno di alcun aiuto esterno.

La maggior parte di questi sono lavoratori non in regola – seguiti da disoccupati e non occupati – che provengono da i settori: servizi domestici, servizi alla persona e alberghiero e ristorazione.

Vivono prevalentemente in affitto da privati, con un canone medio di locazione di 635 euro, in cui va detto sono compresi subaffitti e locazioni di stanze.

Hanno subito una riduzione del reddito a causa della pandemia del 42,4 %, passando da un reddito familiare annuo di 16.642 euro nel 2020 a 9.759 euro nell’anno successivo.

Il 75,2% delle famiglie (145 nuclei) si trova in una condizione di povertà assoluta ma solo il 34% (47 nuclei) gode di un ammortizzatore sociale.

Il reddito di cittadinanza è erogato soltanto al 14% di queste famiglie, infatti solo in 28 lo percepiscono.

In questa fascia la perdita o la riduzione di orario del lavoro insieme ai canoni di locazione hanno inciso profondamente nell’indebitamento delle famiglie: gli arretrati sulla locazione ammontano a 10.760 euro, mentre i debiti contratti risultano essere di circa 4mila euro.


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