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Lunedì 16 Gennaio 2023 17:01

Femminicidio a Roma, la difesa: «Bonaiuti voleva suicidarsi, ha ucciso per sbaglio»

La difesa di Costantino Bonaiuti, indagato per il femminicidio di Martina Scialdone, sostiene: «Il mio assistito voleva suicidarsi, ha ucciso per sbaglio». Così l’avvocato Fabio Taglialatela, al termine dell’interrogatorio di garanzia nei confronti dell’ingegnere accusato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai futili e abbietti motivi. Il gip ha convalidato l’arresto. Femminicidio a Roma,…
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La difesa di Costantino Bonaiuti, indagato per il femminicidio di Martina Scialdone, sostiene: «Il mio assistito voleva suicidarsi, ha ucciso per sbaglio». Così l’avvocato Fabio Taglialatela, al termine dell’interrogatorio di garanzia nei confronti dell’ingegnere accusato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai futili e abbietti motivi. Il gip ha convalidato l’arresto.

«Quella sera il mio assistito non voleva uccidere. Ha avuto un istinto suicida, la pistola è stata tirata fuori per fare del male a sé stesso. È partito accidentalmente un colpo. Il primo esame del medico legale testimonia come il proiettile abbia avuto una traiettoria dall’alto verso il basso, da una distanza ravvicinata».

«Questo può significare solo una cosa: che non c’era l’intento di uccidere da parte dell’indagato. La donna è stata colpita vicino alla spalla destra e dai primi rilievi sembra che il colpo non sia stato sparato direttamente nei suoi confronti». Queste le parole dell’avvocato Taglialatela al termine dell’udienza di convalida di Costantino Bonaiuti, l’ingegnere di sessantuno anni arrestato dalla Polizia dopo aver sparato a Martina Scialdone, l’avvocato di 34 anni uccisa venerdì sera fuori da un ristorante in via Amelia al Tuscolano. L’indagato durante l’interrogatorio di questa mattina si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Secondo gli atti «emerge che quella sera c’è stata una litigiosità e se fosse stata interrotta repentinamente tutto sarebbe rientrato nella norma. Non emerge invece alcuna chiamata alle forze dell’ordine. Non è stata confermata in questa fase la patologia tumorale ma sono state confermate delle gravi patologie polmonari, cardiovascolari e psicologiche. Il giudice non ritiene che in questo momento possano essere invalidanti rispetto a una detenzione carceraria ma ha predisposto comunque una sorveglianza massima da parte dei sanitari del carcere di Regina Coeli», ha aggiunto l’avvocato.

A coordinare le indagini è il pool antiviolenza, sotto la supervisione del procuratore aggiunto Michele Prestipino. Nel convalidare l’arresto il gip ha menzionato «i futili e abietti motivi rappresentati dalla gelosia e dall’aver agito contro una persona a lui legata da relazione affettiva».

 

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