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Mercoledì 25 Ottobre 2023 21:10

Alla Festa del Cinema arriva “La Chimera”: un film incantato sul disincanto

Dopo l’anteprima al Festival di Cannes, Alice Rohrwacher presenta il suo ultimo film, “La Chimera”, anche alla Festa del Cinema di Roma per la sezione Best of 2023. “E’ un film sul disincanto, sul materialismo, sui giorni in cui abbiamo capito che non c’era più niente di sacro”. Così la regista introduce la sua nuova […]

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Dopo l’anteprima al Festival di Cannes, Alice Rohrwacher presenta il suo ultimo film, “La Chimera”, anche alla Festa del Cinema di Roma per la sezione Best of 2023.

“E’ un film sul disincanto, sul materialismo, sui giorni in cui abbiamo capito che non c’era più niente di sacro”. Così la regista introduce la sua nuova pellicola in conferenza stampa e ne spiega le scenografie, come al solito, fiabesche.


La banda di tombaroli
Il film è, di fatto, ambientato nei territori della Tuscia, luoghi che la regista stessa, considerandoli quanto di più sacro, dice di aver ritenuto perfetti per raccontare il dissacramento. Inoltre, per Alice, che confessa di odiare la retorica del viaggio individuale dell’eroe, la Tuscia appare necessaria in quanto simbolo di una radice comune e di conseguenza, della “possibilità di essere buoni”.


Josh O’Connor e la regista
Il film, che uscirà nelle sale il 23 novembre, narra la storia di Arthur (Josh O’ Connor), un giovane inglese con la passione per l’archeologia, che, una volta uscito di prigione, si ritrova a far parte di una banda che traffica illegalmente antichi reperti.

Il suo personaggio, con il quale non fatichiamo ad identificarci nei momenti più fragili, porta dentro di se una forte malinconia ed ha un dono speciale, utile per la attività dei suoi amici tombaroli.


Josh O’Connor
Insomma, “La Chimera” scorre in maniera fluida e soddisfa a pieno le aspettative, oltre che per la sceneggiatura efficace e coinvolgente, senza dubbio per la caratterizzazione di ogni personaggio. In questo, da rimarcare la straordinarietà di Flora (Isabella Rossellini) che nutre un profondo affetto materno verso il protagonista o la figura di Italia (Carol Duarte).

Con questo film, la regista si mostra speranzosa nei confronti di un pubblico che ammette di aver, per anni, sottovalutato, anche se, in verità, nonostante il ripetuto incalzare del tono fiabesco, di speranza nella pellicola non se ne vede molta.

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