Servizi > Feed-O-Matic > 426575 🔗

Martedì 19 Settembre 2023 09:09

Il presidente Mattarella inaugura l’anno scolastico da Forlì



XXIII edizione di "Tutti a Scuola", a cui ha preso parte anche il ministro dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valditara. «Un messaggio di inalterata vicinanza alla gente di Romagna». Gli studenti migranti o figli di migranti, «grande potenziale per il Paese»

L'articolo
Il presidente Mattarella inaugura l’anno scolastico da Forlì
proviene da
RomaSette
.

leggi la notizia su RomaSette





«La riapertura della scuola da sempre costituisce un’opportunità, una forte ragione di impegno comune, un motivo di speranza. La scuola scandisce l’anno non soltanto dei giovani, ma anche delle famiglie, delle comunità, delle città e dei paesi. È il percorso verso il nostro futuro». Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto ieri, 18 settembre, alla XXIII edizione di “Tutti a Scuola”, la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2023/2024, a Forlì, sul prato dell’Istituto tecnico “Saffi-Alberti”. Presenti delegazioni di studenti provenienti da tutto il Paese in rappresentanza delle scuole italiane, rappresentanti del mondo dello sport e dello spettacolo. E con il capo dello Stato – il cui intervento ha concluso la cerimonia -, il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara e quello del Lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone.

Nonostante i danni subiti dalle strutture dopo l’alluvione del maggio scorso, «l’anno scolastico si apre in queste terre con regolarità – ha rilevato Mattarella -. È segno, forte e concreto, di tenacia e di resistenza. L’apertura qui, oggi, rappresenta, un messaggio di inalterata vicinanza alla gente di Romagna – ha continuato -. Nei giorni successivi all’alluvione tanti volontari provenienti da tutta Italia hanno impugnato pale, scope e secchi. Il loro contributo è stato prezioso nella lotta contro il fango e nel manifestare cultura della solidarietà».

Nelle parole del presidente, anche il riferimento ai circa 800mila studenti «migranti o figli di migranti stranieri» che frequentano le nostre classi: «Un decimo degli iscritti nei nostri istituti. Si tratta – ha detto – di un impegno educativo imponente. Studiano da italiani, apprendono la nostra cultura e i nostri valori, e possono costituire un grande potenziale per il Paese. Dal loro positivo inserimento può dipendere parte importante del futuro dell’Italia». Invece «la peculiarità della condizione di migranti, unita alle condizioni di povertà di molte loro famiglie, fa sì che queste ragazze e questi ragazzi siano esposti, più di altri, a ritardi o abbandoni scolastici», sono ancora le parole di Mattarella. Ma «nell’isolamento non si cresce con il necessario spirito civico. Perché forme, pur non dichiarate né intenzionali, di separazione producono rischi gravemente insidiosi per l’intera società. Dobbiamo scongiurare il rischio di giovani che, crescendo al di fuori dei canali scolastici, traducano la loro marginalizzazione in rifiuto della convivenza o come impulso alla ribellione».

Mattarella ha richiamato quindi a «un’azione di ampio respiro e a diversi livelli. Con politiche volte a investire sui giovani e sul futuro, con interventi strutturali per colmare i divari tra i territori, con strategie per ampliare le opportunità e i percorsi di integrazione e solidarietà, con la repressione dei reati, in particolare dell’attività delle organizzazioni criminali che cercano di imporsi come alternativa alla vita civile, alla legalità, alle stesse istituzioni democratiche». Inevitabile il riferimento alle cronache recenti, con «alcuni casi di gravissima devianza che hanno visto dei ragazzi come protagonisti. Rapine, omicidi, risse tra bande giovanili, intollerabili violenze e molestie ai danni delle ragazze, inaccettabili episodi di bullismo e di prepotenza che mortifica altri ragazzi. Tutto questo – è la tesi del capo dello Stato – rende ancor più fondamentale combattere, con sempre maggior determinazione, l’abbandono scolastico».

Proprio la scuola «è la prima e la più importante risposta al degrado. È la buona scuola lo strumento più efficace e prezioso di cui la Repubblica dispone per creare e diffondere tra giovani generazioni una cultura della legalità, della convivenza, del rispetto», ha affermato ancora il presidente della Repubblica. Proprio per questo, «dobbiamo incoraggiare il lavoro di tanti insegnanti, entusiasti e volenterosi, aiutare la loro strada per camminare insieme agli studenti, evitando che cambino ogni anno, con la necessità di ricostruire ogni volta il rapporto con loro. Assicurando loro condizioni economiche adeguate e restituendo pienamente alla loro funzione il prestigio che le compete nella società e che talvolta è messo in discussione da genitori che non si rendono conto di recar danno ai propri figli».

Da ultimo, una citazione di Platone: «Quando i figli presumono di essere uguali ai padri, i maestri tremano davanti agli scolari e preferiscono adularli anziché guidarli, quando si disprezzano le leggi e non si sopporta più alcuna autorità, allora è segno che sta per cominciare la tirannide». La scuola, ha concluso il capo dello Stato, «deve correre per stare al loro passo e può farlo soltanto rendendo i giovani protagonisti, rafforzando il dialogo tra insegnanti e famiglie e con la realtà sociale in cui è inserita. Dobbiamo credere nei giovani. Puntare su di loro. Aiutarli nella crescita. Perché la scuola siete voi, care ragazze e cari ragazzi. La scuola è il vostro cammino di libertà. Buona strada», l’augurio.

19 settembre 2023

L'articolo
Il presidente Mattarella inaugura l’anno scolastico da Forlì
proviene da
RomaSette
.

Questo sito utilizza cookie tecnici, anche di terze parti, per migliorare i servizi offerti e ottimizzare l’esperienza dell’utente. Si prega di leggere l'informativa sulla privacy. Chiudendo questo banner si accettano le condizioni sulla privacy e si acconsente all’utilizzo dei cookie.
CHIUDI