Martedì 23 Maggio 2023 06:05
Bernini e Borromini: la rivalità tra due geni che ha reso eterno il barocco romano
Il docu-film di Giovanni Troilo racconta chiese, palazzi e fontane realizzati da un Borromini troppo avanti per la sua epoca. "La sfida alla perfezione" tra due personalità irripetibili
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Gli autori del film parteggiano spudoratamente per Borromini, mentre Bernini ne esce come un macchinatore più preoccupato di sbarrare la strada al suo rivale che di realizzare grandi architetture. Il titolo, dunque, potrebbe trarre in inganno perché delle opere di Bernini si parla poco. Ciò nonostante il documentario prodotto da Skycinema e Quoiat per la regia di Giovanni Troilo, racconta magistralmente come quegli anni del ‘600 siano stati fondamentali per lo sviluppo artistico di Roma.
La Chiesa cattolica aveva intuito che avrebbe attirato l’attenzione dei fedeli più distratti se li avesse impressionati con edifici particolarmente ricchi e sfarzosi. Questi avrebbero colpito anche chi non sapeva leggere, all’epoca una fetta consistente della popolazione. E’ in questo contesto che il giovanissimo Francesco Castelli (nome vero di Borromini) arriva a Roma, in piena costruzione della Fabbrica di San Pietro dove si impiega come scalpellino. Era un personaggio insolito, scontroso, amava collezionare strani oggetti ma soprattutto era un disegnatore eccellente. I suoi schizzi rasentavano la perfezione tanto che Carlo Maderno, che dirigeva la Fabbrica di San Pietro, gli offre incarichi più adeguati alla sua bravura. Maderno sarà il mentore di Borromini e lo presenterà in Vaticano dove Gian Lorenzo Bernini era già molto introdotto e stimato da papa Urbano VIII.
I due avevano la stessa età, capacità simili, ma i caratteri erano troppo diversi. Maderno decide di avvalersi della collaborazione di entrambi e il loro primo vero scontro arriva durante la costruzione di palazzo Barberini. Ma quando Maderno muore, nel 1629, Bernini acquisisce di nuovo la leadership e Borromini è costretto ad esserne il numero due.

Uno dei simboli di questa nuova fase di conflitto è il baldacchino di San Pietro. I disegni sono tutti di Borromini come lasciano intuire le originalissime colonne tortili, ma la firma finale verrà apposta da Bernini. Le curve che tanto caratterizzano lo stile di Borromini saranno protagoniste nella sua prima chiesa, realizzata su incarico di una congregazione non troppo ricca: San Carlo alle Quattro Fontane. Il film spiega in maniera sapiente come sono nati gli ovali, i cerchi che si intersecano, l’originalissima lanterna. Una chiesa povera di decori ma unica nel suo stile che si contrappone ad un’altra, distante solo 200 metri, Sant’Andrea al Quirinale, commissionata a Bernini dai Gesuiti, assai più ricchi e potenti. Teatrale e sontuosa è altra cosa rispetto a San Carlo e rappresenta perfettamente la dicotomia che c’era tra i due.

San Carlo alle Quattro Fontane (Borromini)

Sant’Andrea al Quirinale (Bernini)
La morte di Urbano VIII cambia radicalmente i rapporti di forza. Al soglio sale Innocenzo X che, in quanto rappresentante della famiglia Pamphilj, vuole fare tabula rasa dell’azione del suo predecessore, un Barberini. Come prima cosa estromette Bernini e chiama Borromini ad occuparsi della facciata di San Giovanni in Laterano. Mancavano pochi anni al Giubileo del 1650 e per quella data tutto doveva essere pronto (all’epoca erano certamente più efficienti di oggi nel rispettare i tempi), anche la statica della cattedrale: una navata stava cedendo ma Borromini risolve il problema e conquista così grande fiducia tanto che Innocenzo gli assegna un’altra gatta da pelare.
Il peso di un campanile stava provocando crepe molto visibili sulla facciata di San Pietro. Quei lavori erano stati diretti da Bernini per cui è uno smacco che a metterci le mani sia il suo rivale. Viene formata una commissione di esperti che alla fine decide di abbattere il campanile così come suggeriva Borromini. Bernini ne esce sconfitto ma si prenderà la rivincita poco dopo quando la famiglia Pamphilj decide di costruire una fontana a piazza Navona, davanti il proprio palazzo. L’incarico inizialmente affidato a Borromini, gli viene sfilato su intercessione di Donna Olimpia che parteggiava per il suo rivale. Bernini progetterà la fontana dei Quattro Fiumi, una delle opere più significative del secolo. Per Borromini è un dolore che non riuscirà mai a dimenticare.

Fontana dei Quattro Fiumi (Bernini)

Oratorio dei Filippini (Borromini)
Poco tempo dopo, un colpo di scena: Bernini raccomanda il suo rivale per la realizzazione della chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza. Qualcuno lo vede come un segno di riconciliazione ma i più sostengono si tratti di un colpo basso. L’edificio andava inserito in uno spazio angusto, il cortile esterno era già stato realizzato e i tempi erano ristretti. La tesi del film è che Bernini fosse certo della cattiva riuscita di quest’opera. E invece Borromini costruirà una delle più belle e originali cupole che si ricordano nella cristianità, uno splendore del barocco e dell’architettura tutta.

Sant’Ivo alla Sapienza (Borromini)

La morte di Innocenzo X e l’elezione di Alessandro VII Chigi segneranno la fine della carriera di Borromini. Basti pensare che il giorno stesso della sua nomina, il nuovo Papa chiamò Bernini per dargli incarichi importanti e riportare nella chiesa uno stile meno anticonformista e più tradizionale. La vita, non solo artistica, di Borromini finisce qui, con un epilogo drammatico ben descritto nel documentario.
Il racconto di Paolo Portoghesi (che possiede uno dei disegni magnifici di Borromini e lo mostra agli spettatori con un certo orgoglio), le testimonianze di studiosi, ricercatori americani e italiani permettono allo spettatore di calarsi nel secolo, di immaginarne le lotte ma anche il grande stimolo culturale di un’epoca che fu unica. Il conformismo della Chiesa portò a privilegiare Bernini, più austero e tradizionale, rispetto a Borromini, inconsueto e poco convenzionale. Il primo perfettamente a suo agio nel proprio tempo e nel potere romano mentre il secondo lavora per il futuro, per ammiratori di là da venire. Ma è proprio grazie a questa diversità che oggi Roma custodisce uno dei più geniali lasciti del barocco mondiale.
“Bernini e Borromini. Sfida alla perfezione” sarà visibile su Sky Arte in data da stabilire, mentre è stato proiettato al cinema solo tra il 15 e il 17 maggio

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