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Venerdì 10 Novembre 2023 01:11

Il restauro degli ambienti ipogei: le tombe etrusche di Tarquinia. Il restauratore

19/12/23

Museo di Roma - Palazzo Braschi

Conferenza in presenza e online nell'ambito di Roma Racconta… le professioni del patrimonio culturale. Con Teresa Rinaldi, Sapienza Università di Roma - Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin; Maria Cristina Tomassetti, Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia

Il restauro dei beni culturali è, nella sua moderna accezione, una materia dal forte carattere interdisciplinare.
Che si tratti di restauro vero e proprio, cioè dell’intervento diretto sull’opera, o di restauro preventivo, attuato assicurando all’opera le condizioni ambientali idonee alla sua corretta conservazione, è infatti necessaria un’approfondita conoscenza della materia di cui l’opera è costituita, delle sue caratteristiche chimiche e fisiche, di quelle dell’ambiente in cui è custodita e delle interazioni tra opera e ambiente. Ogni tipo di manufatto richiede dunque conoscenze specifiche e specialistiche ma, nel caso di dipinti collocati in ambienti ipogei, cioè sotterranei, entrano in gioco fattori ancora più specifici, che rendono sia il restauro che la conservazione del tutto peculiari.
È fondamentale mantenere tali ambienti in condizioni ambientali che siano più stabili possibile e all’interno di un ristretto range di valori di umidità e temperatura; è essenziale ridurre l’inquinamento biologico al minimo e, nel caso di interventi di manutenzione e restauro, va necessariamente ristretta ai materiali inorganici la gamma di prodotti che possono essere impiegati.
Nel caso delle tombe dipinte di Tarquinia, si è pervenuti negli ultimi anni ad una virtuosa sinergia tra competenze diverse tra fisici, per i più moderni ed efficaci sistemi di monitoraggio ambientale, chimici, geologi e diagnosti più in genere per lo studio dei materiali e delle tecniche esecutive, e biologi per lo studio dei delicatissimi equilibri che si instaurano tra le comunità di microrganismi e, di conseguenza, del loro monitoraggio e controllo.
Nella conferenza viene trattato, in particolare, l’emblematico caso-studio della tomba degli Scudi di Tarquinia quale cantiere-laboratorio in cui tale sinergia è nata e si è sviluppata.

 
Teresa Rinaldi
Insegna Bioconservation Laboratory per la specialistica Science and Technology for the Conservation of Cultural Heritage. Studia le comunità microbiche di ambienti ipogei di interesse archeologico per la loro conservazione e nel settore biotecnologico sviluppa applicazioni per il restauro ed il bioconsolidamento. Partecipa agli scavi archeologici di Sapienza Università di Roma in Italia ed all’estero. Collabora con Parchi Archeologici e Soprintendenze per studi di conservazione e protezione di Beni Culturali ed è autrice di articoli scientifici pubblicati in riviste internazionali.

Maria Cristina Tomassetti
Funzionaria restauratrice-conservatrice del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia e collabora con la Galleria Nazionale dell’Umbria, dove ha svolto le stesse mansioni fino al 2022. Laureata presso l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma, ha svolto per due decenni la libera professione, lavorando in Italia e all’estero (Egitto, Giordania, Turchia, Sudan, Cipro, Francia) per il restauro dei dipinti murali e della loro tecnica esecutiva. È attualmente impegnata in un dottorato di ricerca sullo studio del significato del colore nella pittura etrusca.

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