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Martedì 7 Marzo 2023 17:03

 ARRESTATO Lorenzo Julius Cesar  60 anni, filippino, in Italia da più di trent’anni



lO SCRIVE IL MESSAGGERO Puff al gusto di shaboo. È questo l’ingegnoso escamotage che Lorenzo Julius Cesar, 60 anni, filippino, in Italia da più di trent’anni, a lungo badante di un porporato in Vaticano, aveva trovato per spacciare la potente anfetamina, oramai sempre più diffusa anche in Italia ma considerata a lungo la droga delle Filippine. Apparentemente l’uomo […]

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lO SCRIVE IL MESSAGGERO Puff al gusto di
shaboo
. È questo l’ingegnoso escamotage che Lorenzo Julius Cesar, 60 anni, filippino, in Italia da più di trent’anni, a lungo badante di un porporato in 
Vaticano
, aveva trovato per spacciare la potente anfetamina, oramai sempre più diffusa anche in Italia ma considerata a lungo la droga delle Filippine. Apparentemente l’uomo si limitava a passare ai clienti solo la sigaretta elettronica usa e getta, in realtà vendeva stupefacenti.

Gli agenti della polizia lo hanno sorpreso durante un’attività di controllo vicino alla fermata della metro di Ottaviano. Avevano notato l’imputato e un suo connazionale in atteggiamenti sospetti vicino alla stazione. Prima lo scambio di soldi, 50 Euro, poi la cessione della sigaretta elettronica. A mettere nei guai l’uomo è stato proprio il connazionale, perché quando gli agenti lo hanno fermato e hanno controllato la Puff, scoprendo che all’interno della sigaretta, al posto della batteria, c’era una dose di shaboo, l’uomo, che in un primo momento aveva negato di essere lì per acquistare la droga, ha confessato. Ha ammesso di avere un appuntamento con il pusher e che quel tipo di scambio era avvenuto anche altre volte in passato, sempre con le stesse modalità.

L’ARRESTO
Julius Cesar aveva nel portafogli in totale di 300 Euro e quando gli agenti sono andati in casa sua, in zona Casalotti, per perquisirla hanno trovato anche un bilancino nascosto sotto uno straccio. E così è finito in manette, arrestato in flagrante. Al processo per direttissima ha respinto le accuse, sostenendo che i soldi in contanti fossero una parte della pensione della moglie invalida e che gli servissero per pagare le bollette. Ha cercato di difendersi, protestando la sua innocenza: «Non avevo droga addosso». Julius Cesar ha negato di avere “passato” lui quella sigaretta elettronica che la polizia aveva trovato al suo connazionale. «Ci conosciamo da sempre – ha affermato – e ci incontriamo spesso in quella zona. Il mio amico mi doveva dei soldi, gli avevo prestato 50 euro e me li ha restituiti. La droga non c’entra nulla».

IL PASSATO
Arrivato in Italia nell’87, l’imputato ha lavorato come domestico per 27 anni presso la famiglia di un porporato, in Vaticano. Al processo ha detto di essere andato via perché alla morte del religioso, i parenti dell’uomo non avevano più bisogno di lui. Ma un precedente per spaccio, che a settembre gli è già costato una condanna, ha fatto nascere negli investigatori il sospetto che proprio l’attività parallela gli sia costata il licenziamento. Di fatto, adesso si trova senza permesso di soggiorno, anche se ha sostenuto di continuare a lavorare in nero come badante per un’altra famiglia. L’uomo vive con la moglie invalida al 100%, uno dei motivi per cui non è stata accolta dal giudice la richiesta del pm Mario Pesci, che aveva sollecitato per l’imputato il divieto di dimora a Roma. Ma la delicata situazione familiare non gli ha evitato l’obbligo di presentazione alle forze dell’ordine due volte a settimana come misura cautelare.

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