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Giovedì 25 Maggio 2023 09:05

I corridoi umanitari raccontati da Morozzo Della Rocca

presentazioen del libro sui corridoi umanitari, Roberto Morozzo Della Rocca, 24 maggio 2023
presentazioen del libro sui corridoi umanitari, Roberto Morozzo Della Rocca, 24 maggio 2023
In un libro, la storia dell'esperienza realizzata dalla Comunità di Sant'Egidio con Cei, Chiese evangeliche e Tavola valdese. «Crocevia dei problemi del futuro»

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presentazioen del libro sui corridoi umanitari, Roberto Morozzo Della Rocca, 24 maggio 2023
presentazioen del libro sui corridoi umanitari, Roberto Morozzo Della Rocca, 24 maggio 2023
Sono 6.231 le persone accolte in Europa attraverso il programma dei corridoi umanitari dal febbraio 2016 al 5 maggio scorso. L’Italia ne ha ospitate 5.425. I dati aggiornati sono stati forniti ieri sera, 24 maggio, da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, intervenuto alla presentazione del libro di Roberto Morozzo Della Rocca “Corridoi umanitari. Una risposta a una crisi planetaria”, pubblicato da San Paolo Edizioni, nella Sala Benedetto XIII. Il programma è stato realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio con la Cei, la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, la Tavola valdese e i ministeri degli Esteri e dell’Interno. Si tratta quindi di un progetto ecumenico, come ha sottolineato Impagliazzo, avviato dalla società civile che autofinanzia il programma dimostrando «di essere molto più avanti della politica, dell’economia e della percezione che si ha del fenomeno migratorio».

presentazioen del libro sui corridoi umanitari, Roberto Morozzo Della Rocca, 24 maggio 2023 (foto: santegidio)
(foto: santegidio)
Un tema, quello dei flussi, sul quale l’Italia e l’Europa «sono indietro dal punto di vista della blindatura dei confini – le parole del presidente della Comunità di Trastevere -. Si punta più sulla sicurezza che sulla salvezza». Invece in un Paese come il nostro dove la crisi demografica non accenna ad arrestarsi – il che, in un futuro non troppo lontano, comporterà la mancanza di manodopera – l’immigrazione può rappresentare la «grande occasione se gestita in maniera seria – ha proseguito Impagliazzo –. Dovremmo porci il problema di come attrarre i migranti. Le cifre del decreto flussi sono largamente insufficienti rispetto alla domanda del mondo del lavoro». A tal proposito l’autore, docente di Storia contemporanea all’università di Roma Tre, ha rimarcato che i corridoi umanitari «si pongono come crocevia dei problemi del futuro». In Italia, ha ricordato, ci sono figure professionali che «non si trovano più. Sarà la necessità della vita reale che ci farà comprendere che abbiamo bisogno degli immigranti». Gli ha fatto eco Roberto Impicciatore, professore di Demografia al Dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Bologna, per il quale le migrazioni «sono da sempre il modo più rapido per bilanciare il mercato del lavoro».

Il testo ripercorre le origini del programma, racconta i corridoi realizzati in molti paesi come quelli dal Libano e dall’Etiopia, e racconta storie di integrazione, «di rinascita e di ripartenza – ha spiegato Nicola Daniele Coniglio, professore di Politica economica all’Università degli Studi di Bari -. Ma anche storie di riscatto sociale che mettono in evidenza come i corridoi umanitari siano una sorta di dono per migliaia di persone considerate fragili e che invece generano un valore straordinario nel Paese di accoglienza». Per Alessandra Gianelli, ordinaria di Diritto internazionale alla Sapienza, quello dei corridoi umanitari «è un esperimento di grande successo che, stando ai numeri, può funzionare da moltiplicatore». La docente auspica che il programma venga avviato in tutti i 27 Stati europei e allargato poi a tutto il mondo. L’appello è all’accoglienza, perché «il carattere universale dei diritti umani fa a pugni con la difesa del territorio e con il tentativo di respingere altri possibili titolari di diritti». Il libro è «uno strumento utilissimo», ha detto la giornalista de La Stampa Francesca Paci, «per illustrare qualcosa che è legale, è riconosciuta e che produce integrazione. È un grande contributo a una narrazione differente. Spesso media complici e colpevoli producono una narrativa per cui la paura prevarica le opportunità».

25 maggio 2023

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